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"Tentativi di depistaggio nella stesura della relazione finale"

"L'uranio impoverito ha dei complici", denuncia il senatore Malabarba, membro della Commissione d'inchiesta sull'U.I.

La denuncia di Gigi Malabarba, capogruppo PRC e segretario della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito. Attesa per oggi la stesura della relazione conclusiva della Commissione.
1 marzo 2006
Sen. Luigi Malabarba (segretario della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito)

Senato della Repubblica
Gruppo Rifondazione Comunista

Comunicato stampa
L'URANIO IMPOVERITO E' KILLER, MA HA DEI COMPLICI
MINISTERO DIFESA HA SABOTATO INCHIESTA

Dichiarazione di Gigi Malabarba, capogruppo PRC e segretario
della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito

"E' accaduto ciò che si poteva temere: i commissari di centrodestra che non si sono mai presentati ai lavori della Commissione tentano ora di stravolgerne le conclusioni. Certamente si tratta di un testo che, nella migliore delle ipotesi, non può soddisfare chi si è battuto per la verità e la giustizia e lascia a tutti l'amaro in bocca. Nonostante tutto, anche dalle conclusioni pur ambigue e insoddisfacenti che sembrano delinearsi un dato è inequivocabile: l'U.I. ha per certo un "ruolo indiretto" nel promuovere patologie tumorali, in quanto l'esplosione di munizioni ad altissima temperatura provoca la dispersione di polveri - "anche a grande distanza dal luogo dell'impatto" e per un lungo periodo - la cui inalazione trasferisce nei tessuti umani nanoparticelle tossiche di minerali pesanti, effettivamente ritrovate nei militari malati di ritorno dalle missioni nei Balcani. I militari colpiti e i loro familiari devono avere, anche indipendentemente dalla sussistenza della causa di servizio, adeguata assistenza, sostegno al reddito e speciale elargizione» commenta così Gigi Malabarba, capogruppo PRC al Senato e segretario della Commissione d'inchiesta, la risoluzione conclusiva proposta oggi a Palazzo Madama che con ogni probabilità sarà votata definitivamente domattina.

«Il fatto che "non sono state riscontrate (...) tracce di uranio impoverito in campioni istologici di militari italiani (...) che hanno sviluppato patologie tumorali" trova quindi una spiegazione più complessa, grazie al lavoro di consulenti molto qualificati, tra cui la dottoressa Gatti dell'Università di Modena. Per cui i tumori si producono tra i soldati in missione e tra le popolazioni civili attorno ai poligoni di tiro o nei teatri di guerra sicuramente per effetto indiretto di bombardamenti o esplosioni di proiettili all'U.I. e forse anche con altra composizione. L'uranio impoverito c'entra quindi, eccome, e ha dei complici!»

"Tuttavia anche sulla presenza diretta di U.I. - che nessuno può permettersi seriamente di escludere - nei tessuti dei militari ammalati e su quanti lo siano veramente, se "la Commissione non ha ancora potuto disporre di dati certi" è a causa del sistematico boicottaggio del Ministero della difesa che ha impedito agli stessi distretti militari di fornire i dati a una Commissione parlamentare, che pure dispone degli stessi poteri inquirenti della magistratura. Quindi non si esclude nulla! Mentre la Commissione diretta dal professor Mandelli semplicemente non è attendibile anche dalla formulazione che prevale finora: sarà per questo, forse, che l'illustre cattedratico non si è presentato alle audizioni!» continua Malabarba.
«Attraverso il prezioso lavoro dei consulenti e l'impegno dello stesso presidente Paolo Franco, la Commissione ha solo cominciato, ma ha cominciato comunque a far breccia nel muro di omertà costruito dalle gerarchie militari e posto le basi per proseguire i lavori nei prossimi mesi con la nuova legislatura. Ai militari ammalati, ai loro familiari e alle popolazioni che vivono presso i poligoni di tiro soprattutto in Sardegna dico che se qualche parzialissimo risultato si potrà ottenere, ciò lo si deve soprattutto a loro, che hanno manifestato in piazza anche ieri, e che da oggi le vertenze legali intraprese nei confronti del Ministero della difesa potranno avere un puntello in più a loro sostegno. Le mancate protezioni per omessa o ritardata informazione dei contingenti in missione nei Balcani, ad esempio, sono perfettamente deducibili, anche se non con gli effetti sanzionatori che avremmo voluto, dalle date di diramazione dei documenti che attestano i rischi associati all'esplosione all'U.I.: per sei anni i militari italiani sono stati lasciati senza norme di protezione».

«Viene inoltre smontato - al di là di affermazioni senza ritegno di esponenti di AN -il tentativo di depistaggio legato alla somministrazione dei vaccini, di per sé risibile rispetto alla popolazione civile colpita da neoplasie che evidentemente non ha avuto questo trattamento. Banalmente la concentrazione nel tempo dei vaccini può logicamente avere effetti debilitanti specie in taluni soggetti, ma non può essere la causa di questa ecatombe».
«Da ultimo, l'assoluzione dell'U.I. in quanto -pur essendo documentatamente pericoloso- non sarebbe "direttamente" causa delle patologie per i militari italiani in missione nei Balcani e quindi i tumori sarebbero causati da "degrado ambientale e inquinamento", rappresenta - secondo il segretario della Commissione d'inchiesta, Gigi Malabarba - una lettura fuorviante della stessa proposta di risoluzione della Commissione, essendo scientificamente provato che esistono sempre eziologie multicausali, mentre persino quell'inquinamento ambientale indicato deriva direttamente dai bombardamenti».
"Il voto di Rifondazione Comunista che ha lavorato duramente in tutti questi mesi dipenderà concretamente dall'accoglimento almeno di osservazioni e proposte che, più che pretendere da questa maggioranza impossibili convergenze, consentano di prodeguire proficuamente un lavoro appena iniziato".

Ufficio stampa PRC Senato
Tel.335.1213067

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