Finanziaria di guerra
"L'Italia non può permettersi di consumare sicurezza, ma è chiamata a produrre sicurezza". È questa una delle frasi chiave della "Nota aggiuntiva al bilancio", documento del ministero della difesa che annualmente accompagna il bilancio di previsione inserito nella Finanziaria. Per "produrre sicurezza" (cioè capacità di intervenire militarmente dove c'è da difendere l'interesse dell'imperialismo italiano) la "Nota" considera fondamentale portare a termine la riforma delle Forze armate (unitarietà di comando, passaggio al sistema interamente volontario/professionale, introduzione del servizio militare femminile) e migliorare alcuni specifici settori della macchina militare, e precisamente: quello delle nuove tecnologie, quello della capacità di proiettabilità e mobilità, quello del sostegno logistico, quello del comando, controllo e informazione.
Dal punto di vista della riforma delle Forze armate la "Nota" fa capire che la strada è ancora lunga: i regolamenti che daranno piena esecuzione alla riforma dei vertici sono ancora da varare mentre non sono ancora stati stabiliti gli obiettivi del nuovo strumento "professionalizzato". Molto più concreti, invece, sono gli obiettivi per rendere più efficiente lo strumento bellico: sui 32.839 miliardi del bilancio di previsione per il 2000, ben 5.338 sono dedicati all'acquisto di nuove armi (si veda anche UN del 5 12 '99). Una bella sommetta che però secondo la "Nota" è ancora insufficiente visto che la spesa ottimale per l'ammodernamento viene valutata in almeno 9mila miliardi l'anno.
Analizziamo dunque questi nuovi armamenti, dividendoli per settori. Nel settore interforze, il principale programma è quello relativo al sistema satellitare SICRAI. (68 mld, nel 2000, spesa totale prevista 892 mld al 2001). Nel 2000 l'Esercito prevede di spendere per l'innovazione 1493 miliardi, principalmente per i carri armati ARIETE (300 mld., costo complessivo dei 200 esemplari, 1660 mld.), per i veicoli da combattimento DARDO (100 mld, costo complessivo dei 200 veicoli, 1100 mld), per il cannone semovente PZH-2000, per materiali NBC, per il nuovo sistema missilistico SAMP-T (costo complessivo previsto 403 mld), per la trasformazione degli elicotteri A-129 (27 mld, costo complessivo al 2006, 380 mld). L'Aeronautica spenderà gran parte dei 1850 miliardi previsti dal bilancio 2000 per il nuovo cacciabombardiere EUROFIGHTER (930 mld nel 2000 in vista di un costo complessivo stimato attorno ai 1500 mld entro il 2013 per 29 esemplari) e sui 18 velivoli da trasporto C-130J (costo complessivo: 2280 mld). Altri programmi riguardano i cacciabombardieri TORNADO (versioni ADV e IDS) e AMX.
L'Aeronautica si trova costretta anche a destinare 158 mld per ricostruire gli stock bellici dopo la guerra per il Kosovo e 51 mld per i nuovi missili aria-aria e superficie-aria. La Marina avrà 1530 mld: si comincia con qualche spicciolo (30 mld) per la nuova portaerei (Nuova Unità Maggiore, per la quale, con molto "ottimismo", è stato previsto un costo di 1500 mld entro il 2006) e per la fregata ORIZZONTE (60 mld), per la quale si prevede un costo di 1400 mld ad unità (l'Italia ha "prenotato" due unità). 1750 mld entro il 2006 la marina li dovrà spendere per due nuovi sommergibili U-212A (ma le unità previste sono sei, fate voi i conti dell'effettivo costo di questo programma; altri 299 mld entro il 2001 (84 mld nel 2000) serviranno per l'ammodernamento dei 4 sommergibili SAURO, 680 mld entro il 2003 per i pattugliatori "combattenti NUMC, 150 mld entro il 2002 per l'unità di supporto polivalente e 222 mld per i pattugliatori di squadra, originariamente costruiti per la marina irachena. Ma la marina si è lanciata anche in una serie di costosi programmi missilistici: SAAM (65 mld nel 2000, 400 mld totali per la costruzione di un primo sistema), FAAMS (75 mld nel 2000, 610 mld entro il 2008), MILAS, Aspide. Infine 23 mld per gli aerei imbarcati AV-BB, 208 per gli elicotteri EH-101 (su un totale di 1400 mld previsti), 58 per il programma elicotteristico europeo NH-90.
Siamo arrivati al termine di questo lungo, ma riteniamo interessante elenco. Se ne trae una visione molto chiara degli indirizzi che lo Stato italiano vuol dare alle proprie Forze armate: un profondo ammodernamento dell'arsenale militare. Questo ammodernamento è già oggi molto costoso ma lo diventerà assai di più nei prossimi anni visto che gran parte dei programmi sono appena iniziati e che i costi finali dichiarati nei bilanci sono chiaramente molto inferiori a quelli reali.
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