Fassino, le intercettazioni e il grande orecchio di Echelon
Ha suscitato interesse e scalpore la polemica rovente sulle telefonate intercettate fra Piero Fassino, segretario dei Democratici di Sinistra, e Giovanni Consorte, amministratore delegato e presidente di Unipol, indagato per aggiotaggio, manipolazione del mercato e ostacolo all'autorità di vigilanza.
“E allora siamo proprietari di una banca?”, avrebbe chiesto Piero Fassino a Giovanni Consorte, riferendosi alla scalata della Bnl da parte di Unipol. E’ una delle tante frasi emerse sulla stampa. Si è scatenata l’ira di Fassino che ha dichiarato: “Quelle intercettazioni sono una vergogna”.
Digitando le parole “Fassino” e “intercettazioni” sul motore di ricerca Google escono fuori 80 documenti nel solo sito dei Democratici di Sinistra. Digitando invece le parole “Fassino” e “Echelon” non esce invece fuori nulla.
Sembra infatti che Fassino non si sia occupato di Echelon, il capillare e ipertecnologico sistema di spionaggio con cui la Casa Bianca – in barba a tutte le leggi nazionali e internazionali - può teoricamente ascoltare tutte le telefonate, anche quelle di Fassino.
E infatti tanti uomini politici sono inspiegabilmente morbidi con il governo americano e inspiegabilmente duri con i pacifisti. Un collaboratore di Craxi come Ugo Intini ha visto in Echelon la “gola profonda” che ha portato al terremoto di tangentopoli (come si può leggere su http://punto-informatico.it/p.asp?i=36165).
Echelon rischia di essere uno strumento formidabile di ricatto: ogni politico che parli al telefono è “nudo”, la Casa Bianca può sapere tutto di lui. Tangenti, scappatelle, pettegolezzi, imbrogli vari. Ciò nonostante, lo sdegno di Fassino non si è mai abbattuto su Echelon. Forse perché a leggere le sue intercettazioni sarebbe Bush e non anche il cittadino elettore?
Oggi è apparsa anche la dichiarazione di D'Alema che parla di "spionaggio contro l'opposizione".
Ma come mai D'Alema non ha mai denunciato Echelon mentre era presidente del Consiglio?
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