Fidonet: "Estranei alla pirateria del software"
Mercoledi' 11 maggio e' stata una giornata nera per la telematica italiana. Una indagine disposta dalla magistratura di Pesaro su un centro di duplicazione illegale di software, e di successiva rivendita, portava gli inquirenti ad approdare alla rete Fidonet, di cui, secondo notizie ufficiose, uno dei due principali indagati risultava essere utente, con tanto di lista telefonica di numerosi Bbs (bulletin board systems), i nodi della rete Fidonet. Nello stesso tempo, inoltre, e' stata messa sotto osservazione anche la rete Peacelink.
Di qui una raffica di sopralluoghi, perquisizioni, sequestri di materiale informatico tra i nodi Fidonet. Oltre trenta, stando ai suoi associati, e su tutto il territorio nazionale. Con tanto di computer messi sotto sequestro, alla ricerca di prove di una possibile vasta rete di contraffazione e distribuzione del software illegale, all'interno del circuito Fidonet.
"Queste perquisizioni, almeno per quanto ci risulta dai nostri associati -- dice Giancarlo Cairella, coordinatore Fidonet per l'Italia -- non stanno approdando a nulla di consistente. Forse qualche singola copia di software per uso personale ma, di sicuro, non certo la rete di distribuzione illegale di cuiFidonet, e altre reti sociali italiane, sono state troppo frettolosamente accusate. Il caso di Pesaro, relativo a un nostro utente, verra' di sicuro confinato a un episodio isolato. Roba di un paio di informatici forse troppo
furbi."
D'altro canto, continua Cairello, l'utente di Pesaro non era nemmeno conosciuto ai Sysop (i gestori di nodi Fidonet, oltre 300 in Italia). "La nostra rete e' pubblica e aperta a tutti. Basta collegarsi a una o piu' Bbs e iscriversi con il nome che si vuole. Si possono mandare messaggi di posta elettronica ad altri utenti al massimo di 8mila caratteri (un decimo di un normale pacchetto software contraffatto). Tutto il resto e' sotto lo stretto controllo dei Sysop che, come partecipanti a Fidonet, sono tenuti a rigide regole in fatto di tutela del software. Sui nostri Bbs, infatti, circolano solo programmi di pubblico dominio, liberamente distribuibili. E' un'opera di moralizzazione che abbiamo svolto da anni, ben prima dell'entrata in vigore della legge che tutela i programmi."
Fidonet, infatti, e' un sistema di nodi amatoriali (semplici pc con modem o persino grosse workstation e server) gestiti spontaneamente, e senza scopo di lucro, da appassionati, professionisti, informatici. La rete, che si estende in tutti i Paesi industriali (e' nata negli Usa nel 1983) si basa su una sorta di catena di Sant'Antonio tra i vari nodi-Bbs che ricevono i collegamenti dagli utenti e, prevalentemente di notte, si mettono in comunicazione tra di loro (secondo una certa gerarchia) per scambiarsi i messaggi, aggiornare le banche dati, far circolare la posta elettronica.
In questo modo chiunque, collegandosi a una Bbs Fidonet, puo' corrispondere con ogni altro utente della rete e persino comunicare con altri circuiti, come Internet (30 milioni di utenti) o Compuserve e altre reti commerciali. Ben poco a che vedere, quindi, con favoleggiate accolite di Cyberpunk o similia. Piuttosto una delle poche esperienze di comunicazione interattiva sorta dal basso e diffurasi in tutta Italia in modo auto-regolamentato.
Oggi pero' Fidonet deve reggere alla piu' dura e improvvisa crisi della sua storia. Le perquisizioni e i sequestri seguiti alle indagini hanno portato alla chiusura di molto nodi, e a un forte spavento tra i Sysop, alcuni dei quali hanno preferito interrompere la propria attivita'.
Al proposito i coordinatori della rete lamentano, in un comunicato, la sommarieta' (per presumibile mancanza di un sufficiente numero di esperti informatici tra le forze dell'ordine) con cui sono avvenute molte delle perquisizioni, e dei successivi sequestri di computer sovente strumenti di lavoro per gli aderenti alla rete. Unica consolazione, quando la tempesta sara' passata, che Fidonet avra' davvero passato il vaglio della sua serieta', quanto a rete di telematica sociale.
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