Caso SCO, il giudice perde la pazienza
Troppe parole, poche prove e il giudice che sta valutando la querela contro IBM, accusata di avere distribuito parte del codice Unix in violazione ai diritti di SCO, sembra essere sul punto di perdere la pazienza. Questa l'impressione che si ricava da alcune dichiarazioni rilasciate in un pronunciamento diffuso della giornata di ieri e che sembrano non deporre a favore della posizione della società dello Utah.
Secondo Dale Kimbal, il magistrato chiamato a pronunciarsi sulla vicenda che iniziata quasi due anni fa ha messo a rumore il mondo dell'open source e preoccupato le imprese di tutto il modo che usano Linux, "è stupefacente come pur a fronte di una pletora di pubbliche dichiarazioni a proposito delle menzionate violazioni dei diritti di copyright di Linux SCO non abbia ancora presentato alcuna evidente prova riguardo al fatto che IBM abbia infranto i presunti diritti della stessa SCO attraverso le attività Linux". La durezza dei termini e l'impressione che davvero il magistrato possa avere perso la pazienza per l'impossibilità, in conseguenza della fumosità delle accuse, a pronunciarsi sulla richiesta di una sentenza preliminare sul caso, per molti osservatori suonano come una campana d'allarme per SCO.
Nonostante IBM non sia riuscita ad ottenere, come richiesto, la dismissione delle accuse, la dichiarazione della Kimbal è vista dalla maggior parte degli osservatori come una spada di Damocle che pende sulla testa dell'intero caso. Difficilmente, infatti, il giudice avrebbe potuto a questo punto essere in una migliore posizione di quello che la mette nella condizione di avere il magistrato che sostiene le sue stesse tesi: SCO portava avanti una battaglia di parole ma non fornisce fatti. Una posizione sostenuta anche dal mondo open source che fin all'inizio aveva chiesto alla società che detiene i diritti di Unix a mostrare dove il codice del sistema operativo fosse stato impiegato i Linux.
Il caso SCO è uno dei più complessi e importanti degli ultimi anni nell'ambito dei diritti sui sistemi operativi. Partita ad inizio 2004 la vicenda coinvolge non solo IBM e Sco, ma anche Red Hat Linux e Novell, in qualità di distributori di Linux, e alcune grandi società americane (tra cui Daimler Chrisler) che fanno uso del sistema operativo open source, portate in tribunale per avere impiegato il sistema operativo. Nell'intrico legale appare anche Microsoft che secondo alcuni difensori del sistema open source sarebbe il grande burattinaio e che avrebbe fornito supporto economico per coprire gli enormi costi legali, altrimenti insopportabili per una società di dimensioni ridotte rispetto a IBM. Infine all'orizzonte si intravedono rischi anche per diversi altri sistemi operativi che, minaccia la stessa SCO, potrebbero essere i prossimi della lista, tra cui Free BSD da cui deriva Mac OS X.
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