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COMUNICATO STAMPA

Base Atomica Usa di Santo Stefano-La Maddalena: l'ultima truffa

La lettera che segue è stata inviata oggi ai parlamentari sardi, consiglieri regionali, presidenza della Giunta e sindacati.
1 novembre 2003
Comitato sardo Gettiamo le Basi

Governo italiano e compiacenti Stati Maggiori stanno tentando d'imporci la decisione presa dagli Usa di rafforzare e consolidare la base atomica di Santo Stefano-La Maddalena. Il metodo usato è il ricorso massiccio a nuovi e vecchi raggiri che contraddistinguono i trent'anni dell'installazione militare straniera.

Per evitare l'emergere dell'inconfessabile rapporto di pesante vassallaggio dell'Italia e il groviglio di tabù, menzogne e illegalità che dal lontano 1972 avviluppa le vicende della Base atomica statunitense, ancora una volta, si è delegittimato il Parlamento espropriandolo del diritto/dovere di discutere pubblicamente e decidere in piena trasparenza su un tema di vasta rilevanza politica che attiene la permanenza e il futuro di una aggressiva Base militare straniera sottratta a qualsiasi controllo dell'Italia, il ruolo strategico-militare della portaerei-Italia-Sardegna nel nuovo scenario internazionale di Guerra Infinita. Preoccupa fortemente la mancanza di reazioni, il Parlamento appare ben felice di essere stato scippato della patata bollente, di non assumersi la responsabilità di mettere in discussione i diktat degli Stati Uniti.

- La COSTRUZIONE EX NOVO DI UNA NUOVA BASE USA a terra è spacciata come "Progetto migliorie" con il furbesco intento di presentare una decisione eminentemente politica che ipoteca la nostra terra e le nostre vite;

MASCHERATA da banale questione tecnico-amministrativa;

RELEGATA a questione locale che a stento travalica l'ambito comunale;

RIDOTTA a mero computo di volumetrie;

CONFINATA nell'ambito ristretto di commissioni e comitati il cui parere è pressoché irrilevante per quanti hanno già deciso, una mera formalità per salvare una parvenza di look democratico e nascondersi dietro il penoso paravento dell'"ATTO DOVUTO sentiti i pareri favorevoli".

Infatti, il truffaldino progetto made in Usa presenta come "migliorie" la costruzione di un nuovo, vasto, imponente (e brutto) complesso edilizio in muratura in sostituzione dei containers e dei prefabbricati amovibili ABUSIVI sorti nel corso di trent'anni nella Base ABUSIVA della US Navy. La
normativa urbanistica che non riconosce alla baraccopoli illegale la condizione di "volumetrie preesistenti" è totalmente stravolta: scandalosamente si presenta la NUOVA BASE come un irrisorio aumento del 25% delle cubature.

Lo scopo sbandierato di offrire "più adeguate condizioni abitative e lavorative" ai marines è usato alla stregua del classico specchietto per allodole che lascia in ombra, sia il potenziamento delle capacità operative d'intervento, di attacco e di esercizio della deterrenza nucleare, sia le inquietanti funzioni del "magazzino generale" e del "magazzino di stoccaggio per materiali speciali e/o soggetti a discarica controllata" che aumenta di 10 volte l'attuale cubatura ABUSIVA. Si pretende di dare ad intendere che le funzioni e le attività della Base Usa rimangano invariate, si tenta di dirottare l'attenzione pubblica sui servizi ricreativi del costruendo "Centro Benessere". L'operazione annovera alcuni successi: tra le anime candide che difendono la credibilità delle affermazioni del "governo amico" c'è il sindaco di Alleanza Nazionale di La Maddalena, peraltro ancora in fiduciosa attesa che la Prefettura accolga la sua richiesta, avanzata nel dicembre 2002, e comunichi il "Piano di prevenzione e di emergenza nucleare per la popolazione" che avrebbe dovuto essere approntato e reso noto nel 1972, trent'anni fa.

Alle troppe parole spese sul "Centro Benessere" fa riscontro un'allarmante reticenza sul tipo di materiali e rifiuti che si prevedere stoccare e decuplicare. Non è stata fornita alcuna informazione sull'inquietante foto allegata al progetto che mostra il simbolo del nucleare.

Dall'iter del progetto si evince con chiarezza che gli Usa hanno autocertificato unilateralmente che la cementificazione programmata è "opera correlata alla Difesa italiana", unilateralmente hanno deciso di utilizzare le deroghe previste. Forze Armate e Difesa hanno prontamente accondisceso. Per "salvare la faccia" nascondendo la servile subordinazione ai diktat del potente Alleato-Padrone, hanno innescato maldestri tentativi di scarico delle responsabilità: si è fatto ricorso a "prestanome" che si sostituissero a chi aveva già deciso e accettato l'inaccettabile, si è finto di chiamare vari organismi a "decidere" decisioni già prese. L'Ente Parco e la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Sassari sono subito scattati sull'attenti e hanno dato l'okey alla cementificazione della costa, al rafforzamento della minacciosa Base atomica straniera al centro del Parco Nazionale Arcipelago della Maddalena, primo parco eco-nucleare del pianeta terra. Il CoMiPa, interpretando i sentimenti e la volontà della stragrande maggioranza del popolo sardo, ha risposto con un sonoro NO e ha rispedito al mittente il "dono" avvelenato.

Il ministro alla Difesa, costretto a venire allo scoperto, con arrogante noncuranza del deciso e motivato rifiuto espresso dai rappresentanti della Regione sarda, decreta: "I lavori sono urgenti, indispensabili e indifferibili, in particolare per gli aspetti riguardanti la sicurezza del personale della base e sono conformi agli accordi internazionali sottoscritti dall'Italia".

Si ripete la sceneggiata inaugurata nel lontano 1972 dell'"ATTO DOVUTO in base ad accordi internazionali", ovviamente, coperti dal SEGRETO, utile coperchio buono per tappare ogni pentola, eludere spiegazioni, cucire bocche e scaricare responsabilità.

Per il ministro della Repubblica, come per tutti i suoi predecessori, è del tutto irrilevante:

- la non conformità di accordi segreti alla Costituzione,

- la palese non conformità della presenza e delle attività della base atomica Usa alle norme emanate dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) e sottoscritte da Italia e Usa,

- la sistematica violazione della normativa europea e italiana che impone l'adozione di "Piani di prevenzione ed emergenza" per le popolazioni esposte a situazioni di rischio.

- l'inefficacia del sistema di monitoraggio ambientale giudicato inattendibile non solo dagli addetti ai lavori ma persino da alcuni ex ministri alla Difesa e alla Salute.

Ovviamente per il ministro italiano in carica la sicurezza va garantita esclusivamente agli statunitensi!

La situazione della Maddalena dimostra, e la situazione del poligono della morte Salto di Quirra conferma, che per i vari Governi italiani le esigenze civili, i diritti fondamentali della popolazione alla sicurezza, alla salute e alla vita continuano a ad avere valore zero.

Il popolo sardo ha messo fuorilegge il nucleare civile, ha detto NO, SENZA SE E SENZA MA, alle ipotesi di potenziamento della Base atomica Usa, NO ad una Sardegna-poligono- caserma-strumento di guerra, NO ai progetti Jean-Berlusconi di stoccare nell'Isola le scorie radioattive dell'Italia. A maggior ragione e con maggiore determinazione dice NO alla fabbrica statunitense di scorie nucleari in terra sarda, NO a una Sardegna pattumiera del ciarpame bellico.

ESIGIAMO Conoscere :

1 il contenuto degli "accordi internazionali" cui fa riferimento il ministro Martino; quando e chi li ha stipulati.

2 le motivazioni del parere favorevole alla cementificazione di Santo Stefano espresso dall'arch. Stefano Gizzi della Sovrintendenza di Sassari e dal presidente dell'Ente Parco;

3 dove e come, dal 1972 ad oggi, la US Navy ha stoccato e smaltito le scorie radioattive, normale prodotto dell'attività dei sottomarini a propulsione nucleare di stanza a Santo Stefano;

4 il Piano di prevenzione e di emergenza nucleare predisposto dalla Prefettura ai sensi del dl.230/1995 e illegalmente tenuto segreto

ESIGIAMO l'accertamento delle eventuali responsabilità in ordine alla:

- violazione palese della Base Usa alla normativa AIEA;

- violazione del disposto del dl 230/1995 in tema di predisposizione da parte della Prefettura di piani civili di prevenzione e di emergenza in situazioni a rischio;

- grave inaffidabilità del sistema di monitoraggio ambientale;

- assenza di un'indagine epidemiologica e di accertamenti sanitari;

INVITIAMO

la Regione Autonoma della Sardegna a sostenere con forza

- l'opposizione del popolo sardo contro l'ulteriore militarizzazione dell'Isola e la permanenza di una Base atomica straniera, fabbrica in loco di scorie nucleari;

- le sue prerogative e gli impegni già assunti per una significativa riduzione dei gravami militari che opprimono l'Isola in misura iniqua, sia livello quantitativo (24.000 ettari di demanio militare a fronte dei 16.000 dell'intera penisola), sia dal punto di vista qualitativo (abnorme intensità di utilizzo, esercitazioni a fuoco vivo, sperimentazioni);

i parlamentari sardi a

- difendere il diritto del popolo sardo di vivere in sicurezza e decidere sul suo futuro, sulla sua terra e sul suo mare dando voce alle sue rivendicazioni;

- non consentire che la Sardegna sia usata ancora una volta come merce di scambio per pagare il prezzo richiesto da insaziabili alleati-padroni;

- esigere l'equiparazione della Sardegna alle altre Regioni in termini di gravami militari;

tutti i parlamentari a

- riappropriarsi del potere/dovere di decidere sul tema eminentemente politico del ruolo strategico-militare dell'Italia che il potenziamento della Base nucleare Usa a La Maddalena pone con urgenza

- non consentire che una Potenza straniera si sostituisca alle istituzioni della Repubblica nell'iter decisionale;

- contrastare l'ennesimo atto di abdicazione di sovranità da parte del Governo italiano

- dare applicazione alla volontà popolare, espressa con un referendum, per la messa al bando del nucleare dall'Italia.

Comitato sardo Gettiamo le Basi
Tel. 3386132753 070823498

Note: Dossier di Gettiamo le Basi 1972/2001; Vademecum Sanna - Bifulco (Agostino Bifulco fa parte del COMIPA, Salvatore Sanna ne ha fatto parte dal 1977 al 2000).
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