Mappe concettuali e riflessione metacognitiva
Il termine metacognizione si riferisce alla conoscenza che il soggetto possiede sulla natura di un determinato processo e sulla maniera specifica in cui egli lo compie. […] Tutte le volte che stiamo usando un determinato processo cognitivo stiamo facendo cognizione e tutte le volte che abbiamo consapevolezza su di esso stiamo facendo metacognizione. (Cornoldi 1986: p. 94)
Mario Cardona scrive: "L’utilizzo delle mappe concettuali può essere molto utile per la riflessione metacognitiva. Rappresentare il sapere significa infatti, necessariamente, riflettere sui processi utilizzati per pervenire a tale rappresentazione; si tratta dunque di una riflessione metacognitiva che consente di acquisire consapevolezza nell’uso di una determinata strategia e di conseguenza poterla riutilizzare in modo creativo e autonomo. L’utilizzo delle mappe concettuali favorisce la trasformazione di informazioni implicite in conoscenze esplicite; visualizzando i rapporti gerarchici tra i concetti si perviene, infatti, alla ridescrizione rappresentazionale (Cardaci 2000) che è alla base del processo matetico di imparare ad imparare, concetto fondante degli attuali orientamenti pedagogici, che consente a chi apprende di farsi carico della propria personale costruzione di significato (Novak 2001: p. 20)".
Didattica per reti semantiche e grafi di conoscenza
A questa importante funzione delle mappe concettuali nell'ambito della riflessione metacognitiva si può affiancare l'uso di software che sono in grado di generare sia mappe concettuali sia "grafi" più complessi, simili a reticoli. Qui entra in campo la teoria dei grafi. E possiamo parlare di "grafi di conoscenza" (knowledge graphs) che possono avere svariate applicazioni, ad esempio in campo storico. Saper modellare un grafo di conoscenza mediante Obsidian o Hypernotes è un esercizio metacognitivo che rappresenta un'evoluzione della didattica per mappe concettuali. Si passa così dalla didattica per mappe concettuali alla didattica per reti semantiche, producendo "grafi di conoscenza" che assumono a volte forme inaspettate (mentre le mappe concettuali assumono solo la forma che vogliamo noi).
La "navigazione" del knowledge graph è un esercizio particolarmente stimolante con Obsidian e Hypernotes perché è la navigazione di un grafo che può essere esplorato mediante la funzione di "focalizzazione" di un nodo della rete semantica. Con Obsidian o Hypernotes ogni nodo (che può essere l'argomento "guerra", ad esempio) può essere visto nelle sue interconnessioni con il reticolo complessivo, generando una riflessione metacognitiva. All'interno del reticolo vi sono nodi che sono più interconnessi di altri. Si individuano subito a colpo d'occhio in un knowledge graph. E questoci aiuta a definire le Unità di apprendimento, che assumono così una fisionomia di "crocevia" delle relazioni all'interno del reticolo degli argomento studiati.
Alessandro Marescotti