Le città di pace non possono festeggiare gli eserciti
Vogliamo festeggiare quell’esercito di pace che porta aiuto alla società civile ed ai popoli in difficoltà nella protezione civile, nella lotta alla delinquenza ed alla criminalità!
Vogliamo festeggiare un “esercito di pace”!
Non possiamo decantare un esercito armato che difende gli interessi del petrolio!
Soprattutto adesso che siamo in piena militarizzazione del nostro sud, con la neonata base NATO di Taranto e lo spostamento del quartier generale a Napoli, con le basi in Sardegna, in Sicilia, in Puglia.
Non possiamo festeggiare gli eserciti del dominio e del potere di pochi!
Vogliamo essere un ponte di pace verso i popoli del mediterraneo e non un ponte per attaccare nel minor tempo possibile le civiltà del medio oriente.
Nell’epoca della Magna Grecia eravamo la culla delle civiltà del mediterraneo; nei nostri mari erano fiorenti i traffici (non di armi o di rifiuti nucleari) ma di grano, olio, vino, bestiame, artigianato e insieme alle merci viaggiava la cultura della pace e dello sviluppo.
La civiltà, la cultura espressa in quel periodo, è stata grandiosa sino a quando le guerre, le gelosie e la voglia di predominare non hanno preso il sopravvento sulla collaborazione, sullo scambio e quei popoli si sono auto-distrutti!
Non possiamo festeggiare gli eserciti di guerra perché le basi Nato porteranno il rischio nucleare nel mar mediterraneo, non solo per le esercitazioni e/o azioni belliche, ma per l’inquinamento radioattivo che questi natanti lasceranno nelle nostre acque e che si unirà a quello rilasciato dai test atomici, dalle attività sperimentali, da malfunzionamenti e/o incidenti e dai siti nucleari civili.
Non possiamo festeggiare l’esercito di guerra perché non esistono le guerre giuste o sante e non esiste la guerra preventiva.
A chi ha una cognizione distorta dello sviluppo e della cultura diciamo di costruire la pace per avere la pace e non di preparare la guerra per avere la pace.
Non crediamo ai nazionalismi che nascondono interessi faziosi e di parte, che tradiscono gli stessi ideali di quei giovani che si arruolano nell’esercito. Molti attendono, dopo i commenti patriottici di qualche politico, il riconoscimento delle malattie provocati dall’uranio impoverito, tanti altri purtroppo non sono più tra noi.
Non vogliamo essere coinvolti nelle guerre globali che portano pochi individui al controllo delle economie mondiali e del petrolio, spacciati e sponsorizzati con ideali di patria e libertà
E’ assurdo che il destino di milioni di persone sia deciso da pochi e potenti governanti. Ai popoli non interesano le guerre ma percorsi di sviluppo e di pace.
Non accettiamo che in una nazione civile come l’Italia si continui e si potenzi la produzione ed il commercio delle armi leggere (non da guerra) dopo l’apertura con la Cina, in virtù di accordi economici tra industriali e le più alte cariche dello stato italiano, quando è noto che la diffusione delle armi leggere uccide più civili di quanto accade nelle guerre.
Le spese militari tolgono alla società civile risorse immense utilizzabili per costruire gli ospedali, le scuole e per dare lavori “Totalmente Utili” a tanti che lo chiedono.
A molti popoli dell’Africa e del Terzo e Quarto mondo, milioni di esseri umani, basterebbe solo una minima parte delle spese militari per evitare la morte per fame e malattie.
In una Policoro che ha come simbolo una colomba ed è stata dichiarata “Città della Pace” vogliamo festeggiare un esercito per la pace.
Un esercito che dichiari di essere contro la guerra, come il Popolo Italiano nella sua Costituzione!
Movimento Antinucleare Pacifista
NOSCORIE TRISAIA
Email nonucleare@email.it
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