Durante la campagna contro l'uranio impoverito spesso ci siamo trovati di fronte al problema di capire dove e come siano state usate armi con uranio impoverito nel corso delle recenti guerre (Iraq, Bosnia, Kosovo, Afghanistan); le indicazioni fornite a riguardo dai militari e dai governanti sono state spesso fuorvianti e incomplete, impedendo cosi' di informare la popolazione locale (e gli eventuali militari ancora presenti nell'area) e di prevenire i danni alla salute e all'ambiente.
Al crimine relativo all'uso di queste armi da parte di USA e Nato si e' cosi' aggiunto il crimine di non fornire informazioni sull'uso delle stesse a guerra ormai conclusa, o ancor peggio di fornire informazioni false.
Proprio in questi giorni il ricercatore indipendente inglese Dai Williams ha fatto una scoperta semplice ma molto importante: gran parte delle bombe utilizzate dagli Usa e dalla Nato nel corso delle ultime guerre, e gli stessi missili Tomahawk, sono costruite in modo da poter ospitare testate con uranio impoverito.
Sei brevetti di testate sono stati infatti depositati nel corso degli ultimi anni presso l'ufficio brevetti statunitense, ed in essi si fa chiaro riferimento alla possibilita' di utilizzare uranio impoverito al posto del tradizionale (e piu' costoso) tungsteno. Queste testate con uranio impoverito possono essere utilizzate nelle bombe GBU-15, 24, 27, 28, 31, 37 e nei missili AGM-130 e Tomahawk. Queste bombe, piu' spesso note col nome di "bombe intelligenti", sono state usate estensivamente nei
Balcani e in Afghanistan.
Molte volte i portavoci della difesa e ministri vari (c'e' anche un rapporto presentato al parlamento inglese nel 2001) hanno dichiarato che questo tipo di armi non possono contenere uranio impoverito, perche' tecnicamente impossibile. Falso. Non solo e' possibile, ma pure brevettato e anche da parecchio tempo (i primi brevetti risalgono al 1997).
La descrizione dei brevetti e' naturalmente di pubblico dominio (chiunque puo' interrogare il database del US Patent Office su internet), ed e' piu' che lecito aspettarsi che chi si occupa di queste armi, dai militari ai ministri della difesa, ne sia informato.
Le menzogne dei portavoci del Pentagono e dei ministri della difesa della Nato gettano quindi dei sospetti piu' che giustificati sull'uso reale di uranio impoverito nei Balcani e in Afghanistan. La Nato ha ammesso di aver utilizzato solo proiettili all'uranio impoverito e non bombe, durante la guerra contro la Jugoslavia del 1999. Ogni proiettile conteneva 300 grammi di uranio impoverito.
Ma le bombe guidate possono contenere decine di chili di uranio impoverito, come viene confermato anche da questi brevetti.
Sono state utilizzate a centinaia nei Balcani, a migliaia in Afghanistan. E proprio di recente la loro produzione e' stata intensificata, in vista della prossima guerra in Iraq.
http://www.eoslifework.co.uk/u23.htm#USpatreport
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