U.S.A. e Russia hanno dichiarato recentemente che non riusciranno a rispettare la data del 29 Aprile 2007, stabilita dalla convenzione sulle armi chimiche per la distruzione degli arsenali chimici in loro possesso. Le giustificazioni della Russia sono semplici, non hanno abbastanza soldi per distruggere le armi chimiche. Quelle degli U.S.A.sono un po' piu complesse ed evidenziano la gravita' del problema. E' evidente che mantenere immagazzinate da qualche parte le loro 32.000 tonnellate di gas nervino e altri veleni rappresenta comunque un pericolo, come il recente incendio nei pressi di Los Alamos dimostra. Ma distruggerle sembra ancor piu' difficile e pericoloso; le associazioni ambientaliste hanno fatto notare come le procedure stabilite per l'incenerimento sono rischiose perche' rilasciano nell'aria dei componenti a loro volta tossici, e perche' comunque questo non mette al riparo da rischi di fughe durante l'operazione. Infatti si sono verificati due incidenti in questo mese presso l'inceneritore di Tooele (Utah), con il rilascio accidentale di gas nervino nell'ambiente. Sono stati ipotizzati altri metodi di distruzione dell'arsenale chimico statunitense, che pero' a loro volta generano altri agenti chimici a loro volta pericolosi e da distruggere. In alternativa c'e' anche il rischio di innescare altre reazioni chimiche o addirittura esplosioni se le procedure non vengono svolte con enormi precauzioni. La situazione appare quasi paradossale: le superpotenze che hanno percorso la folle via degli armamenti chimici, pur avendo compreso che sono da abbandonare e da distruggere, ora non sanno neanche come fare a distruggerli.
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