VeriSign, un dominio a caro prezzo
Internet è usata da centinaia di milioni di uomini e donne, ma pochi sanno che l'amministrazione dei domini (i suffissi .it, .com, ecc. che accompagnano gli indirizzi dei siti) è nelle mani di un pugno di società, che si spartiscono una torta molto appetitosa. Tra queste, la californiana VeriSign si occupa dei domini .com e .net, che le fruttano ogni anno circa 250 milioni di dollari. Ma il quadriennale contratto di gestione per i domini .net è agli sgoccioli (scade il prossimo 30 giugno), e oggi stesso decade il termine ultimo per la presentazione delle domande per la gara d'appalto. Almeno tre sono le aziende rivali che hanno intenzione di concorrere: l'americana NeuStar, che amministra i domini .biz, l'irlandese Afilias che gestisce i .info e la tedesca Denic, che già si occupa degli otto milioni di siti terminanti in .de. Per dare un'idea del giro d'affari dietro questo business, alcune cifre: i domini .net rappresentano ben cinque milioni di siti web, che si traducono in milioni di pagine visitate ogni giorno, 150 miliardi di email e circa un milione e mezzo di dollari di transazioni quotidiane, secondo i dati forniti dalla stessa VeriSign.
Nominare il DotNet Domain Manager dei prossimi quattro anni sarà compito dell'Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l'organizzazione internazionale no-profit preposta, tra le altre cose, a gestire il sistema dei dominii. Ma l'ente si trova ora in una posizione scomoda, a causa dei recenti scontri con VeriSign circa un loro servizio che reindirizzava qualunque nome di dominio errato o inesistente che terminasse con .net o .com verso un motore di ricerca denominato «Site Finder» e corredato da annunci pubblicitari. Un giochetto in grado di raddoppiare gli introiti di VeriSign, che l'Icann non ha gradito, imponendo la sospensione del servizio. VeriSign ha risposto con una querela, accusando l'ente di abusare del proprio ruolo di garante.
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