Dalla telematica per la pace all'intelligenza artificiale per la pace
Siamo di fronte a una delle svolte più importanti e rivoluzionarie svolte della storia. L’intelligenza artificiale nella ricerca e nell’elaborazione delle informazioni avrà un impatto formidabile su tantissime attività e dovremo considerare attentamente tutti i rischi. Ma anche tutte le potenzialità. La conoscenza verrà rimodellata globalmente con una straordinaria velocità sotto l’impulso dell’intelligenza artificiale.
Usare intelligentemente l’intelligenza artificiale
Di Chat GPT sono stati analizzati criticamente vari aspetti. Ma qui cerchiamo di capire come sfruttarne le potenzialità, ben consapevoli - ripetiamolo ancora una volta - dei grandi rischi insiti in questa piattaforma di intelligenza artificiale. Occorre un approccio curioso, attento e vigile, che contemperi l’entusiasmo per la novità con una forte capacità di controllo dello strumento. L’intelligenza artificiale richiede un nuovo tipo di intelligenza umana, capace di immaginazione e di sguardi visionari.
I grandi rischi dell'intelligenza artificiale
Al tempo stesso dobbiamo essere fortemente preoccupati per le gigantesche distorsioni che questa rivoluzione potrà produrre. C’è il rischio che milioni di persone per pigrizia deleghino totalmente all’intelligenza artificiale un crescente quantitativo di operazioni quotidiane. E che perdano la sana abitudine alla verifica. Si potrebbe formare un pubblico impigrito che non sa più scrivere e ragionare. Si diffonderebbe una pericolosa dipendenza dall’algoritmo intelligente. I processi di formazione delle competenze chiave verrebbero indeboliti. I docenti vivrebbero nel sospetto perenne di essere imbrogliati da studenti che a casa si fanno fare i compiti dall’intelligenza artificiale.
Le grandi opportunità
Sottolineate fino alla noia tutte le cose pericolose e negative, occorre però gettarsi nella mischia. Per fare cosa? Faccio una piccola proposta: per creare sui siti web pacifisti la nostra versione in inglese. Di ogni articolo in italiano possiamo contestualmente chiedere che venga realizzata all’istante una sintesi in inglese. Così del sito avremmo sia una versione in italiano sia una sintesi in inglese. Amplieremo in tal modo a tutto il mondo la risonanza di ciò che scriviamo.
Intelligenza artificiale ed economia del tempo: produrre abstract molto chiari
Già ora ci sono dei sistemi di traduzione istantanea delle pagine web. Ma su lunghi articoli, magari scritti in modo contorto, la traduzione può risultare oscura.
Invece è importante creare abstract agili e chiari: è sicuramente un passo avanti nell’economia del tempo. E’ un contributo al superamento delle barriere linguistiche. E’ un uso intelligente dell’intelligenza artificiale.
Con Chat GPT possiamo porre domande del tipo: creami un abstract di cento parole. Oppure riassumi questo lungo articolo in cinque punti per un totale di dieci frasi. E verrà fuori un elenco puntato utilissimo, da ricontrollare però con attenzione perché Chat GPT sbaglia quando meno te l'aspetti, ad esempio può scambiare Biden con una donna, come mi è successo.
Promuovere l'internazionale pacifista sfruttando il nuovo esperanto delle traduzioni automatiche
Si apre una prospettiva dalle potenzialità incredibili. L'intelligenza artificiale consente anche a chi non conosce le lingue di poter inteloquire con persone di tutto il mondo tramite la posta elettronica. Già è possibile adesso ma le prospettive sono veramente promettenti. Il vecchio sogno dell'esperanto come lingua per la pace potrebbe trovare nell'intelligenza artificiale la sua strada per il dialogo fra i gruppi pacifisti di tutto il mondo. Quando comparvero i primi modem nacque PeaceLink: la telematica per la pace. Adesso che compare l'intelligenza articifiale a disposizione di tutti mi sento di poter dire: intelligenza artificiale per la pace, perché no?
Una lingua artificiale, inventata a tavolino, che si facesse carico delle interazioni tra persone da un capo all’altro del globo, senza esprimere egemonia culturale, politica, economica o militare. L’esperanto è uno di questi idiomi, quello che ha avuto più successo tra quelli inventati. Alla sua origine c’è il sogno pacifista di un medico e linguista polacco del XIX secolo, Ludwik Lejzer Zamenhof, e i suoi parlanti sono una comunità cosmopolita di membri che si pongono tutti sullo stesso piano.
Nato nel 1859 a Białystok, oggi in Polonia, Zamenhof cresce sotto l’occupazione russa, in un periodo di violenze tra le comunità della regione: protestanti tedeschi, cattolici polacchi, ortodossi russi ed ebrei. Zamenhof, appartenente proprio a quest’ultimo gruppo: vuole gettare un ponte sulle distanze tra le persone, specialmente le differenze religiose, pensa di farlo creando a tavolino una lingua internazionale, l’esperanto – “colui che spera”, dal suo stesso pseudonimo Doktoro Esperanto – alla cui origine sta l’idea di promuovere l’eguaglianza tra gli uomini e la pace.
Nel periodo di violenti nazionalismi che precede la prima guerra mondiale, il suo è un obiettivo ambizioso, da realizzare elaborando tra il 1882 e il 1887 l’esperanto, per proporlo come lingua franca per le comunicazioni internazionali.
Silvia Granziero
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