Vita da "informatico-missionario"
Gran caldo qui in Rwanda
Non lo dico solo io e Marco (che ci aggiriamo per casa in mutande...con Carla scandalizzata....e allora ci ricomponiamo subito), ma lo dicono anche tutti i rwandesi. Moltissimi di loro in attesa della pioggia per seminare.
E' buffo ricevere mail dall'Italia che parlano di freddo polare, e leggerle a temperature da mutanda casalinga.
Comunque l'atmosfera in casa è davvero buona. Mi trovo molto bene con Carla e Marco. La prima fa la mamma a tutti noi e non perde occasione per riprenderci, io e Marco (quasi coetanei) facciamo i "figli" e prendiamo spesso bonariamente in giro Carla per il cambio generazionale che spesso ci fa avere diverse mentalità. Ma posso decisamente dire che siamo una comunità.
La sera spesso leggiamo anche assieme un passo della quaresima dopo aver mangiato (su proposta di Carla) e se abbiamo un problema tendiamo a riunirci e discuterne assieme. Questo mi fa sentire partecipe. Il tentativo è di far partecipi anche i rwandesi alle nostre dipendenze (i due cuochi, i due guardiani notturni, i due giardinieri) per farli sentire alla pari, ma qui il terreno è piu spigoloso, il salto culturale e di soggezione loro all'uomo bianco è immenso. Forse è come chiedere a me di essere naturale ad un party a holliwood, con G. Clooney & Staron Stone. Simoni, il cuoco più anziano, è quello che ha più confidenza con noi tre missionari, quindi più naturale, quello che ci da consigli e spesso si "sbottona" sulle usanze rwandesi, spiega cosa sta succedendo con i tribunali popolari per il genocidio, o ci aiuta a capire chi con noi è onesto o chi fa il furbo.
Il mio lavoro da insegnante informatico alla scuola, comincia ad entrare nel vivo. Buon rapporto con gli allievi (o almeno così a me sembra....poi, per noi occidentali crediamo spesso una cosa ma per i rwandesi è l'opposto...). La sala computer è quasi pronta e quindi finalmente posso portare gli allievi, almeno in una delle due sale, davanti ad un vero computer. Fino ad adesso mi sembrava di spiegare come "giocare a bridge, senza far usare le carte". Dopo diverse serate passate alla scuola (devo aspettare che arrivi la luce del motore, cioè dalle 18.30 alle 21.30 per poter lavorare extra le ore di lezione) siamo riusciti a far funzionare e formattare con windows 2000, 11 computer. Quindi per adesso, visto che le classi sono a volte anche di 60 allievi, una media di 5 studenti per PC mi trovo a lezione.
Ma il numero dei PC va ad aumentare. Molti erano distrutti dalle manaccie di studenti poco accurati degli scorsi anni, qualcosa era stato rubato, qualcosa la polvere lo ha rotto (gli hard disk). Ma stiamo vedendo PC per PC cosa possiamo ricuperare. Credo che arriveremo ad una 35 ina di PC almeno, nell’apposita sala costruita alla scuola.
Gli studenti sono molto curiosi, e chiedono spesso informazioni su cosa andremo a fare. Internet è un fenomeno che gli incuriosisce (a Kigali è pieno di internet cafè) e mi chiedono in molti di poter fare un sito internet personale almeno per la fine dell'anno. Gli do la risposta del nostro direttore dell'ufficio missionario di Lucca: "Andate tranquilli".
E' bello osservare la diversità di caratteri degli studenti ed in molti ritrovo figure che c'erano anche al mio liceo, e il qualsiasi liceo di ogni paese penso. C'è il furbo simpatico che cerca di aggraziarsi la mia benevolenza, c'è il furbo antipatico, c'è il sempliciotto, il timido, il ribelle...
Ma quando capita non perdo occasione per fermarmici a parlare extra lezione. Con internet gli sto facendo abbastanza sognare ("se avete una buona idea...la potete portare in un secondo in tutto il mondo!") e sento abbastanza delle responsabilità se creerò dei sogni che poi non saranno possibili. Ma credo di si, piano piano (qui dicono: “petiti a petit le oiseau fit son nid", piano piano l'uccellino fece il suo nido).
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