L'eterna lotta tra Windows e Linux
L'accusa che è stata mossa a Microsoft, quella di considerare solo i pareri favorevoli, è stata ora girata anche a Novell, giustamente, a mio parere.
Novell sottolinea quelli che sono considerati i punti forti del pinguino: sicurezza, performance, costo e licenze, senza tuttavia menzionare, come ovvio del resto, quelli che sono in realtà i punti dolenti: supporto hardware, alcuni vistosi buchi nel parco applicativi (software per CAD/CAM ad esempio), montaggio audio video eccetera.
E' ovvio che le aziende cerchino di sviare su dettagli scomodi, nessuno se ne stupisce, quindi nulla di nuovo.
Ognuno può leggere i documenti forniti da entrambe le parti e trarre le proprie conclusioni al fine di decidere che cosa è meglio per il proprio business.
Prima di procedere oltre voglio segnalarvi una piccola chicca: nella lettera di Steve Ballmer, CEO di Microsoft, sul confronto tra i due OS si fa riferimento al fatto che Red Hat abbia un numero di bug riscontrati quattro volte più numerosi rispetto a quelli di Windows, questo secondo una statistica di Secunia.
All'inizio del documento però, Secunia tiene a precisare il report di cui sopra, non può essere utilizzato per raffrontare prodotti differenti in quanto i bug conteggiati fanno riferimento all'intero pacchetto, comprendente quindi anche il software in bundle. E' insomma come se venissero conteggiati nei bug di Windows anche quelli di Office, SQL Server, IIS, ICQ, Acrobat Reader, ecc.
Mentre leggevo e mi documentavo sono sorte nella mia mente alcune perplessità: esistono centinaia di distribuzioni Linux differenti, questo è il bello e il brutto dell'open source; chiunque può, con un po' di buona volontà, creare una propria distribuzione.
Il lato negativo di lasciare la completa libertà agli utenti è che avere tante distribuzioni crea confusione, in particolare a chi non è pratico del mondo Linux: tra versioni specializzate (vedi smoothwall), ridotte (vedi damn small linux), e patchate, parlare di un confronto Linux Windows mi sembra un po' azzardato. Forse sarebbe più logico un confronto Windows vs SuSE o Windows vs Fedora. Chi ha mai provato anche solo per curiosità Linux sa che Slackware e Mandrake non sono la stessa cosa. L'ambiguità generata dall'uso di Linux quale termine di paragone, viene dipanata solo al momento opportuno, quando c'è una statistica da citare con orgoglio.
Un altro punto importante è che cosa viene considerato un valore o un costo: per chi ha bisogno di uptime elevati riavviare la macchina per installare una patch o un programma può essere un dettaglio importante, viceversa non esserlo per chi con il PC al massimo condivide una cartella. Ci sono costi nascosti, difficilmente quantificabili, spesso trascurati, come il tempo perso per il crash della macchina o per un'infezione causata da un virus, costi per la formazione del personale, eccetera.
Se prendiamo in considerazione un'azienda avremo postazioni per i dipendenti, uno o più server per i file e la posta, probabilmente applicativi specializzati o addirittura personalizzati, database e hardware ammortizzato in più anni e di marche differenti. In una realtà così poco omogenea è difficile stabilire i costi ed i vantaggi; sapere che il tal fastfood in Germania ha risparmiato installando Linux mi può far piacere, ma forse non è molto significativo.
Questi documenti sono insomma da prendere con cautela e qualora vogliate seriamente valutare un'opportunità, fatevi fare un piano personalizzato.
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