Cracker nordcoreani capaci di tutto

Dopo decenni di preparazione la Corea del Nord avrebbe messo a punto un esercito di soldati hi-tech che sta già colpendo all'estero. Lo dice Seul. Attacchi anche in Italia?
5 ottobre 2004
Punto Informatico

Seul (Corea del Sud) - Da lungo tempo gli esperti si dicono sicuri che la Corea del Nord stia allestendo un team di cracker capaci di colpire all'estero su ordine del Governo ed ora un rapporto presentato al parlamento sudcoreano, firmato dall'intelligence di Seul, indica che un piccolo esercito di cyberscassinatori è stato effettivamente messo in campo dal governo veterocomunista di Pyongyang.

"Le capacità di guerra tecnologica della Corea del Nord - si legge nel rapporto presentato dalla Commissione per la difesa nazionale del parlamento della Corea del Sud - si ritiene abbia raggiunto quella dei paesi avanzati".

In sé la dichiarazione difficilmente può essere considerata una sorpresa: Pyongyang non ha mai fatto mistero in questi anni, e soprattutto negli ultimi due, di voler mantenere le proprie capacità offensive ai massimi livelli, ufficialmente a causa della montante tensione internazionale.

Non solo, già la Cina in passato è stata accusata di aver creato un piccolo agguerrito esercito telematico per colpire all'estero, una cyber-milizia che secondo qualcuno sostiene la cyberwar pluriennale condotta contro Taiwan. E va anche segnalato che proprio la Corea del Sud ha recentemente denunciato le attività di cracker cinesi che, secondo i servizi segreti di Seul, potrebbero essere manovrati direttamente dal governo di Pechino.

Stando all'intelligence sudcoreana, i cracker nordcoreani avrebbero già iniziato ad agire contro server governativi ed universitari all'estero persino durante il proprio addestramento: cinque anni di training studiato per metterli in condizione di lanciare un attacco informatico o raccogliere materiali classificati via internet.

Esperti come Vladimir Golubev, direttore del CCRC, il Computer Crime Research Center, da tempo hanno parlato della cosiddetta "minaccia nordcoreana". Secondo Golubev "un'accademia militare specializzata in electronic warfare ha creato 100 cybersoldati ogni anno per almeno due decenni. I laureati dei programmi di cracking del Mirim College sono capaci di tutto quello che va dallo scrivere virus informatici a penetrare nei network di difesa o nei sistemi di puntamento missilistici".

In Italia c'è chi pensa che cracker asiatici di varie nazionalità siano già al lavoro. Secondo gli esperti di Yarix, società specializzata in sicurezza, sono molti i segnali di attacchi provenienti dall'Oriente, Cina e Corea in testa, aggressioni che un domani potrebbero avere come obiettivo non più soltanto dati sensibili o spionaggio industriale ma anche "interessi strategici a livello globale". Secondo Stefano Meller di Yarix: "Questa scelta politico-organizzativa, effettuata a livello governativo, apre la strada ad una nuova strategia di difesa nazionale: avere un reparto specializzato ed attrezzato ad affrontare una possibile guerra tecnologica".

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