Approvato poi il testo (con le modifiche) che passa al Senato
Legge antipirateria: governo battuto in aula
Passa emendamento dell'opposizione che elimina comma che trasformava provider in «poliziotti della rete»
22 aprile 2004
Redazione
Fonte: Corriere della Sera
ROMA - Governo bocciato alla Camera sul decreto Urbani quello che regolamenta le norme sul diritto d'autore relativamente al web. L'aula della Camera, a sorpresa, ha infatti approvato un emendamento dell'opposizione presentato da Verdi e sinistra Ds, sul quale il governo aveva espresso voto contrario.
Sull'emendamento Bulgarelli-Folena al decreto Urbani, il governo è stato battuto alla Camera per sette voti: la modifica al testo, su cui governo e commissione avevano reso parere contrario, è stata infatti approvata con 179 sì e 172 no. Scorrendo i tabulati della votazione, si nota che la sconfitta della maggioranza è stata dovuta prevalentemente alle assenze nei suoi banchi. l'Udc era presente al 36%, An al 38%, Fi al 59% e la Lega al 58%; di contro, nel centrosinistra erano presenti il 72% dei deputati Ds e il 68% della Margherita. Nella maggioranza hanno votato contro il governo Dorina Bianchi e Erminia Mazzoni dell'Udc.
Successivamente l'aula di Montecitorio ha approvato la conversione del decreto con le modifiche apportate dall'emendamento dell'opposizione. Il testo ora passa al Senato.
Sull'emendamento Bulgarelli-Folena al decreto Urbani, il governo è stato battuto alla Camera per sette voti: la modifica al testo, su cui governo e commissione avevano reso parere contrario, è stata infatti approvata con 179 sì e 172 no. Scorrendo i tabulati della votazione, si nota che la sconfitta della maggioranza è stata dovuta prevalentemente alle assenze nei suoi banchi. l'Udc era presente al 36%, An al 38%, Fi al 59% e la Lega al 58%; di contro, nel centrosinistra erano presenti il 72% dei deputati Ds e il 68% della Margherita. Nella maggioranza hanno votato contro il governo Dorina Bianchi e Erminia Mazzoni dell'Udc.
Successivamente l'aula di Montecitorio ha approvato la conversione del decreto con le modifiche apportate dall'emendamento dell'opposizione. Il testo ora passa al Senato.
L'EMENDAMENTO - L'emendamento approvato dall'Assemblea di Montecitorio sopprime l'intero comma 7 dell'articolo 1 del decreto Urbani. In particolare, il comma cassato prevede l'obbligo per «i prestatori di servizi della società dell'informazione che siano venuti a conoscenza della presenza di contenuti idonei ad integrare le violazioni commesse per via telematica», a «informarne con immediatezza il Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell'Interno o l'autorità giudiziaria». In pratica è saltata una delle proposte più osteggiate dai provider, vale a dire quella di trasformarsi in «poliziotti del web» per conto dell'autorità giudiziaria.
DUBBI DA BRUXELLES - Dubbi però sull'applicabilità immediata del decreto arrivano però da Bruxelles. La Commissione europea ha segnalato infatti che se il decreto Urbani contiene «regolamentazioni tecniche» rilevanti per la cosiddetta «società dell'informazione» diventa parzialmente inapplicabile se non viene prima approvato da Bruxelles. «Se non è una misura di trasposizione» di una direttiva europea, ha affermato il portavoce del Commissario europeo alla società dell'informazione Erkki Liikanen, «dovremo analizzarlo con cura prima di farci un'opinione sul fatto se una notifica sia necessaria in quanto si tratta di regolamentazioni tecniche che hanno impatto sui servizi della società dell'informazione. Nel caso il decreto contenga queste regolamentazioni tecniche - ha aggiunto - la mancanza di una notifica implica l'inapplicabilità di queste regolamentazioni tecniche stesse».
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