Gli euromissili renderanno questo mondo un posto ancora più pericoloso
Negli ultimi decenni, l'Europa ha vissuto periodi di relativa stabilità e sicurezza, spesso percepiti come conquiste definitive di un continente che ha conosciuto due guerre mondiali e una Guerra Fredda. Tuttavia, l'ombra della militarizzazione nucleare non ha mai smesso di incombere. Oggi, con la rinascita degli euromissili, il mondo si trova di fronte a una minaccia che potrebbe rendere il nostro pianeta un luogo ancora più pericoloso.
Il ritorno degli euromissili
Negli anni '70 e '80, l'Europa è stata il teatro principale della corsa agli armamenti nucleari tra Stati Uniti e Unione Sovietica. La richiesta di installazioni nucleari da parte dei leader europei come Margaret Thatcher, Helmut Schmidt e Bettino Craxi, in risposta alla minaccia sovietica, portò a un'intensificazione della militarizzazione. Questa politica culminò nell'installazione di missili nucleari Cruise e Pershing sul territorio europeo.
Tuttavia, il crescente movimento internazionale per il disarmo degli anni '80, con manifestazioni che riempirono le piazze di tutta Europa, riuscì a creare le condizioni per gli storici accordi INF del 1987, firmati da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov. Questi accordi portarono allo smantellamento dei missili di medio raggio e a una significativa de-escalation delle tensioni nucleari.
Una nuova era di instabilità
Oggi, con il ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal Trattato INF nel 2019 e la sospensione russa dal New START nel 2023, il mondo si trova nuovamente sull'orlo di una nuova corsa agli armamenti nucleari. Il conflitto russo-ucraino e l'assenza di leader della statura di Gorbaciov rendono la situazione ancora più critica. Le attuali politiche di potenza, sia da parte degli Stati Uniti che della Federazione Russa, stanno alimentando un clima di insicurezza globale.
L'Europa, che dovrebbe rappresentare un bastione di stabilità e pace, si trova invece a fare i conti con la possibilità di diventare nuovamente un campo di battaglia nucleare. La mancanza di una politica estera europea indipendente e la sudditanza alle logiche di potenza delle superpotenze mondiali compromettono la sicurezza del continente.
Le conseguenze di un mondo militarizzato
Il ritorno degli euromissili non solo aumenta il rischio di conflitti nucleari, ma ha anche profonde implicazioni sociali ed economiche. L'aumento delle spese militari distoglie risorse preziose da settori cruciali come l'istruzione, la sanità e il welfare, aggravando le disuguaglianze sociali e minando la coesione interna dei paesi europei.
Inoltre, la crescente militarizzazione alimenta un clima di paura e sospetto, che può portare a una restrizione delle libertà civili e a un aumento delle tensioni interne. La storia ha dimostrato che l'accumulo di armamenti non porta mai a una vera sicurezza, ma solo a un'escalation delle tensioni e a una maggiore instabilità.
La necessità di un movimento per il disarmo
In questo contesto, è fondamentale la mobilitazione dei movimenti pacifisti e disarmisti. Tuttavia, questi movimenti devono affrontare sfide significative, come la mancanza di coesione e la difficoltà nel raggiungere una massa critica di sostenitori. Le campagne per la pressione sulle banche armate e per la promozione delle banche etiche sono iniziative importanti, ma devono essere amplificate per avere un impatto significativo.
L'Europa ha bisogno di un nuovo movimento per il disarmo, capace di riunire le forze progressiste e di promuovere un'alternativa credibile alle politiche di potenza. Solo attraverso un impegno collettivo e una visione condivisa di pace e sicurezza si potrà sperare di evitare un futuro segnato dalla minaccia nucleare.
Conclusioni
Gli euromissili rappresentano una minaccia tangibile alla sicurezza globale. Il ritorno a una logica di confronto nucleare potrebbe rendere il mondo un luogo ancora più pericoloso, aggravando le tensioni internazionali e distogliendo risorse fondamentali dallo sviluppo umano. È imperativo che l'Europa, insieme al resto del mondo, lavori per il disarmo e per la costruzione di un futuro basato sulla cooperazione e la pace.
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