L'Intelligenza Artificiale per tradurre e sintetizzare
Come comportarsi con le nuove piattaforme di Intelligenza Artificiale?
Occorre un approccio curioso, attento e vigile, che contemperi l’entusiasmo per la novità con una forte capacità di controllo dello strumento. L’intelligenza artificiale richiede un nuovo tipo di intelligenza umana, capace di immaginazione e di sguardi visionari.
Al tempo stesso dobbiamo essere fortemente preoccupati per le gigantesche distorsioni che questa rivoluzione potrà produrre. C’è il rischio che milioni di persone per pigrizia deleghino totalmente all’intelligenza artificiale un crescente quantitativo di operazioni quotidiane. E che perdano la sana abitudine alla verifica. Si potrebbe formare un pubblico impigrito che non sa più scrivere e ragionare. Si diffonderebbe una pericolosa dipendenza dall’algoritmo intelligente. I processi di formazione delle competenze chiave verrebbero indeboliti. I docenti vivrebbero nel sospetto perenne di essere imbrogliati da studenti che a casa si fanno fare i compiti dall’intelligenza artificiale.
Sottolineate fino alla noia tutte le cose pericolose e negative, occorre però gettarsi nella mischia. Per fare cosa? Faccio una piccola proposta: per creare sui siti web pacifisti la nostra versione in inglese. Di ogni articolo in italiano possiamo contestualmente chiedere che venga realizzata all’istante una sintesi in inglese. Così del sito avremmo sia una versione in italiano sia una sintesi in inglese. Amplieremo in tal modo a tutto il mondo la risonanza di ciò che scriviamo.
Già ora ci sono dei sistemi di traduzione istantanea delle pagine web. Ma su lunghi articoli, magari scritti in modo contorto, la traduzione può risultare oscura. Invece è importante creare abstact agili e chiari: è sicuramente un passo avanti nell’economia del tempo. E’ un contributo al superamento delle barriere linguistiche. E’ un uso intelligente dell’intelligenza artificiale.
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