"Se vogliamo la pace prepariamoci alla guerra"
Il 24 febbraio 2022 il mondo ha assistito con orrore all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Un atto di guerra che ha sconvolto l'Europa e riacceso i timori di un conflitto su vasta scala. In questo contesto, è tornato a circolare un antico detto latino: "Si vis pacem, para bellum". Se vuoi la pace, prepara la guerra.
Occorre dissentire con forza da questa affermazione. La logica del "prepararsi alla guerra per ottenere la pace" è pericolosa e fallace. Si basa sull'idea che la forza sia l'unico modo per garantire la sicurezza.
Ma la storia ci insegna che questa è un'illusione. La corsa agli armamenti non ha mai portato alla pace, ma solo a una spirale di tensione e sfiducia che ha alimentato nuovi conflitti. Esempio lampante è la storia dell'antica Roma, spesso citata a sostegno del "si vis pacem, para bellum". I Romani erano una potenza militare formidabile, ma la loro storia è costellata di guerre di conquista e di sanguinose repressioni. La loro "pace" era imposta con la forza e non era altro che una tregua precaria tra periodi di guerra.
Le parole di Charles Michel, "Se vogliamo la pace prepariamoci alla guerra", sono pericolose e fuorvianti. Ci conducono su un sentiero che può portare solo a nuovi conflitti e sofferenze. È tempo di ripudiare la logica della guerra e di abbracciare la via della pace.
In uno scenario di possibile guerra nucleare il detto latino "si vis pacem, para bellum" appare terribilmente datato.
E incontra un problema insormontabile: la guerra porterebbe all'uso delle armi atomiche.
La vera pace non si costruisce con le armi, ma con la diplomazia, il dialogo e la cooperazione. Bisogna investire nella cultura della pace, nell'educazione alla nonviolenza e nel rispetto del diritto internazionale. Solo così potremo costruire un futuro libero dalla guerra.
PROMPT
Sei un giornalista pacifista. Scrivi un articolo in cui esprimi tutto il suo disaccordo verso il detto latino "si vis pacem para bellum". E collegalo alla guerra in Ucraina. Charles Michel ha infatti detto: “Se vogliamo la pace prepariamoci alla guerra”. Sottolinea che i romani con questo detto non volevano la pace ma volevano la guerra, e infatti la storia dei romani è stata una storia di guerre.
Articoli correlati
- Sulla stampa ucraina si parla già di "tradimento"
La NATO sull'orlo di una crisi di nervi
Le iniziative di Trump stanno generando nervosismo e malumore tra coloro che speravano in una vittoria militare dell'Ucraina e nel suo ingresso nella NATO. La prospettiva di negoziati che potrebbero comportare concessioni significative alla Russia è vista come una minaccia.13 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti - In Ucraina è anche morto un renitente alla leva di 32 anni catturato dai reclutatori militari
Obiettore di coscienza ucraino è in ospedale con il cranio fratturato
Questi episodi si inseriscono in un contesto più ampio di repressione nei confronti dei renitenti e degli obiettori di coscienza in Ucraina. Stepan Borysovych Bilchenko, assistente di laboratorio presso l'Università Nazionale Ivan Franko di Leopoli, è stato trovato privo di sensi nei pressi di Kiev.10 febbraio 2025 - Redazione PeaceLink - Albert - bollettino pacifista dal 3 al 9 febbraio 2025
Lo dicono i dati: l'aumento delle spese militari Nato è ingiustificato
Dal 2014 al 2024 la spesa della Nato è cresciuta di oltre 250 miliardi di dollari, mentre quella russa ha avuto un incremento di 40 miliardi di dollari. Il raffronto è impietoso. Mercoledì prossimo ragioneremo di questo in un webinar del coordinamento contro l’invio di armi in Ucraina.9 febbraio 2025 - Redazione PeaceLink - Dati 2014-2024
Comparazione fra le spese militari della Nato con quelle della Russia
La Russia ha aumentato le spese militari da 69 a 109 miliardi di dollari mentre la Nato le ha aumentate da 910 a 1185.8 febbraio 2025 - Redazione PeaceLink
Sociale.network