Che cosa del ragionamento umano non può essere implementato

L’intelligenza artificiale come grande sfida

Una panoramica storica e filosofica per analizzare i limiti dell’Intelligenza Artificiale nel replicare pienamente la complessa capacità umana di generare approcci logici alternativi. Il saggio affronta anche le implicazioni etiche e politiche connesse all'ambito militare.
23 dicembre 2024
Antonino Drago

Algoritmi e data center

Sommario. Il presente articolo caratterizza in un quadro storico e filosofico la sfida improvvisa rappresentata dall’introduzione dell’intelligenza artificiale nella vita sociale. È drammatico anche perché è molto aggravato dalla povertà culturale di questo quadro. Qui viene sfruttata una novità culturale: un modo alternativo di organizzare una teoria scientifica che già secoli fa venne applicata da molti eminenti scienziati, anche quelli più rivoluzionari nella storia della scienza. In questa organizzazione il modo di argomentare appartiene alla logica intuizionista, che si avvale in particolare delle proposizioni doppiamente negate, degli argomenti ad assurdo e del principio di ragione sufficiente. È
dimostrato che l’intelligenza artificiale, gestita secondo la logica classica, non può implementare nessuna di queste tre caratteristiche di un’organizzazione teorica di questo tipo. Questo risultato implica che il test di Turing può essere superato. Si suggeriscono piuttosto una nuova definizione di “intelligenza” e un nuovo test di intelligenza sulla base della logica intuizionista. Come misura politica concreta si suggerisce di abolire le guerre, riducendo gli esseri umani ad agire secondo la logica classica come fanno i robot.

Note: Il saggio di Antonino Drago, intitolato "L’intelligenza artificiale come grande sfida", analizza in profondità i limiti dell’IA nel replicare pienamente il ragionamento umano, collocandosi all’incrocio tra filosofia, logica e storia della scienza.

L’autore affronta una questione cruciale: cosa dell’intelligenza umana è irriducibile e non replicabile da un’IA? La risposta è individuata nell’incapacità dell’IA di operare entro una logica diversa da quella classica.Antonino Drago introduce un’organizzazione alternativa delle teorie scientifiche, chiamata organizzazione basata sui problemi (Problem-Oriented, PO), contrapposta al modello assiomatico-deduttivo. In questa nuova struttura, centrale è il ruolo delle proposizioni doppiamente negate (DNP), che la logica classica non può trattare in modo efficace. Le DNP, come dimostrato dall’analisi delle Leggi della Robotica di Asimov, sono fondamentali per comprendere i limiti dell’IA nella gestione di problemi complessi.

Il testo si snoda attraverso un’ampia panoramica storica e filosofica: l’autore analizza come la scienza moderna si sia separata dalla saggezza tradizionale e abbia ignorato approcci logici alternativi, lasciando spazio a un’incertezza epistemologica che ora emerge nel contesto dell’IA. Antonino Drago evidenzia come, nella storia della scienza, l’approccio basato sulla logica intuizionista abbia prodotto rivoluzioni teoriche (es. termodinamica, meccanica quantistica), dimostrando l’importanza di un’alternativa al pensiero classico.Dal punto di vista pratico, l’autore dimostra che l’IA non può superare certi test di intelligenza basati sulle DNP e suggerisce dunque un nuovo criterio per valutare l’intelligenza, fondato sulla capacità di operare tra logica classica e intuizionista.

Infine, il saggio propone implicazioni etiche e politiche. Antonino Drago invita a riflettere sull’interazione uomo-macchina, sottolineando i pericoli delle cyberguerre e richiamando l’urgenza di una nuova etica collettiva per governare le interazioni con l’Intelligenza Artificiale. Citando Einstein, Drago conclude che il progresso tecnologico deve essere accompagnato da un analogo progresso morale dell’umanità.

Scriveva Einstein: "L’uomo dovrebbe usare [la scienza] per obiettivi ragionevoli. Quando gli ideali dell’umanità sono la guerra e la conquista, quegli strumenti diventano pericolosi quanto un rasoio nelle mani di un bambino di tre anni".

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