BBS libere

23 giugno 1994
Sergio Mello-Grand
Fonte: Editoriale di Bit / Giugno 1994

Il blitz della magistratura nei confronti di alcune decine di BBS amatoriali finiti sigillati o sotto sequestro nell'ambito dell'operazione lanciata dalla Prcocura di Pesaro ed estesasi a macchia d'olio su tutto il territorio nazionale lo scorso 11 maggio ha contribuito significativamente a portare in primo piano non gia` la tematica della pirateria software (sulla quale si sono ormai scritti fiumi d'inchiostro) bensi` quella, per certi aspetti ancora piu` delicata, del diritto costituzionale alla manifestazione del proprio pensiero nell'era dei network telematici. Un tema di minor impatto commerciale ma di ben maggiore valenza politica e culturale, sul quale non mancheranno di nascere nei prossimi anni dibattiti e prese di posizione dei "grandi interpreti" del diritto. Per ora, in attesa che i pezzi grossi si rendano conto dell'importanza del tema in questione, e` importante che maturi innanzitutto una diffusa coscienza civile in materia di reti telematiche, soprattutto per quanto riguarda il loro ruolo proprio come moderno strumento per la manifestazione del proprio pensiero. A questo proposito mi pare di notevole interesse una prima elaborazione a caldo messa a punto nell'ambito della rete PeaceLink subito a ridosso del blitz. Una bozza di vero e proprio bando "per i diritti telematici del cittadino" che potrebbe essere il punto di partenza per un'iniziativa culturale, sociale e politica di grosso respiro.
Rinviando al prossimo numero la sua pubblicazione integrale, con adeguato corredo di altre posizioni emerse sulle reti, cito qui alcuni dei passi a mio avviso piu` significativi, sui quali ritengo sia doveroso compiere approfondite riflessioni se non vogliamo correre il rischio di ritrovarci anche nel campo telematico con una situazione tipo sudamericano come e` gia` avvenuto in Italia con i mass media.

"Oggi i diritti di espressione dei cittadini - inizia il testo dell'appello" si esercitano anche attraverso la telematica. Sottoscriviamo questo appello per vedere garantiti - da un'apposita normativa - i diritti telematici. L'attuale legislazione in Italia e' infatti squilibrata: esiste una normativa recentissima che giustamente reprime la pirateria informatica e telematica (per tutelare le aziende del software) e non esiste come contrappeso una normativa che tuteli i diritti dei cittadini alla comunicazione telematica, in particolare di quei cittadini (detti sysop, i system operator) che oggi possono creare sul proprio personal computer una banca dati telematica (in gergo: BBS, ossia Bulletin Board System)."
"Le banche dati (BBS) - afferma inoltre l'appello - che con la pirateria informatica non hanno nulla a che fare (per il semplice fatto di essere "utilizzate" all'insaputa dei 'sysop') possono quindi essere chiamate continuamente in causa, subendo frequenti perquisizioni, sequestri dei computer e dei modem, blocco dell'attivita'. In tale situazione di incertezza la telematica popolare, gratuita, amatoriale, basata sul volontariato rischia di morire a tutto vantaggio dei monopoli della telematica commerciale, gli unici cioe' ad avere motivazioni economiche e uffici legali in grado di sopportare le turbolenze dell'attuale vuoto normativo. Una legge che protegga gli interessi economici senza una legge che garantisca i diritti civili - anche sulla nuova frontiera della comunicazione telematica - rappresenta un'omissione sul versante costituzionale, dato che l'art.21 della Costituzione sancisce che 'tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione', e in quest'ultima espressione rientra pienamente la comunicazione via modem".

Da quanto si evince in questi primi paragrafi della bozza di appello PeaceLink appare chiaro che il tema in oggetto non e` gia` il raid dell'11 maggio, quanto il diritto di comunicazione del proprio pensiero attraverso strumenti informatici e il tentativo di evitare che i gestori dei servizi telematici, veri e propri editori interattivi, debbano subire la sorte tipica degli editori liberi sotto qualsiasi dittatura o regime non libertario. Concludo con una considerazione personale. Piu` volte ho pensato di registrare in Italia un giornale interattivo online e ogni volta proprio il timore di cadere nelle dure maglie della normativa giuridica che regola l'editoria nazionale (leggi le pesanti responsabilita` del direttore responsabile) mi hanno tristemente dissuaso. Estendendo il pensiero all'appello di PeaceLink appare chiaro che l'attuale normativa sull'editoria di fatto disincentiva la costituzione di media interattivi. Se, per esempio, io aprissi uno spazio interattivo su un
servizio telematico e lo registrassi regolarmente al tribunale come giornale o rivista mi metterei immediatamente in una condizione di grave rischio perche`, come direttore responsabile, potrei essere ritenuto perseguibile per eventuali contenuti calunniosi, blasfemi o peggio ancora criminali. Cone a dire che oltre al sequestro, se non si sta attenti, si rischia anche la galera. D'altro canto come controllare tutti i contenuti di un media interattivo, che puo` vantare flussi di dati in tempi brevissimi? Occorre presumibilmente un'evoluzione normativa, che riporti sull'autore originale la esponsabilita` giuridica del contenuto, riducendo le responsabilita` del gestore a normali compiti di verifica e gestione. Cio` richiederebbe pero` un meccanismo di univoca identificazione degli autori, vale a dire degli utennti dei servizi telematici, tendenza contestata dai fautori dell'anonimato telematico.
Si tratta di problemi complessi, sui quali merita riflettere con molta attenzione per evitare che si scatenino "cacce alle streghe" e per far si` che si arrivi a una forma di regolamentazione che tenga conto dei nuovi tempi dell'informazione telematica in real-time. Se il crackdown dell'11 maggio riuscira` a dar vita a rendere piu` visibile il movimento culturale e sociale che sta dietro ad alcune nuove forma di telematica di massa, quantomeno sara` servito ad avviare un processo di riflessione che potra` evitare guai peggiori per il futuro.

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