Le armi uccidono una persona al minuto, anche in Italia la campagna "control arms" di Amnesty International, Oxfam e Iansa
LE ARMI UCCIDONO UNA PERSONA AL MINUTO. ANCHE IN ITALIA LA CAMPAGNA
'CONTROL ARMS' DI AMNESTY INTERNATIONAL, OXFAM E IANSA
'Nel mondo in cui viviamo, sono in circolazione quasi 700 milioni di armi
e altri otto milioni vengono prodotte ogni anno. Ci sono aziende che le
fabbricano, intermediari che le mettono in commercio, governi e privati
che le acquistano e le vendono, persone che le utilizzano. E, in fondo a
questa catena, le persone che ne muoiono, una al minuto' ? ha dichiarato
questa mattina Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di
Amnesty International, presentando la campagna Control Arms.
Obiettivo della campagna, promossa a livello mondiale insieme a Oxfam e
Iansa (Rete internazionale di azione sulle armi leggere) e che in Italia
e' patrocinata dal Segretariato sociale della Rai, e' l'adozione, entro il
2006, di un trattato sul commercio delle armi.
'In questo stesso mondo, con queste stesse armi, ogni anno almeno 500.000
esseri umani vengono ammazzati, 300.000 bambini soldato sono costretti a
imbracciarle e usarle in guerra come se fossero giocattoli, decine di
conflitti vengono sostenuti e alimentati dal traffico incontrollato dei
prodotti dell'industria militare' ? ha denunciato Bertotto. 'Milioni di
persone pagano a caro prezzo le scelte sbagliate dei rispettivi governi,
che preferiscono investire risorse e ingigantire il loro debito estero
nella corsa agli armamenti piuttosto che sostenere programmi virtuosi, e
spesso meno costosi, di sviluppo economico e lotta alla poverta''.
Secondo Amnesty International, uscire da questo cortocircuito non e'
impossibile, ma richiede una mobilitazione costante e coordinata da parte
di tutti. Le soluzioni concrete esistono e sono da tempo alla portata dei
governi e della comunita' internazionale: rafforzare i meccanismi di
controllo nazionali, regionali e a livello globale sui trasferimenti
irresponsabili di armi ed attrezzature militari, di sicurezza e di
polizia; impedirne in ogni caso il commercio verso paesi in stato di
conflitto o responsabili di gravi violazioni dei diritti umani; adottare
quanto prima un sistema globale di identificazione e tracciatura che
consenta di risalire ai paesi che gestiscono la produzione e
l'intermediazione illecita di armi.
Roma, 23 marzo 2005
www.controlarms.org
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