MANIFESTO PER LA LIBERTA' DELLA COMUNICAZIONE ELETTRONICA NEL TERZO MILLENNIO
MANIFESTO PER LA LIBERTA' DELLA COMUNICAZIONE ELETTRONICA NEL TERZO MILLENNIO
Versione 27/2/1999
INTRODUZIONE
NUOVI MODELLI E SISTEMI COMUNICATIVI
I nostri tempi vedono affermarsi un nuovo sistema comunicativo basato sulle
reti.
REALIZZAZIONE DI PRINCIPI DEMOCRATICI
Le reti rappresentano una nuova opportunita' globale per la realizzazione
effettiva di antichi principi democratici e di nuovi principi di
condivisione orizzontale del governo della societa' da parte di singole
persone e gruppi organizzati.
NUOVE LIBERTA' E NUOVI DIRITTI
Una nuova democrazia dal basso puo' oggi sorgere. Noi vogliamo affermare e
difendere, in rete e fuori, nuove liberta' e nuovi diritti, che per
svilupparsi richiedono scelte consapevoli e la definizione di nuovi diritti
per i cittadini di questo mondo.
UNA RETE DI COMUNITA'
Le reti non sono un semplice accostamento di cavi, computer, software e
modem. Non si tratta nemmeno di un insieme multimediale di testi, immagini,
audio e video. La Rete e' anche e soprattutto l'esperienza e la conoscenza
collettiva di innumerevoli comunita', ognuna con le proprie modalita' di
relazione, il proprio linguaggio, le proprie forme di espressione
culturale.
INDICE
- COMUNICAZIONE
- MASS-MEDIA
- INFORMAZIONE
- BBS - BULLETIN BOARD SYSTEM
- TECNOLOGIA
- PRIVACY
- DIRITTI, RESPONSABILITA' E LEGGI
- 7.1 - RESPONSABILITA' PERSONALE
- 7.2 - SEQUESTRI
- 7.3 - RESTRIZIONI
- 7.4 - REGOLAMENTAZIONE ED AMMINISTRAZIONE
- 7.5 - LIBERTA' DEI SINGOLI PAESI
- 7.6 - LEGGI
- 7.7 - USO DELL'INFORMAZIONE
- 7.8 - SEGRETEZZA MILITARE
- 7.9 - AUTORIZZAZIONI
1.1 - ASPETTO FONDAMENTALE PER INDIVIDUI E COMUNITA'
La comunicazione e' fondamentale per la vita di tutti gli individui e delle loro comunita'.
1.2 - PIENO DIRITTO ALLA COMUNICAZIONE
Ciascun individuo ha pieno diritto di partecipare alle comunicazioni e alle decisioni che avvengono all'interno dei sistemi sociali di cui fa parte, come pure ha diritto a non essere limitato nella conoscenza sociale e tecnologica. Il diritto a comunicare include il diritto a partecipare alla comunicazione, attraverso l'interazione, l'organizzazione, l'azione politica, la mobilitazione, la riunione, la collaborazione, la compravendita, la condivisione e la produzione editoriale.
1.3 - COMUNICAZIONE NEGATA
La maggior parte degli abitanti del mondo e' priva delle risorse minime necessarie alla sopravvivenza e alla comunicazione. Meta' degli abitanti del pianeta non ha mai fatto una telefonata.
1.4 - LA COMUNICAZIONE NON E' UNA MERCE
La commercializzazione dei mezzi di comunicazione e la concentrazione della loro proprieta' nelle mani di una oligarchia dei media danneggia tutti e compromette le basi culturali, politiche, produttive e informative su cui poggia la nostra societa', a cominciare dalla pluralita' delle opinioni e dalla diversita' delle culture e dei linguaggi necessari per la democrazia, fino alla limitazione delle possibilita' produttive e creative degli individui.
1.5 - NUOVE OPPORTUNITA'
I nuovi mezzi di comunicazione orizzontali che vediamo oggi sorgere prepotentemente danno delle nuove opportunita' all'affermazione di antichi diritti e definiscono un spazio per nuovi diritti vitali.
1.6 - VALORE CENTRALE DELLA COMUNICAZIONE
La comunicazione nell'era delle reti assume un valore centrale; esserne esclusi significa piu' che mai esclusione dalla stessa possibilita' di esistenza per gli uomini e le donne. La comunicazione e' quindi una risorsa produttiva fondamentale per la vita di tutti gli individui e delle loro comunita'.
2.1 - RISCHI DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE
I mezzi di comunicazione di massa, quando sono accentrati e gerarchici, con la loro capacita' di persuasione e la violenza dei loro messaggi danno una visione negativa della societa'. La verticalita' comunicativa insita in questi mezzi esaspera i conflitti e alimenta paura e sfiducia, rendendo gli individui vulnerabili e dipendenti da un falso senso di sicurezza indotto dallo stesso consumismo dissennato che alimenta l'azione di questi media.
2.2 - RIFIUTO DELLA VIOLENZA
I media hanno il dovere di opporai attivamente all'odio, al pregiudizio, alla violenza, alla guerra. Gli atti violenti non devono essere presentati come fenomeno normale, "virile" o divertente, ma devono essere dimostrate le conseguenze della violenza e le alternative alla stessa.
2.3 - IMMAGINI STEREOTIPATE
Altre violazioni della dignita' e dell'integrita' dell'uomo da evitare sono le imagini stereotipate che distorcono la realta' e la complessita' della vita delle persone. I media non devono ridicolizzare, stigmatizzare o demonizzare persone in base a genere, razza, classe, etnia, lingua, preferenze sessuali, condizioni fisiche o mentali.
2.4 - RISPETTO DELLA GIUSTIZIA
La gente ha il diritto di pretendere che i media rispettino gli standards delle regolari procedure nella cronaca dei processi giudiziari. Cio' implica che i media non devono presumere colpevolezza prima del giudizio di colpa ne' invadere la privacy degli imputati.
2.5 - RISPETTO DEI CONSUMATORI E DEI BAMBINI
Le persone hanno il diritto ad una informazione utile e reale, e alla protezione contro informazioni pubblicitarie distorte ed ingannevoli. I media devono evitare di diffondere promozione camuffata da notizie e intrattenimento, programmi per l'infanzia che utilizzano personaggi o giocattoli a scopo pubblicitario, di creare bisogni, richieste, prodotti e attivita' dispendiosi, inutili, nocivi o dannosi da un punto di vista ecologico.
2.6 - CENSURA
Rivendichiamo la molteplicita' e la pluralita' delle fonti informative, e rifiutiamo qualsiasi forma di censura preventiva o a posteriori da parte di chiunque voglia utilizzare il proprio potere per imbavagliare e reprimere la libera informazione.
2.7 - CONCENTRAZIONE DEI POTERI INFORMATIVI
Denunciamo il modello dittatoriale che domina il flusso planetario delle notizie. La maggior parte delle informazioni che circolano su giornali, telegiornali, radio e riviste provengono da un oligopolio di agenzie di stampa internazionali, che ogni giorno svolgono un'opera di selezione, controllo e filtraggio delle informazioni. La gente comune e' esclusa dal grande circo dei media, i cui attori principali sono le 300 societa' che dominano il mercato dell'informazione mondiale. Di queste societa' 144 appartengono all'america del nord, 80 all'europa, 49 al giappone, e 27 al resto del mondo. 4 agenzie tra queste trecento gestiscono l'80% del flusso delle notizie: sono le americane Associated Press e United Press International, la britannica Reuter e la francese France Presse. Dai soli Stati Uniti viene il 65% delle informazioni mondiali. La quasi totalita' delle informazioni del sud del mondo passa attraverso queste grandi agenzie di stampa prima di raggiungere i nostri giornali e i nostri TG. Spesso le realta' piu' emarginate e le piu' grandi ingiustizie sociali vengono semplicemente ignorate. Tutta l'informazione prodotta al di fuori del cerchio ristretto delle grandi agenzie di stampa viene soffocata e travolta dai colossi dell'informazione. I protagonisti delle notizie vengono immediatamente espropriati delle informazioni che li riguardano, ed immediatamente i fatti vengono raccontati, una volta filtrati dai grandi gestori dell'informazione, senza che coloro che sono parte in causa abbiano la possibilita' di esprimersi. Tutto cio' puo' essere combattuto soltanto garantendo una molteplicita' delle fonti informative e garantendo ad ogni individuo l'accesso a potenti canali comunicativi attraverso il pieno utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione.
2.8 - LIBERTA' DI STAMPA
La concentrazione di grandi gruppi editoriali, televisivi e mass-mediatici, frutto del cammino inesorabile verso il mercato globale, sta soffocando la piccola editoria, l'autoproduzione letteraria, la stampa locale, le piccole riviste delle associazioni e degli organismi no-profit, schiacciati da un "libero" mercato sempre piu' esigente e competitivo. Ogni giorno, nell'indifferenza generale, muoiono riviste, case editrici, piccole radio locali e molte altre forme di espressione editoriale, radiofonica e televisiva che non possono garantire il profitto necessario alla loro sopravvivenza. Questa nuova forma di censura e di limitazione della liberta' di stampa, che si nasconde dietro la presunta ineluttabilita' delle leggi economiche, e' un grave pericolo per la nostra liberta' di espressione, per il nostro pluralismo e per la nostra democrazia. I nuovi bavagli alla liberta' di stampa, alla liberta' giornalistica e alla liberta' editoriale sono bavagli che passano inosservati alla maggior parte delle persone, e proprio per questo rappresentano una preoccupante minaccia per una societa' civile distratta. Di fronte a questa grave crisi editoriale, gia' da tempo avvertita dagli operatori del settore, rivendichiamo il diritto a forme di espressione, di stampa e di scrittura costruite con nuove regole, che diano priorita' ai contenuti e non alla vendibilita' di un prodotto culturale come un libro o una rivista, che favoriscano la produzione di informazione locale, variegata, multiforme, pluralistica e autogestita contro il potere economico di chi puo' permettersi di sostenere i pesantissimi costi fissi necessari per la distribuzione dei propri prodotti editoriali nei supermercati, negli autogrill e nelle edicole di ogni citta' d'Italia.
3.1 - DIRITTO DI ACCESSO
L'accesso all'informazione e ai mezzi di comunicazione (telematici e non) e' un diritto fondamentale per ogni essere umano. Gli stati, le istituzioni, gli operatori pubblici e privati devono garantire operativamente questo diritto. Il vero valore della comunicazione in rete e' rappresentato dalla persone, non dalla tecnologia. Il massimo potenziale della Rete sara' raggiunto solo quando chiunque lo desideri potra' usare la rete in modo aperto e libero.
2 3.2 - PARTECIPAZIONE GARANTITA
Tutti devono poter partecipare alle attivita' dei mezzi di comunicazione, producendo, consultando e rielaborando informazioni, in rete e fuori, senza nessun controllo governativo o commerciale, indipendentemente dalle possibilita' economiche e dalle condizioni fisiche e mentali, senza nessuna discriminazione di sesso, razza, classe sociale, lingua, orientamento sessuale e culturale.
3.3 - RISPETTO DELLE CULTURE E DELLE LINGUE
I singoli e le comunita' non devono essere forzati a rinunziare alla loro lingua o alle loro tradizioni e culture locali per partecipare alle attivita' in rete. Per preservare la vitalita' associata alla diversita' dei punti di vista e' necessario che tutto il mondo partecipi alla Rete come una comunita' di eguali. Tutti gli individui hanno il diritto di difendere la propria identita' culturale e linguistica e allo stesso tempo il dovere di rispettare le attivita' per lo sviluppo delle altre culture e delle altre lingue. Ogni lingua puo' essere utilizzata senza discriminazioni per la comunicazione, l'informazione e la libera espressione delle idee. Ogni persona ha diritto alla diversita' della lingua. Cio' comporta il diritto di comunicare, esprimersi e di accedere all'informazione nella propria lingua, il diritto di usare la propria lingua nelle istituzioni dello stato ed il diritto di avere, quando necessario, adeguate regole create per l'uso di lingue di gruppi di minoranza.
3.4 - LIBERTA' DELL'INFORMAZIONE
Lo scambio libero e senza alcun ostacolo dell'informazione, cosi' come l'esercizio della comunicazione orizzontale ed interattiva, realizzati con tutti gli strumenti che le nuove tecnologie mettono a disposizione, sono elementi essenziali delle nostre liberta' fondamentali e devono essere sostenuti e difesi in ogni circostanza. L'informazione vuole essere libera: appartiene a tutto il mondo, essa e' prodotta da e per tutto il mondo e l'accesso all'informazione non deve piu' essere diritto esclusivo di un'elite o di un gruppo privilegiato.
3.5 - RISPETTO DELLA SFERA PRIVATA DEGLI INDIVIDUI
La completa trasparenza e liberta' dell'Informazione, cosi' come i meccanismi che ne regolano la circolazione si fermano solo davanti alla sfera privata degli individui, cioe' ai rapporti, agli interessi, ai gusti, alle tendenze, che i singoli, da soli o associati con altri, scelgono di praticare senza volere esplicitamente divulgarli.
3.6 - PROPRIETA'
La proprieta' delle reti non deve essere sotto il controllo di monopoli o oligopoli privati o pubblici. La comunicazione e l'informazione devono essere di tutti. Il popolo delle reti deve essere in grado di controllare e partecipare alle scelte gestionali di coloro che posseggono le reti. I singoli pezzi della Rete, come cavi, router e server, hanno dei proprietari, a cui va accordato il rispetto dei loro diritti. Tuttavia, cosi' come nessuno puo' appropriarsi dell'ecosistema in cui viviamo, cosi' la Rete stessa non e' proprieta' di nessuno.
3.7 - PRODUZIONE ED ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI
Le semplici possibilita' di accesso tecnico alle informazioni non sono sufficienti a garantire la liberta' delle persone. Gli individui e le comunita' di individui devono essere lasciati liberi di ricercare, di scegliere e di utilizzare gli strumenti critici e cognitivi necessari per elaborare le informazioni a cui accedono, per reinterpretarle, rivestirle di senso e trasformarle in nuova comunicazione significativa. Le persone non sono terminali passivi di un flusso informativo organizzato dall'alto. La loro liberta' consiste nel produrre azioni e comunicazioni sociali libere da pregiudizi e discriminazioni di ogni tipo, anche quando queste dovessero andare contro gli interessi economici o politici costituiti. Limitare il diritto all'elaborazione delle informazioni, occultandole o limitandone l'uso, e' limitare la stessa capacita' produttiva e creativa dell'individuo e della collettivita'.
4 - BBS - BULLETIN BOARD SYSTEM
4.1 - UTILITA' PUBBLICA DEI BBS
Riconosciamo l'utilita' pubblica dei Bulletin Board System e di ogni forma di comunicazione popolare a carattere comunitario, di cui amiamo l'autonomia di gestione dell'informazione, e la liberta' dai grandi oligopoli mediatici ed editoriali.
4.2 - AUTORIZZAZIONI
L'attivita' dei BBS non deve essere subordinata ad autorizzazioni burocratiche o sottoposta a censure, e deve essere riconosciuta a tutelata in quanto strumento di utilita' sociale per la libera manifestazione del pensiero.
5.1 - STANDARD
Gli standard tecnologici di comunicazione in rete devono essere il frutto di una decisione globale e diffusa, e non di una politica economica imposta da un gruppo di potere ristretto.
5.2 - PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE
Le tecnologie e la loro conoscenza non devono sottostare a controlli o politiche economiche che ne frenino la distribuzione o produzione globale.
6.1 - ANONIMATO
Deve essere consentito l'anonimato a tutela della privacy di ogni utente, per il rispetto della dignita' e dell'attivita' di categorie e minoranze "a rischio", come ad esempio omosessuali, perseguitati politici o sieropositivi.
6.2 - CRITTOGRAFIA
Gli utenti delle reti telematiche hanno il diritto di difendere la loro privacy e i loro dati personali con tutti i mezzi tecnologici e crittografici disponibili. Solo se non saremo implacabilmente seguiti dalla registrazione di ogni traccia che lasciamo, la costruzione della identita' di ciascuno potra' essere libera, e potra' nascere la liberta' di donne e uomini nel millennio a venire.
6.3 - BANCHE DATI
Nessuna informazione riguardante i dati personali dei singoli individui dev'essere ricercata, archiviata, venduta o acquistata senza accordo esplicito da parte della persona interessata, fermo restando il diritto alla produzione di controinformazione sociale alternativa che le associazioni, i gruppi di volontariato e le comunita' non animate da scopo di lucro possono esercitare con i mezzi da loro ritenuti piu' opportuni.
7 - DIRITTI, RESPONSABILITA' E LEGGI
7.1 - RESPONSABILITA' PERSONALE
Chi gestisce nodi di reti telematiche non e' responsabile dei materiali immessi da terze persone nel sistema da lui gestito, a causa della indiscutibile inviolabilita' della corrispondenza privata e dell'impossibilita' pratica di controllare tutto il materiale immesso nella rete per le stesse caratteristiche di quest'ultima. Le responsabilita' dei gestori di sistema finiscono dove iniziano quelle degli utenti. Le comunicazioni interpersonali, elettroniche e non, vanno difese da qualsiasi forma di censura, controllo o filtraggio.
7.2 - SEQUESTRI
Il sequestro immotivato dei computer a scopo investigativo, in alternativa alla semplice copia dei dati in esso contenuti, e' una grave violazione della liberta' personale che non trova nessun fondamento logico, giuridico o tecnologico. Un computer e' innocente fino a prova contraria.
7.3 - RESTRIZIONI
Ogni utilizzo della Rete e' intrinsecamente un esercizio della liberta' di parola, la cui restrizione mette a rischio l'intera liberta' del genere umano.
7.4 - REGOLAMENTAZIONE ED AMMINISTRAZIONE
La comunicazione non puo' essere regolamentata da privati ne' essere di loro proprieta'. Per il progresso dell'Umanita' la Rete dev'essere amministrata in modo aperto ed inclusivo. Nel prendere decisioni tecniche, sociali, politiche ed economiche riguardo alle attivita' delle reti telematiche vanno tenute in conto le necessita' di tutti gli utenti attuali, dei potenziali utenti futuri, di coloro che non hanno la possibilita' di utilizzare la rete e di coloro che decidono di non usarla.
Tutti gli individui hanno il diritto di partecipare al processo decisionale pubblico relativo alle regole dell'informazione, allo sviluppo e all'utilizzo della conoscenza; alla applicazione di tecnologie per la comunicazione, alla struttura e alle politiche dell'industria dei media.
7.5 - LIBERTA' DEI SINGOLI PAESI
La natura umana e l'uso delle tecnologie di rete da' un impulso forte e spontaneo verso l'interconnessione planetaria. Poiche' i flussi informativi della rete trascendono i confini nazionali, qualsiasi restrizione all'interno di un singolo Paese puo' limitare anche la liberta' di altre nazioni.
7.6 - LEGGI
Denunciamo e condanniamo una legislazione ingiusta, figlia di una falsa "societa' dell'informazione", nella quale i magistrati ormai da anni dispongono sequestri immotivati ai danni delle reti di telematica sociale di base e perseguono penalmente anche chi e' solo sospettato di infrangere le leggi sui crimini informatici. Denunciamo e condanniamo una legislazione che tutela gli interessi delle grandi case produttrici di software ma non i diritti delle singole persone, e punisce con la carcerazione la copia dei programmi, anche se fatta senza scopi commerciali o criminali, ad uso personale, ad uso didattico, a beneficio di associazioni, gruppi di volontariato, organizzazioni non governative, scuole. La storia ha dimostrato come dietro l'attuale legislazione sui crimini informatici ci siano gli interessi e le pressioni lobbistiche di una categoria imprenditoriale anziche' la volonta' popolare e democratica che dovrebbe essere il fondamento di qualsiasi legge. E' tempo che vengano tutelati i diritti di tutti i cittadini del mondo e del cyberspazio, invece di continuare a difendere gli interessi delle grandi case produttrici di software. E' tempo che la copia ad uso personale dei programmi, che nulla ha a che vedere con la cosiddetta "pirateria informatica", esca dalla clandestinita' e cessi di essere criminalizzata. E' tempo di legalizzare e accettare la copia ad uso personale, pratica sociale che affonda le sue radici nella storia dell'informatica, come una naturale evoluzione della tecnologia e dei comportamenti sociali, cosi' come e' avvenuto e sta avvenendo per la copia di opere musicali o di opere cinematografiche trasmesse in televisione. Il lavoro dei programmatori non si tutela mandando in galera altre persone, ma creando le condizioni affinche' il mondo dell'informatica non sia piu' dominato da nessun monopolio che di fatto limiti la liberta' di iniziativa nella programmazione.
7.7 - USO DELL'INFORMAZIONE
Chiunque ha il diritto di disporre di qualsiasi informazione e di utilizzarla nella piu' totale liberta', nel rispetto del diritto alla privacy delle singole persone e a condizione che vengano riconosciuti all'autore dei benefici intellettuali ed economici proporzionali a quelli ottenuti da chi ha utilizzato la sua opera. Le esigenze e la durata del diritto d'autore non devono in nessun caso limitare la legittima evoluzione del sapere, la sete di conoscenza dell'intera umanita' e la creativita' individuale e collettiva. Le restrizioni all'utilizzo e all'accesso delle informazioni devono essere consentite solo per buoni e validi motivi, ad esempio per evitare violazioni dei diritti umani fondamentali.
7.8 - SEGRETEZZA MILITARE
Rifiutiamo qualsiasi restrizione governativa sull'accesso a informazioni militari di interesse pubblico: ogni cittadino ha il diritto di accedere ad informazioni riguardanti la sua sicurezza e quella del suo Paese. Ogni cittadino ha diritto di sapere dai suoi governanti quante testate nucleari sono presenti nel suo Paese, quante mine e componenti per mine antiuomo vengono prodotti e venduti dal suo Paese, quali sono le industrie del suo Paese che producono e commerciano armi.
7.9 - AUTORIZZAZIONI
Rifiutiamo qualsiasi forma legislativa presente o futura che introduca in rete degli elementi di restrizione o repressione, o che limiti l'utilizzo delle tecnologie telematiche come e' gia' accaduto per le tecnologie radio, dove un sistema di autorizzazioni e licenze ha di fatto impedito l'accesso diffuso e popolare alle possibilita' di cambiamento sociale offerte dalle trasmissioni radio. L'utilizzo di tecnologie per la comunicazione elettronica in rete non deve essere vincolato ad autorizzazioni o concessioni ne' limitato da ostacoli fiscali o burocratici, ne' deve essere regolato in maniera differente da quanto avviene per le altre forme di esercizio della liberta' di pensiero, di opinione, di associazione e di stampa.
CONCLUSIONI
Questo manifesto e' un documento in evoluzione continua, e segue l'evoluzione della "frontiera elettronica" in cui dovranno trovare spazio nuovi diritti e nuove regole. Il manifesto e' frutto del lavoro culturale e dell'azione militante di tutte le realta' di base che in Italia e in altre parti del Mondo hanno contribuito a dare senso e contenuto alla comunicazione elettronica. Questo documento e' libero da ogni forma di copyright, e puo' essere utilizzato liberamente, in forma completa o parziale, per qualsiasi azione che abbia come obiettivo l'affermazione dei principi in esso contenuti. E' possibile dare la propria adesione al manifesto segnalando il proprio nominativo a
Si consiglia vivamente l'utilizzo di questo manifesto per il dibattito e l'approfondimento culturale all'interno delle associazioni, delle realta' locali e di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel settore della comunicazione e dell'informazione.
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