Intervista a Stefania Maurizi su Julian Assange oggi
La premiata giornalista sarà poi a Savona, giovedì 30 gennaio, per raccontare la vicenda Assange in dialogo con il Magistrato Enrico Zucca, presso il Cinema Nuovofilmstudio in Piazza Rebagliati. La presentazione, alle ore 18, sarà seguita alle ore 21 dalla proiezione del film “Ithaka” che descrive l’odissea del padre di Assange per liberarlo dal carcere.
Assange è stato liberato lo scorso 26 giugno: come sta ora, dopo 14 anni di prigionia?
“Oggi si sta riprendendo, solo che ha bisogno di molto tempo”, risponde Maurizi. “E io lo capisco. Ogni volta che gli facevo visita mentre era rinchiuso nell’Ambasciata ecuadoriana di Londra, in una piccola stanza angusta senza la luce del sole, uscivo dicendo a me stessa che sarei impazzita dopo sette mesi, non dopo sette anni, come nel suo caso. E che dire poi di quegli altri 5 anni e 2 mesi passati nella prigione più dura del Regno Unito, sempre in solitudine in una piccola cella d’isolamento? Erano condizioni di tortura psicologica, lo ha constatato ufficialmente il Relatore Speciale dell’ONU coadiuvato da due medici specialistici. Quindi ci vorranno diversi mesi, forse un anno di convalescenza.”
Poi cosa farà?
“Sarà una decisione sua. Ha già dato tanto all’umanità. Nel contempo, tocca a noi cittadini attivarci per portare avanti la sua battaglia contro l’uso improprio del Segreto di Stato per coprire abusi e crimini di Stato. Possiamo, ad esempio, andare sul sito allestito da suo fratello Gabriel (www.action.assangecampaign.org) per firmare una petizione chiedendo a Trump una grazia presidenziale per Julian.”
La grazia? Perché?
“Ciò ripulirebbe la sua fedina penale; inoltre, lancerebbe un forte segnale al Congresso statunitense che la condanna di Julian è stata uno sbaglio, dovuto ad un uso troppo ampio di una legge concepita per punire spie. Il giornalismo investigativo non va equiparato allo spionaggio! Quindi dobbiamo assolutamente modificare quella legge per impedire che venga usata in futuro contro altri giornalisti scomodi, anche qui in Italia. E una grazia spingerebbe in quella direzione. Ma la semplice firma sulla petizione, se fatta in tanti, servirebbe a dimostrare che il pubblico non si arrende, vuole un giornalismo libero. Come si vede, il caso Assange ci riguarda ancora oggi.”
Come mai, dopo 14 anni, gli Stati Uniti hanno finalmente accettato di rilasciare Julian?
“Si tratta di tutt’un intreccio di ragioni che ho spiegato compiutamente nella nuova edizione del mio libro "Il potere segreto – Perché vogliono ancora distruggere Julian Assange e WikiLeaks". Ma per semplificare, diciamo che la chiave di svolta è stato l’orientamento espresso dall’Alta Corte londinese di rigettare la richiesta statunitense di estradizione di Julian. Prima del pronunciamento ufficiale del verdetto, il Dipartimento della Giustizia USA si è affrettato a stipulare con Julian un patteggiamento: Julian ammette la “colpa” di aver rivelato documenti secretati di interesse pubblico, come fanno tutti i giornalisti investigativi, e il governo statunitense si soddisfano dei 5 anni che Julian ha già passati in prigione a Londra.
Che possiamo fare, noi cittadini, in attesa che Julian riprenda WikiLeaks, per avere notizie di cui ci possiamo fidare e così evitare le fake news?
“Dobbiamo chiederci a chi e a cosa servono le notizie che ci vengono presentate, se servono ai grandi gruppi di interessi o se servono a noi comuni cittadini con i nostri bisogni. Suggerisco inoltre di scegliere uno o più giornalisti e di seguirli per capire da che parte stanno. Infine, dobbiamo pretendere da chi scegliamo come punto di riferimento, non il giornalismo copia-incolla, ma il giornalismo vero, quello investigativo.”
Lei era già stata a Como alcune volte in passato, ma solo di passaggio, vero? Questa, dunque, sarà la prima volta che potrà finalmente godere il lago, conoscere l’industria della seta, magari assaggiare le specialità gastronomiche come la polenta uncia, la miascia, il missoltino.
“Infatti e a me piace conoscere la realtà locale. Poi, conoscere una comunità è anche conoscere il suo cibo, che è parte integrante della sua cultura.”
Articoli correlati
- Primo discorso in publico del cofondatore di WikiLeaks dopo anni di reclusione
Julian Assange e i suoi sostenitori passano all’attacco
A Strasburgo, a New York e a Londra, Assange e i suoi sostenitori cominciano a chiedere conto degli eventuali illeciti commessi dai governi responsabili dei 14 anni di persecuzione giudiziaria inflitti al giornalista australiano.27 settembre 2024 - Patrick Boylan - L'attualità del pensiero di Julian Assange
Qual è lo scopo del giornalismo se i crimini di guerra non si possono pubblicare?
Stefania Maurizi, John Goetz e Christian Mihr hanno partecipato alla Libreria Georg Büchner di Berlino a un dibattito sullo scopo del giornalismo se non è possibile pubblicare, in quanto secretati, i crimini di guerra e le altre illegalità che uno Stato può commettere. Eccone un resoconto.18 dicembre 2023 - Redazione Pressenza di Berlino - In una suggestiva cerimonia tenutasi nella Sala dei Baroni dell’imponente Castel nuovo di Napoli
Napoli consegna a Stella Assange il certificato di cittadino onorario attribuito al marito Julian
Venerdì scorso (10 novembre), il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha consegnato la pergamena di cittadinanza onoraria per Julian Assange nelle mani della moglie, Stella Moris Assange, venuta per l’occasione nella città partenopea.12 novembre 2023 - Patrick Boylan - Inizia il tour italiano del film Ithaka
“Sì, Robert F. Kennedy jr. me l’ha detto: se eletto, libererò subito tuo figlio.”
Così il padre di Julian Assange ha risposto in remoto, dopo la proiezione del suo film Ithaka, ad una delle tantissime domande degli spettatori che gremivano la sala di un cine teatro comasco. Segue un sunto delle risposte principali date.23 giugno 2023 - Patrick Boylan
Sociale.network