Si riaccende la cyberwar Corea-Cina
Seul (Corea del Sud) - Verrebbe da chiedersi quanti e quali sono i dati classificati mantenuti dai server istituzionali connessi ad Internet in tutto il mondo dopo che l'intelligence sudcoreana ha annunciato che cracker cinesi hanno copiato online informazioni top secret.
L'annuncio segna il riemergere di una cyberwar tra Cina e Corea del Sud che solo di quando in quando arriva agli onori delle cronache e che perlopiù corre sommersa tra i canali dei servizi segreti dei due paesi.
I servizi sudcoreani considerano gli attacchi subiti di estrema gravità, visto che i cracker hanno avuto accesso ad almeno 10 diverse agenzie governative e centinaia di computer di Stato, compresi i network della Difesa e in particolare quelli coinvolti nello sviluppo di nuovi armamenti.
Sebbene l'intelligence abbia fatto capire di non avere certezza di quali materiali siano stati effettivamente visionati dai cracker, che avrebbero usato dei trojan per ottenere i documenti, il governo sudcoreano ha immediatamente chiesto a quello cinese di condurre una propria inchiesta sull'accaduto. Sul piano formale, naturalmente, nessuna accusa è stata formulata nei confronti del regime di Pechino. I cracker avrebbero utilizzato per il loro attacco anche quel cavallo di Troia noto come Peep il cui autore è stato arrestato a Taiwan nei mesi scorsi.
Secondo gli esperti della difesa informatica della Corea questi attacchi non hanno precedenti non solo per ampiezza e sistematicità ma anche per capacità di arrivare "in profondità". "Sospettiamo - ha dichiarato uno dei responsabili del Centro per la Cybersicurezza Nazionale - che informazioni chiave siano trapelate".
Rimangono evidentemente aperte le domande sulla gestione della sicurezza per i computer violati e i quesiti che possono sorgere sulla possibilità che agenzie di tale importanza siano "infettate" da un trojan come Peep.
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