Facebook include Breitbart nella nuova sezione news: “alta qualità”
Facebook News è una sezione separata della app mobile della società, la quale pubblicherà articoli di circa duecento giornali. Il lancio di venerdì è un test e sarà visibile solo a un numero ristretto di lettori negli Stati Uniti.
L’iniziativa vorrebbe reprimere le critiche su due fronti: promuovendo una qualità superiore di giornalismo, limitando così la disinformazione, e placando le testate giornalistiche che da lungo tempo lamentano il fatto che Facebook lucri sul loro lavoro senza pagare nulla per questo. Secondo Bloomberg, Facebook pagherà alcune testate da un milione fino a tre milioni di dollari l’anno per pubblicare i loro articoli.
Tra le testate coinvolte troviamo il New York Times, il Washington Post, il Wall Street Journal, BuzzFeed, Bloomberg e ABC News, così come giornali locali quali il Chicago Tribune e il Dallas Morning News.
L’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, ha reso omaggio all’importanza del giornalismo di “alta qualità” in un op-ed [1] pubblicato dal New York Times, con riferimento a «come i notiziari abbiano spesso considerato Facebook responsabile, quando sono stati commessi errori».
Zuckerberg ha anche fatto allusione al potere che avrà Facebook nell’influenzare i media, dichiarando: «Se un giornale pubblica disinformazione, non comparirà più nel nostro servizio».
L’op-ed non fa riferimento all’inclusione di Breitbart News, ma la testata è nota per il suo ruolo nel promuovere storie di estrema destra e teorie di cospirazione. Migliaia di inserzionisti hanno inserito il sito nella lista nera a causa dei suoi punti di vista estremi.
Fondato nel 2005 dallo scrittore conservatore Andrew Breitbart, il Breitbart News ha conquistato sempre più importanza e un pubblico sempre più vasto grazie al suo presidente esecutivo Steve Bannon, che ha anche corso per la campagna presidenziale di Donald Trump nel 2016. Per anni, l’editore ha pubblicato articoli bollati come “crimine nero” e ha promosso idee anti-mussulmane e anti-immigrazione.
«Siamo la piattaforma per l’estrema destra» dichiarò Bannon a un giornalista nel 2016.
Nel 2017, il BuzzFeed News, pubblicò un articolo relativo a mail e documenti che mostravano come l’ex redattore tecnico di Breitbart, Milo Yiannopoulos, avesse lavorato direttamente con nazionalisti bianchi e neo-nazisti, per scrivere e pubblicare un articolo in cui definiva e descriveva il movimento di estrema destra e promuoveva le idee del movimento.
Facebook ha dovuto affrontare a lungo controlli per la sua reticenza a vigilare sul suprematismo bianco e l’odio della destra sulla sua piattaforma. Nel luglio 2017, il Guardian ha fornito a Facebook una lista di 175 pagine e gruppi gestiti da soggetti che fomentavano odio, come indicato dal Southern Poverty Law Center, inclusi gruppi neo-nazisti e di supremazia bianca. La società ha rimosso solo 9 di questi gruppi. Seguendo la nefasta manifestazione “Unite the right” a Charlottesville nell’agosto 2017 - che fu in parte organizzata grazie a una pagina evento di Facebook - la compagnia è intervenuta su alcuni di questi gruppi di suprematisti bianchi e neo-nazisti. Tuttavia, i controlli sono stati eseguiti in modo non sistematico, e un anno dopo Charlottesville molti gruppi e individui coinvolti nella manifestazione erano di nuovo su Facebook. Solo nel marzo 2019 la compagnia ha deciso che la sua politica contro l’odio dovesse includere anche il nazionalismo bianco, un’ideologia che promuove l’esclusione e l’espulsione di persone non bianche da certe nazioni.
Facebook si è rifiutata di fornire una lista completa degli editori che hanno partecipato o di offrire ogni ulteriore commento.
Quando, a New York, a un evento per il lancio di Facebook News, sono state chieste spiegazioni in merito all’inclusione di Breitbart News, Zuckerberg si è rifiutato di commentare su «qualunque specifica casa editrice - ma ha aggiunto - penso fermamente che avere fonti attendibili implichi anche avere diversi… punti di vista. Penso vogliate avere contenuti che possano rappresentare diverse prospettive, ma in modo tale da mantenere gli standard che abbiamo».
Il CEO di Facebook, questa settimana, ha dovuto affrontare aspri interrogatori da parte dei legislatori, quando ha testimoniato a un'udienza del Comitato dei Servizi Finanziari della Camera degli Stati Uniti. Sebbene l’udienza fosse putativamente relativa ai piani di Facebook di lanciare una criptovaluta, diversi rappresentanti hanno fatto pressione a Zuckerberg in merito allo scarso conformarsi della sua compagnia alle leggi statunitensi sui diritti civili, così come sulla sorveglianza sulla tematica dell’odio.
A seguito di una richiesta relativa alla decisione della compagnia di permettere a politici di promuovere disinformazione attraverso annunci a pagamento, la rappresentante democratica Alexandria Ocasio-Cortez ha incalzato Zuckerberg in merito all’inclusione del Daily Caller, che lei ha definito «una testata con ben documentati legami con i suprematisti bianchi», nel terzo programma di verifica delle notizie da parte della compagnia. Nel 2018, l’Atlantic ha rivelato che un ex vice direttore del Daily Caller aveva già scritto per una testata suprematista, usando uno pseudonimo.
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