I telematici protestano: ''non siamo criminali''
Il "villaggio telematico" si difende dall'accusa di essere un "covo" della pirateria informatica: "L'inchiesta aperta la settimana scorsa dalla magistratura di Pesaro e che ha investito le Banche-dati (Bbs) amatoriali con sequestri e denunce per "pirateria informatica" contiene un errore sostanziale. Ha colpito, indiscriminatamente, banche dati che con gli hackers non hanno nulla a che fare e che spesso hanno un rigido regolamento per isolare e cacciare i pirati. Inoltre ha creato un precedente pericoloso, in contrasto con la recentissima legge contro la pirateria informatica e cioe' quello di ritenere responsabile il gestore della banca dati per i messaggi personali che gli utenti si scambiano tra loro. Sarebbe come dire che l'amministratore delegato della Sip e' responsabile delle telefonate oscene che corrono sulle sue linee."
"L'attuale legislazione italiana e' squilibrata - sostengono ancora i gestori delle Bbs - Punisce, giustamente la pirateria informatica e la copiatura illegale del software. Ma non ha una normativa che garantisca ai cittadini il diritto alla comunicazione telematica. Inchieste come quella di Pesaro, al di la' dell'accertamento di eventuali singole responsabilita', rischiano di far morire la telematica popolare, gratuita, amatoriale e basata sul volontariato, a tutto vantaggio dei monopoli della telematica commerciale, gli unici, cioe', ad avere motivazioni economiche e uffici legali in grado di sopportare le turbolenze dell'attuale vuoto normativo".
Il sostituto procuratore di Pesaro, Gaetano Savoldelli Pedrocchi, titolare dell'inchiesta, e' sostanzialmente d'accordo sulle carenze della normativa, ma sostiene di aver agito su comprovate situazioni di reato: "Certo, c'e' una carenza legislativa, ma non sono io a doverlo dire. Va detto pero' che il computer e' un mezzo che ha potenzialita' enormi, sia in senso positivo che in senso negativo. E il gestore di un sistema telematico, per ora, puo' affidarsi solo affidarsi al rapporto fiduciario con gli utenti, alla buona fede. In questo senso, occorre da parte sua uno sforzo maggiore di prudenza. Se non si puo' avere la certezza di non avere a che fare con pirati, e' bene che si limiti la disponibilita' d'uso della Bbs. Se e' accaduto che sono state colpite banche-dati estranee alla pirateria, lo accerteremo. Gia' da oggi, anche per tranquillizzare tutti, stiamo restituendo l'uso del computer alle persone che sono finite nelle maglie dell'inchiesta. Ma i titolari dovranno comunque fornirci una copia completa dei programmi contenuti negli elaboratori".
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