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Epidemia di tumori maligni in Iraq

Vladimir S. Zajic
Fonte: Review of Radioactivity, Military Use, and Health Effects of Depleted Uranium
http://members.tripod.com/vzajic/ - 01 luglio 1999

Tra il 1991 e il 1997, il Dott. Guenther ha realizzato studi dettagliati in Iraq, i cui risultati hanno fornito ampie prove a sostegno dell'ipotesi secondo cui le munizioni all'uranio impoverito (DU) conducono alle seguenti conseguenze, osservabili soprattutto nell'infanzia:

- notevole aumento delle malattie infettive provocate da gravi immunodeficienze in gran parte della popolazione
- frequenza di estese affezioni da herpes e da herpes zoster ("fuoco di Sant'Antonio")
- sintomatologia AIDS-affine
- disfunzioni renali ed epatiche (fin dall'inizio del 1991)
- leucemia, anemia aplastica (mancata produzione di globuli rossi da parte del midollo spinale) e tumori maligni
- malformazioni cardiache congenite provocate da anomalie genetiche riscontrate sia nell'uomo, sia negli animali

Nelle province dell'Iraq meridionale, tra il 1989 e il 1993, i casi di leucemia infantile sono triplicati (in particolare, è stato registrato un aumento del 56% nella zona di Bassora, del 183% nella zona di Al-Qadisyah e del 350% nella zona di Al-Muthanna), mentre nelle province centrali, l'incidenza è rimasta invariata. La leucemia, al settimo posto tra i tumori nel 1989, è salita al quarto posto nel 1993. Un campione di pazienti esaminati prima e dopo la guerra ha mostrato un notevole aumento nelle anomalie del liquido seminale, mentre uno studio genetico ha evidenziato un aumento delle malformazioni congenite nell'Iraq meridionale fin dalla guerra del Golfo nel 1991: in particolare, sono state riscontrate focomelie della tipologia un tempo associata all'assunzione di talidomide, il farmaco antinausea che ha causato gravi malformazioni neonatali tra il 1956 e il 1961. Tra le altre patologie congenite riscontrate, si segnalano anche la malformazione o l'assenza degli occhi, delle orecchie, della lingua e degli organi genitali. La causa di tali malformazioni resta al momento ignota.

Nel 1998, Robert Fisk, autorevole giornalista britannico esperto di questioni mediorientali, ha parlato di un'"epidemia di tumori maligni", riferendosi in particolare alla leucemia e al cancro dello stomaco che hanno ucciso migliaia di civili iracheni nelle regioni meridionali dell'Iraq, tra cui bambini piccolissimi, non ancora nati quando le ostilità sono terminate. Tale epidemia di cancro si sta lentamente spostando dal sud al nord del paese, con modalità affini a quelle di una malattia infettiva. Tra il 1997 e il 1998, i medici della città meridionale di Bassora hanno visto quadruplicare i nuovi casi di cancro per anno rispetto al periodo 1988-90, compresa un'elevata proporzione di leucemie e linfomi infantili. Le morti per cancro sono aumentate di almeno 9 volte in questo periodo. La maggior parte dei nuovi casi di cancro sono stati riscontrati su pazienti provenienti da aree immediatamente ad est dei principali campi di battaglia della guerra del Golfo Persico. Si noti che in questa zona si trovano anche le aziende agricole che producono la maggior parte delle derrate alimentari della città. I medici temono quindi che tali aziende abbiano subito una contaminazione da uranio impoverito, nonché da fumi provenienti dal rogo delle raffinerie petrolifere.

Nel dicembre 1998, l'Iraq ha patrocinato un congresso medico-scientifico, a cui hanno partecipato 600 medici e scienziati iracheni, sui danni ambientali e sanitari derivanti dall'utilizzo di uranio impoverito da parte delle forze statunitensi e britanniche nella guerra del Golfo del 1991. I medici hanno reso noto il triplicamento, registrato a partire dalla guerra del Golfo, delle malformazioni neonatali intorno alla città meridionale di Bassora. Le statistiche ospedaliere hanno indicato che i casi di tumori pediatrici sono aumentati di quattro volte, dai 32.000 registrati nel 1990 ai 130.000 del 1997. Inoltre, i campioni di aria, terra e acqua raccolti nelle province meridionali presentavano livelli di radioattività al di sopra della norma. Un portavoce del Dipartimento della Difesa ha sommariamente ritenuto "del tutto infondati" i dati dei medici iracheni secondo cui l'uso di munizioni all'uranio impoverito durante la guerra del Golfo sarebbe alla base dell'aumento dell'incidenza di tumori maligni in Iraq. Allo stesso portavoce si deve anche l'insensata affermazione in base alla quale l'uranio impoverito presenterebbe la stessa radioattività del piombo, o addirittura una radioattività inferiore. In realtà, la radioattività dell'uranio impoverito è di 2-3 gradi di magnitudine (100 : 1000) maggiore rispetto alla radioattività di fondo del piombo.

Note: Traduzione di Sabrina Fusari

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