Censura: oscurato "accadeinsicilia.net"

12 dicembre 2004
Francesco Cicerone

Il sito d'informazione indipendente www.accadeinsicilia.net è stato oscurato. Duemila documenti "svaniti" nel nulla. Divisi fra letteratura civile, documentazione storica, inchieste sulla mafia, testimonianze, cronache, reportages. Quello che si paventava è, probabilmente, successo. Il sito, d’informazione e d’inchiesta giornalistica, è stato oscurato lo scorso 7 dicembre, con provvedimento del tribunale di Ragusa emesso dal giudice Vincenzo Saito. Molti di voi, forse, non lo conoscevano neppure. Tuttavia è stato, e rimane, un importante mezzo d’informazione, libero e indipendente.Fino a cinque giorni addietro.

Appena una settimana fa, il giornalista e scrittore [1] siciliano, Carlo Ruta (che gestiva il sito) aveva coraggiosamente lanciato il suo appello: ”I poteri forti del sud-est vogliono oscurare il sito www.accadeinsicilia.net” . Ed in effetti, dopo neppure due giorni da quello che appariva più come un proclama, duemila documenti, divisi fra letteratura civile, documentazione storica, inchieste, testimonianze, cronache, reportages, dopo ben tre anni di lavoro, sono come spariti nel nulla.

“In questi anni - ha affermato Ruta, prima dell’oscuramento - si è cercato di fare informazione a tutto campo: da Portella della Ginestra agli intrighi della finanza nazionale. Adesso vanno aprendosi falle di conoscenza importanti sul sud-est (Sicilia). In particolare, diverse persone stanno cominciando a testimoniare a viso aperto, con determinazione e a loro rischio, sui bubboni più o meno nascosti che da decenni corrodono la città di Ragusa".

"Adesso viene addirittura chiesto a un magistrato del tribunale di Ragusa l'oscuramento di questo spazio informativo. In spregio comunque alla Costituzione della Repubblica, che garantisce il diritto di cronaca, la liceità della critica civile, la libertà d'informazione.”

Sul sito erano in corso, dai primi di ottobre, inchieste che riguardavano: la Banca Agricola Popolare di Ragusa; la condotta di alcuni magistrati della Procura della Repubblica presso il tribunale di Ragusa; l'assassinio del giornalista de L'Ora Giovanni Spampinato [2]. Era in corso inoltre un'inchiesta su alcune voci di spicco della finanza italiana.

La richiesta del provvedimento "di urgenza" era partita da Carmelo Di Paola, quale legale di discusse imprese operanti sull'intero territorio nazionale e presidente dei probiviri della banca popolare anzidetta. Va sottolineato che l'avvocato Di Paola, sulla scorta di varie testimonianze, era stato interessato direttamente dall'inchiesta sulla BAPR e da quella riguardante un affare miliardario della Provincia Regionale.

Va annotato inoltre che l'oscuramento del sito, perché potesse avvenire con la massima urgenza, è stato imposto in sede civile e a titolo preventivo. Carlo Ruta, non si coraggia e, dopo un primo momento di concitazione, ha deciso “di andare comunque avanti. In tutti i modi possibili”. In attesa di conoscere le motivazioni dell’ordinanza di sequestro, non bisogna però, ancora una volta, dimenticare. Che in Sicilia troppe volte si è cercato di infangare, zittire, isolare le voci fuori dal coro: libere, scomode ed audaci.

Creando ogni genere di difficoltà per poi, in casi non proprio remoti, uccidere: Beppe Alfano, Giuseppe “Pippo” Fava, Mario Francese, Giovanni Spampinato, solo per ricordarne alcuni.

Ecco perché è bene ricordare, conoscere e far conoscere.

Francesco Cicerone

Note: [1] Carlo Ruta ultimamente ha scritto:” Segreti di banca. L'Antonveneta dai "miracoli" del nord-est agli intrighi siciliani (pagg. 96 - Euro 4,5). Edizioni Le Pietre.
[2] Carlo Ruta, in occasione del trentesimo anniversario della morte, ha scritto un interessante articolo su Giovanni Spampinato. Il cronista del quotidiano "L'Ora" venne ucciso a Ragusa il 27 ottobre del 1972. Aveva appena condotto un'inchiesta sui rapporti tra mafia e gruppi eversivi neofascisti. L'esecutore del delitto fu individuato e condannato anche se, dopo oltre 30 anni, della vicenda molti restano i lati oscuri.

www.accadeinsicilia.net è ancora consultabile dalla cache di google:
basta digitare il nome del dominio su google e digitare - sulla prima voce che spunta - copia cache

Per testimoniare la propria solidarietà:
accadeinsicilia@tiscali.it
carlo.ruta@tin.it

redazione@reporterassociati.org

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