Brevetti software in Europa
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Il risultato del compromesso approvato dal Consiglio dei ministri è addirittura peggiore della proposta originaria, perché potenzialmente permette di brevettare qualunque programma per elaboratore.
Una tale legislazione sarebbe deleteria per il tessuto produttivo europeo legato alle moderne tecnologie, che è costitutito in massima parte di piccole e medie imprese utilizzatrici o produttrici di software. Infatti, una forte protezione brevettuale in questo campo avvantaggia solo chi ha già registrato un gran numero di brevetti e può quindi stringere accordi di non belligeranza con le altre grandi imprese.
In questo modo si creano artificialmente delle "barriere all'ingresso" per le nuove aziende, piccole o grandi che siano, limitando quindi l'offerta ed impedendo la naturale diminuizione dei prezzi dovuta alla competizione.
Il software libero è particolarmente vulnerabile ad una legislazione che ammetta i brevetti software, perché le licenze libere permettono la libera copia senza vincoli. Essendo quindi incompatibili con la copertura brevettuale come normalmente adottata, i programmi liberi sono costretti ad un pericoloso slalom nel campo minato dei brevetti.
Grazie alle pressioni effettuate dalle associazioni di categoria, e dopo la lettera aperta dell'eurodeputato Marco Cappato, prima il ministro all'Innovazione e Tecnologia Lucio Stanca e subito dopo il viceministro all'Economia e Finanze Mario Baldassarri hanno dichiarato la loro posizione di contrarietà, ed il Governo italiano si è astenuto dal votare la risoluzione proposta dalla presidenza irlandese, sponsorizzata da importanti multinazionali del software.
Il nostro governo ha quindi svolto correttamente il proprio ruolo, ma purtroppo questo non è stato sufficiente, a causa soprattutto del cambio di fronte di alcuni paesi che avevano espresso dichiarazioni di voto diverse. A meno che qualcuno dei rappresentanti ritiri il proprio voto nella prossima riunione di metà giugno, il testo approvato dal Consiglio europeo di maggio sarà discusso dal nuovo Parlamento europeo nei prossimi mesi.
I cittadini europei possono influire su questi eventi, e indicare agli eurodeputati col loro voto la propria contrarietà ai brevetti software, per una società che sia centrata sui bisogni e le libertà del cittadino, piuttosto che sugli interessi e le rendite di posizione di pochi.
È per questo che segnaliamo l'impegno che diversi candidati hanno preso pubblicamente riguardo a diverse questioni, fra cui i brevetti software, sottoscrivendo un appello proposto da diverse associazioni.
Ed è per questo che teniamo a ricordare che gli eurodeputati Armando Cossutta (GUE, Partito dei Comunisti Italiani), Cristiana Muscardini (UEN, Alleanza nazionale), Marco Cappato (NI, Lista Emma Bonino) hanno riconosciuto l'importanza della questione, orientando nel senso corretto le scelte dei propri schieramenti quando il Parlamento Europeo votò in proposito il 24 settembre scorso.
In particolare l'eurodeputato Marco Cappato, del Partito Radicale Transnazionale, ha condotto l'organizzazione a Roma di una conferenza sui brevetti software, contribuendo così a diffondere la consapevolezza del rischio che il Parlamento Europeo ha di seguito sventato con il suo voto. Cappato ha successivamente pubblicizzato, assieme ad Emma Bonino, la necessità di opporsi alla direttiva come originalmente concepita.
Altre informazioni sui brevetti software sono disponibili alla pagina http://softwarelibero.it/progetti/brevettisw/
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