Le mailing list parte integrante nelle mobilitazioni per la pace
Quale funzione possono svolgere le mailing list per il movimento pacifista? Prima di tutto cerchiamo di capire cosa sono e come funzionano.
Cosa è una mailing list
Una mailing list è un sistema di invio di un messaggio email che viene distribuito ad un insieme di destinatari presenti in una "lista". PeaceLink ha due mailing list: una sulla pace (564 iscritti) e una sul disarmo (136 iscritti).
Come funziona una mailing list
Un messaggio email inviato a pace@peacelink.it arriva contemporaneamente a 564 persone. Ad una mailing list ci si può agganciare o sganciare. Questo sistema di condivisione delle informazioni è stato alla base della nascita di PeaceLink. Consentiva di risparmiare i francobolli.
I limiti delle mailing list
Trent'anni fa le mailing list erano affascinanti. Erano l’utopia concreta di comunità di persone che autogestivano una veloce comunicazione molti-a-molti. Un’utopia di tipo democratico e "orizzontale". Un’utopia fracassata da gruppi di disturbatori (o di imbecilli) che potevano generare il caos. PeaceLink ha subito "fughe di massa" per mailing list funestate da polemiche. Occorrerebbero moderatori sempre presenti per bloccare screzi e fraintendimenti. Un investimento impegnativo e logorante. E così una dopo l'altra le mailing list di PeaceLink sono passate dalla modalità molti-a-molti alla modalità uno-a-molti. Con buona pace dei sogni di una comunicazione democratica e orizzontale. Il settaggio delle mailing list consente di scegliere anche opzioni intermedie (approvazione del messaggi in attesa) che però richiedono moderatori tempestivi e capaci di gestire situazioni problematiche. Occorrerebbero corsi di giornalismo partecipativo e di risoluzione dei conflitti comunicativi. Ma anche qui i sogni e le utopie spesso non si sono concretizzati.
Le opportunità delle mailing list
E’ ragionevole chiedersi se le mailing list siano ancora utili e attuali, alla luce dell'evoluzione delle piattaforme (Facebook e Twitter, ad esempio). “Basta maling list”, ci siamo detti e dentro PeaceLink siamo arrivati ad un passo dalla loro eliminazione. Ma è successo qualcosa che ha cambiato completamente quel perentorio giudizio. Abbiamo cominciato ad approfondire il modo in cui Google "vede" PeaceLink. La scoperta è stata che Google dà molta importanza alle mailing list di PeaceLink. Le segnala come "notizie". In certi casi le considera più importanti delle pagine web illustrate. Perché questo? Per tre motivi.
- Primo perché i messaggi che vengono inviati nelle caselle di posta elettronica sono trasformati in pagine web nel giro di pochi secondi (ogni messaggio viene generato un indirizzo web, ossia un link).
- Secondo perché le mailing list di PeaceLink rilanciano pagine altre web sintetizzandole e mettendo in fondo il link alla notizia completa, e quindi i messaggi svolgono una funzione di semplificazione dell'informazione, come se si facessero abstract di cose più ampie e complesse.
- Terzo perché la titolazione viene costruita secondo criteri di notiziabilità, favorendo la cattura dei motori di ricerca.
Simulare le agenzie stampa
Con le mailing list possiamo simulare lanci di agenzia stampa. Ad esempio se viene distribuito un messaggio titolato "rassegna stampa sulla pace" Google lo ignora. Troverà ghiotto invece un titolo come: "Esplode il dibattito sulle armi atomiche in Italia". Ma vi è un quarto motivo che sta alla base dei tre precedenti: bisogna dimostrare a Google di essere una fonte informativa costante, aggiornata e corretta. Come un’agenzia stampa. PeaceLink oggi è considerata così da Google News (l'edicola di questo motore di ricerca). Ma la procedura di accreditamento non è stata semplice.
Le mailing list integrate nelle mobilitazioni per la pace
Le mailing list possono diventare uno strumento importante ed efficace per il movimento pacifista, ma bisogna avere una precisa visione della loro funzione nella comunicazione globale in cui c'è anche l'interazione globale con videoconferenze e l'interattività diretta su piattaforme social. E soprattutto occorre finalizzare le mailing list in un progetto di cambiamento e di mobilitazione - in una prospettiva di cittadinanza digitale - integrandole con social network, eventi, con appelli da firmare e con un calendario che organizzi gli eventi. E' quello che si sta facendo in questi giorni nella mobilitazione per l'emergenza Ucraina.
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