Il sistema di pass Covid cinese sarebbe stato usato per bloccare le proteste
Secondo quanto riportato dai media di stato, pare che le autorità della Cina centrale abbiano utilizzato il potente sistema di tracciamento Covid per fermare in anticipo una protesta, scatenando così una furiosa ondata di critiche online nella giornata di mercoledì.
La Cina fa affidamento su un’ampia infrastruttura di sorveglianza anti-Covid per poter effettuare un rigido tracciamento dei contatti con l’obiettivo di spegnere tutti i focolai, in linea con la politica “zero Covid”.
Tutti i cittadini cinesi devono, quindi, scannerizzare i codici sanitari sui loro smartphone per poter avere accesso ai luoghi pubblici e ai trasporti in tutto il paese. Quelli che hanno il codice rosso, che siano positivi o contatti stretti di un soggetto positivo al Covid, hanno una possibilità di spostamento estremamente limitata.
Secondo una serie di report settimanali, molti correntisti insoddisfatti hanno visto il proprio codice diventare rosso quando hanno tentato di raggiungere Zhengzhou, la capitale della provincia di Henan, per poter chiedere l’accesso ai propri conti dopo il congelamento dei prelievi avvenuto lo scorso mese.
«È davvero orribile, ho i brividi in tutto il corpo. Un potere fuori controllo è troppo spaventoso», scrive un utente su Weibo, un social media simile a Twitter dove gli hashtag riguardo ai report erano in tendenza mercoledì, con decine di milioni di visualizzazioni.
«Si tratta chiaramente di un abuso di potere», si legge in un altro commento.
Secondo quanto riferito dai media di stato, uno dei correntisti ha improvvisamente ricevuto il codice rosso al momento del suo arrivo in città, nonostante l’esito negativo del test molecolare.
Un altro correntista ha ricevuto il codice rosso senza nemmeno aver lasciato la sua abitazione, mentre altri ancora hanno visto i loro codici cambiare da rossi a verdi subito dopo aver lasciato Zhengzhou, riporta il Global Times, un tabloid gestito dallo stato cinese.
«Questo comportamento non solo va contro l’etica sociale ma lascia anche presupporre una violazione della legge», riporta uno dei commenti dei media locali.
Martedì Hu Xijin, ex direttore di giornale e noto commentatore cinese, ha definito questo comportamento “una violazione delle leggi in merito alla prevenzione della pandemia, che va ad intaccare negativamente il sostegno dei cittadini nella lotta al virus”.
Possibili crimini finanziari?
Le autorità sanitarie di Zhengzhou hanno dichiarato ad AFP di “aver avviato un’indagine sull’accaduto”, tuttavia senza fornire maggiori dettagli.
Invece, il Global Times ha menzionato le autorità di Henan affermando che la causa di tutto potrebbe essere stata una falla nel database.
Migliaia di correntisti di quattro banche rurali di Henan hanno subìto il congelamento di tutti i loro risparmi a partire dalla metà di Aprile, dopo un’ improvvisa sospensione dei prelievi, poiché le banche cinesi più piccole sono state messe a dura prova dalla crisi economica, che si è ulteriormente aggravata a causa della politica “zero Covid”.
Questo congelamento ha scatenato proteste mai viste prima nelle strade lo scorso mese, portando ad un blocco complessivo dei risparmi che ammonta a circa 1,5 miliardi di dollari, secondo la rivista finanziaria cinese Caixin.
Lo scorso mese, l’autorità di regolamentazione bancaria cinese ha attribuito la crisi ad una presunta cattiva gestione da parte degli azionisti delle banche e ha promesso di “punire severamente ogni crimine finanziario”.
Tuttavia, non è la prima volta che il sistema di tracciamento Covid cinese cade nel mirino di pesanti critiche. Infatti, i sostenitori dei diritti affermano che questo sistema viene effettivamente utilizzato per silenziare le proteste e per sopprimere le libertà individuali.
Negli ultimi mesi, alcuni dissidenti hanno dichiarato di aver visto i loro codici sanitari diventare rossi quando hanno tentato di raggiungere le città più importanti del paese per partecipare ai processi o per presentare ricorso alle autorità.
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