Francia e Germania minacciano l'Iran "Bisogna impedire la bomba atomica"
ROMA - Francia e Germania intervengono contro la ripresa delle attività nucleari in Iran. E lo fanno senza mezzi termini. Il ministro degli esteri francese
Philippe Douste-Blazy ha detto che bisogna impedire all'Iran di fabbricare la bomba atomica e ha definito inaccettabili le pressioni attuali di Teheran. Il governo tedesco ha fatto sapere di "esigere che il governo iraniano non porti avanti iniziative unilaterali". E un portavoce della Commissione europea ha detto che spera in una soluzione di negoziato. Nonostante questa tensione internazionale, l'Iran ha comunicato comunque la ripresa delle attività nucleari e ha consegnato all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) una lettera riguardante le sue attività nucleari in settori particolarmente delicati.
"L'affermazione delle autorità iraniane - ha detto il ministro francese - che gli europei mancano alla loro parola è assolutamente inaccettabile perché è contraria a quello che abbiamo scritto agli iraniani, e questo significa creare una forma di pressione inaccettabile". Il ministro ha poi chiesto agli iraniani "di rispettare gli accordi e di non cercare pretesti per prendere posizioni unilaterali" e ha aggiunto: "L'Iran non deve fare questa bomba nucleare". Il ministro degli esteri francese ha ricordato che Teheran si era impegnata a novembre a sospendere le attività nel campo nucleare.
L'Iran ha comunque annunciato ufficialmente all'Aiea di Vienna la sua decisione di riprendere l'attività di conversione dell'uranio in un impianto nella città di Isfahan. Lo ha detto all'agenzia Irna il rappresentante permanente iraniano presso l'Aiea, Mohammad Mehdi Akhunzadeh. "La lettera è stata consegnata alcuni minuti fa", ha detto Akhunzadeh, rifiutando di rivelare altri particolari, e quindi anche i tempi previsti per la rimessa in funzione del sito di Isfahan.
In mattinata, le autorità iraniane si erano dette disposte ad accettare un rinvio fino a sabato 6 agosto della ripresa di parte delle sue attività nucleari più controverse, ma solo se l'Unione europea avesse riconosciuto il diritto della Repubblica islamica a dotarsi di un ciclo per l'arricchimento dell'uranio. Lo aveva dichiarato alla televisione di Stato il portavoce del Supremo consiglio per la sicurezza nazionale, Ali Agha Mohammadi.
Secondo Mohammadi, l'ultimatum posto dall'Iran per la ripresa dell'attività di conversione dell'uranio in un impianto nella città di Isfahan scadeva ieri. Ma è stato rinviato ad oggi dopo che il commissario europeo per la politica estera e la sicurezza comune, Javier Solana, ha parlato al telefono con il ministro degli Esteri iraniano, Kamal Kharrazi. "Poiché però - aveva aggiunto questa mattina il portavoce di Teheran - fino ad ora non abbiamo ricevuto alcuna risposta da Solana, consegneremo all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) la lettera con cui annunciamo la ripresa dell'attività a Isfahan". Una sorta di ultimatum, che Francia e Germania non hanno gradito.
In discussione è la ripresa dell'attività di arricchimento del minerale di uranio a Isfahan, in Iran centrale. Si tratta di minerale estratto in Iran che attraverso centrifughe supersoniche può essere arricchito per usi civili (produzione di energia in centrali nucleari) ma anche, da un certo grado di arricchimento in poi, servire come materiale di partenza per una bomba atomica.
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