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Ritrovato uno stabilimento per il test di armi chimiche durante la II Guerra Mondiale

14 luglio 2005
David Eimer
Fonte: The Indpendent


Gli scienziati cinesi hanno trovato il sito di una struttura
dell'esercito giapponese per la sperimentazione di armi chimiche durante
la Seconda Guerra Mondiale. Situato in una remota prateria della
Mongolia interna, il sito fu usato dai Giapponesi per testare le bombe
con gas velenoso dal 1940 in poi. Si crede che i prigionieri di guerra
cinesi, catturati durante la guerra sino-giapponese degli anni 1937-45,
siano stati usati come cavie umane durante i test.

Ben 250.000 Cinesi morirono tra il 1937 e il 1945 come risultato
dell'esposizione a tali armi. Successivamente, più di 2.000 persone sono
state uccise o danneggiate dalle armi chimiche affrettatamente
abbandonate dall'esercito giapponese alla fine della Seconda Guerra
Mondiale. Solo due settimane fa, tre persone nella provincia sud di
Guangdong sono state ricoverate dopo aver inalato gas fuoriuscito da
dell'artiglieria dismessa. Le autorità giapponesi stimano la presenza di
700.000 armi di quel tipo sparse in Cina; i Cinesi pensano siano due
milioni.

Lo stabilimento, che è circa 20 miglia a sud-est dalla città di Hulun
Buir nel lontano nord della Mongolia interna, è stato scoperto da un
team guidato da Jin Chengmin della Harbin Municipal Academy of Social
Sciences. Questi ha detto: “Copre un area di 40 miglia quadrate.
Potrebbe essere il sito per esperimenti con il gas più grande e meglio
conservato al mondo. Abbiamo trovato più di mille fosse usate per gli
esperimenti, insieme a trincee e rifugi per le persone e i veicoli.

Le notizie sulla scoperta dello stabilimento risalgono all'inizio di
questa settimana, proprio tre giorni prima de 68° anniversario
dall'inizio della guerra sino-giapponese, ed hanno alimentato la
persistente rabbia della Cina verso quel che sembra un rifiuto da parte
del Giappone di scusarsi in modo adeguato per le azioni del proprio
esercito durante la guerra. Un segno di quanto un tema come la guerra
sia ancora importante per i Cinesi si è avuto questo Giovedì, al museo
di Beijing, dove è stata inaugurata un'esibizione di foto sulle atrocità
dell'esercito giapponese di Li Changchun, un membro della commissione
Politburo del partito comunista ed uno dei politici più anziani della Cina.

Il team di Mr Jin ha trovato il sito dopo aver consultato le memorie di
un soldato giapponese che aveva prestato servizio lì e dopo aver
intervistato i residenti dell'area più anziani. Un abitante del luogo
chiamato Abide, che lavorò alla stazione ferroviaria della città nel
1940, ricorda di aver aver visto treni speciali che portavano soldati
giapponesi e prigionieri di guerra alla stazione e di aver sentito che
erano stati condotti esperimenti su esseri umani.

In un rapporto dell'agenzia di notizie Xinhua, Abide dice: “Mi fu detto
che i mandriani erano stati allontanati dal pascolo, e che molte fosse
erano state scavate in quella zona. Nell'estate del 1941, per via di un
vento proveniente da nord-ovest, la gente poteva sentire un odore
irritante, mentre molte persone ed animali si ammalavano e morivo, come
risultato”.

Mr Jin ha espresso la sua preoccupazione circa la minaccia costituita
dal sito: “Non possiamo dire che non ci siano bombe residue, lì. Abbiamo
trovato una bomba nella casa di una famiglia del luogo. Non sapeva che
fosse una bomba e la usavano come un utensile”.

Quell'area scarsamente popolata era stata scelta come terreno per il
test essendo in prossimità del confine russo. Mr Jin, che ha svolto
ricerche sul programma di guerra biologica e chimica del Giappone fin
dal 1995, ha detto: “A quel tempo, i Giapponesi intendevano attaccare
l'Unione Sovietica e, poiché il clima e il terreno della Mongolia
Interna sono simili a quelli della Russia, volevano studiare come queste
armi avrebbero lavorato in un clima freddo”.

Secondo una convenzione delle Nazioni Unite, il Giappone è tenuto a
sbarazzarsi di tutte le sue armi chimiche ancora in circolazione entro
il 2007. Come parte di questo processo, il Giappone inizierà a costruire
uno stabilimento di smantellamento da 1 miliardo di sterline ad
Haetbaling nel nord-est della Cina proprio quest'estate, insieme ad una
serie di stabilimenti minori in vari luoghi.

“Il Giappone ha condotto una guerra chimica e germinale in due terzi del
paese, ma specialmente nel nord-est e nel sud della Cina”, ha detto Mr Jin.

Harbin, nel nord-est della Cina, era il quartier generale del programma
e il sito del campo della nota Unità 731, dove i reparti medici
dell'esercito giapponese uccisero 3.000 tra prigionieri di guerra e
civili infettandoli con l'antrace, il colera e la peste bubbonica,
mentre mettevano in pratica la vivisezione sugli esseri umani. Ora, i
Cinesi vogliono che al sito dell'unità 731 sia garantito lo status di
patrimonio storico-culturale della II Guerra Mondiale, come ad Auschwitz
o al Memoriale della Pace di Hiroshima.

“Dovrebbe essere adatto per lo status di patrimonio storico-culturale
della II Guerra Mondiale”, ha detto Mr Jin. “Le rovine serviranno come
ricordo perenne delle atrocità commesse dalla truppe giapponesi in Cina”.

Note: http://news.independent.co.uk/world/asia/article298070.ece

traduzione di Carlo Martini per www.peacelink.it

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