In Europa il 37 per cento del software è piratato
MILANO - I software non originali costano meno e possono essere usati con sempre minore difficoltà. Motivo per cui il loro commercio aumenta e coinvolge un business sempre più grande, creando apprensione tra le ditte produttrici di programmi. Di fronte a queste preoccupazioni la Business software alliance (Bsa), un'organizzazione internazionale che tenta di contrastare la duplicazione illegale di programmi, ha deciso di fare una stima concreta dei dati. Ha commissionato la ricerca alla Idc, società specializzata in ricerche di mercato, e ha scoperto che il 37 per cento del software utilizzato nell'Unione europea è piratato e coinvolge un buisiness di 8 miliardi di euro. Dalla ricerca emerge che l'Italia è tra i paesi in cui il commercio di programmi pirati è più diffuso. Il 49 per cento dei software usati In Italia è contraffatto e riguarda un buisiness di 913 milioni di euro. Le percentuali più alte riguardano invece i paesi neo-entrati nell'Unione, con la punta massima del 63 per cento in Grecia.
UNA RICERCA CHE COINVOLGE 86 PAESI - Lo studio commissionato dalla Bsa sulla pirateria analizza i principali segmenti del mercato del software, come i sistemi operativi, il software consumer e il software sviluppato sui mercati locali. «La ricerca della Idc - ha detto Beth Scott, vice presidente della Bsa - indica chiaramente che i produttori di software nazionali europei sono colpiti dalla pirateria tanto quanto i produttori internazionali». Per la sua analisi, la Idc ha attinto ai dati mondiali relativi alle vendite di hardware e software. Ha condotto più di 5.600 interviste in 15 Paesi e ha utilizzato i propri analisti presenti in tutto il mondo per valutare le condizioni locali dei vari mercati. La Idc ha identificato il tasso di pirateria e il valore del software pirata utilizzando dati in suo possesso sulle vendite di Pc, software e licenze di tutti gli operatori del settore in 86 Paesi.
LA RISPOSTA DELLA BSA - In risposta allo studio, la Bsa ha annunciato un piano strategico per affrontare il problema della pirateria software nell'Unione Europea. In primo luogo, dice l'associazione, cercherà di educare la gente al rispetto della proprietà intellettuale, attraverso attività rivolte soprattutto ai giovani, svolte nelle scuole, nelle università e nelle aziende europee. E poi cercherà di incoraggiare laricerca e lo sviluppo per sostenere la crescita dell'economia digitale in Europa. «Il nostro intervento - ha detto Scott - può aver successo solo con il sostegno dei governi europei. Concreti miglioramenti possono avvenire solo per mezzo di radicali cambiamenti legislativi e con la difesa da parte dei governi della proprietà intellettuale e dei settori creativi».
CROLLANO LE VENDITE DI CD VERGINI IN ITALIA - Intanto in Italia crolla la vendita di cd e dvd vergini. La causa è l'aumento di prezzo. Su ogni cd vergine infatti si paga una percentuale destinata ai detentori di diritti d'autore in quanto quel cd, con buona probabilità, verrà usato per copiare opere protette da copyright. L'aumento dei prezzi per ogni cd, dovuto a questo provvedimento, secondo l'Asmi, l'associazione che riunisce le industrie che producono sistemi e supporti multimediali, varia tra l'80 e il 100 per cento. E la diminuzione delle vendite di cd vergini, sempre secondo l'Asmi, è del 60 per cento.
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