Una legge, troppi rischi
"PeaceLink", che attarversi la telematica diffonde notizie e documenti sulle attivita' del volontariato a livello internazionale, e' una delle reti praticamente parallizate dall'inchiesta partita da Pesaro. In un comunicato denuncia i disgi provocati dalle decine di sequestri in tutta Italia: giusto punire i "pirati" dell'informatica - dice - ma e' assurdo per questo bloccare l'attivita' di tutti coloro che lavorano con la telematica senza scopi di lucro, senza danneggiare nessuno e anzi magari con finalita' umanitarie.
In effetti - osserva PeaceLink - e' proprio la recente legge a rappresentare una ennesima "anomalia italiana": si colpisce il reato difendendo le aziende del software, ma manca una normativa che tuteli i diritti civili di chi nell'informatica ha trovato un nuovo e moderno sistema per comunicare con gli altri. Mentre la Costituzione sancisce che "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". La telematica amatoriale - aggiunge PeaceLink - andrebbe anzi incoraggaita, per evitare pericolose concentrazioni delle fonti informative. no dei bresciani coinvolti nell0inchiesta ricorda che, in effetti, chiunque ha un computer rischia di vedersi arrivare in casa la Finanza. I numeri della banche dati sono di pubblico dominio, chiunque puo' collegarsi, anche chi ha intenzioni fraudolente. "Colpire tutti indisciminatamente e' come sospettare di mafia uno che ha preso un caffe' nello stesso bar dove il giorno prima c'era un mafioso".
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