I pirati dell'informatica nel mirino della finanza
ANCONA - Informatica pirata nelle maglie della giustizia. Operazione "Hardware 1": si chiama cosi` l'indagine sui pirati dell'informatica avviata in tutta Italia dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Ancona, che ha individuato una fitta rete di persone
fisiche e giuridiche dedita alla duplicazione e alla vendita abusiva di software e potenti virus, per un giro d'affari di centinaia di milioni di lire. In un centinaio di perquisizioni eseguite in varie citta` su ordine del Procuratore di Pesaro, Gaetano Salvoldelli Pedrocchi sono stati sequestrati 60000 floppy disk, 120 apparati informatici, un gran numero di Modem per le trasmissioni telematiche, oltre 300 fra cassette streamer e cd-rom di vario tipo, mentre diverse banche dati sono state chiuse.
Il blitz, scattato l'11 maggio, e` ancora in corso e gli accertamenti riguardano anche l'utilizzo fraudolento di chiavi d'accesso a banche dati pubbliche e private italiane e forse estere. Le indagini sono partite da Pesaro, dove gli agenti hanno sorpreso in flagranza di reato i titolari della banca dati "Computer club ps-flash group" Rossano Cardinali e Paolo Paolorosso, denunciati per associazione per delinquere finalizzata alla diffuaione di programmi per computer illegalmente duplicati. L'inchiesta e` la prima di queste dimensioni in Italia da quando le norme del diritto penale sono state estese alle tecnologie informatiche e ai "crimini informatici".
A Roma, invece e` stato arrestato il mago dei telefonini duplicati. Ogni giorno andava in giro a rubare i numeri seriali dei cellulari che poi, in una stanza del suo appartamento trasformato in una centrale, clonava su telefonini rubati. E` finito cosi` nei giorni scorsi, dopo alcuni mesi di attivita` che gli ha fruttato un paio di miliardi di lire, il lavoro di clonatore di Raffaele Conzales, di 51 anni, originario di Campobasso e abitante a Roma, nei cui appartamenti i carabinieri hanno sequestrato trenta telefoni cellulari rubati, tremila patenti in bianco trafugate dalla motorizzazione civile di Avellino, carte d'Identita`, libretti di assegni anche questi rubati, strumenti per intercettazioni telefoniche e per la clonazione di celluleri, e un tabulato con i numeri telefonici.
Conzales vendeva poi i telefonini rubati a 4-5 milioni di lire l'uno. Secondo i carabinieri i cellulari clonati probabilmente finivano a persone legate alla criminalita`, anche organizzata, che li usavano pochi giorni, per fare cosi` telefonate che non potevano essere intercettate, prima che il possessore del telefonino a cui era stato rubato si accorgesse che la linea era stata utilizzata a sua insaputa. Ora Conzales e` in stato di fermo giudiziario, con l'accusa di ricettazione e installazione di apparecchiature atte ad intercettare comunicazioni telefoniche. In casa di Conzales (precedenti per truffa, autodidatta di informatica e telefonia) sequestrati anche cliche` da apporre sugli scatoloni di sigarette per certificare l'avvenuto sdoganamento.
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