Una via europea alla militarizzazione della ricerca ambientale?
Questa trasformazione sembra essere gia' in atto con la realizzazione del progetto GMES, e non riguarda solo la ricerca spaziale ma anche quella ambientale, come viene evidenziato nel messaggio di Riccardo Liburdi che riportiamo qui a fianco.
Fin qui tutto bello, a parte l'aggettivo "umanitario" e il riferimento al "peace-keeping", che puzzano di stellette quanto i bossoli dei proiettili DU generosamente distribuiti per spianare la strada all'aiuto allo sviluppo. In uno specifico paragrafo si delineano meglio anche queste valenze...
"Il termine "security" che compare nell'acronimo GMES sarebbe giustificato dal fatto che il degrado ambientale e la diminuzione di risorse vitali porterebbe a potenziali situazioni di conflitto. GMES si presterebbe a divenire uno degli strumenti per raccogliere informazione per la prevenzione del conflitto ("Conflict prevention" COM(2001)211) e in linea con le cosiddette "Petersberg missions", delineate nella "Politica Comune Europea di Sicurezza e Difesa". La necessità di dotarsi di mezzi autonomi di osservazione per l'analisi e la valutazione degli sviluppi internazionali di crisi potenziali è stata anche stabilita nel trattato di Amsterdam. A questo stadio la rilevanza politica è ancora sulla capacità di far partire l'intervento militare supportato da tempestivo avviso (early warning). Recentemente era stata avanzata una "...seria richiesta ... al fine di avere per l'Unione una conoscenza (intelligence) più strategica a sua disposizione nel futuro" (Dichiarazione al Consiglio degli Affari Generali dell'Unione Europea, 20.XI.2000). L'integrazione nell'Unione dell'ex WEU Satellite Centre è un elemento da prendere in considerazione per questi sviluppi dell'inziativa GMES."
Da questa breve sintesi sembra proprio che sia in atto il tentativo di alleggerire i costi dell'impegno di risorse in campo ambientale, integrando strutture e segmenti militari, quali e in che misura, è tutto da scoprire, con settori e organizzazioni della ricerca civile, non secondo il modello statunitense - tipo vecchio SDI - delle ricche commesse all'industria e all'Università, ma col molto più tradizionale metodo burocratico della cooptazione: attualmente è in discussione proprio il modo di far tutti contenti nel GAC (GMES Advisory Council) senza mancare di "garantire un appropriato peso a quei capofila (stakeholders) che sono diretti investitori nel GMES".
Il rischio concreto ritengo sia quello di un graduale coinvolgimento stratificato e compartimentato di strutture di ricerca e settori civili a vari livelli dell'amministrazione degli stati membri (per quanto mi riguarda Agenzia Nazionale Protezione Ambiente), in attività di "intelligence" con una conseguente militarizzazione dei programmi di ricerca e di monitoraggio ambientale o almeno dei singoli ricercatori: se, per i tuoi studi, magari "indipendenti", vuoi avere accesso a data set aggiornati o indicatori integrati elaborati con criteri avanzati, devi far parte dei giochi (G_MES, appunto).
Se alla base ci può essere anche un condividibile - in astratto - bisogno della eurocomunità tecnoburocratica, di svincolarsi dalla main source statunitense, soprattutto ora che tende al massimo l'elongazione dalla politica ambientale Usa, la ricerca da parte della CE, di un ruolo regionale - e non solo - in campo militare, potrebbe realmente accentuare la necessità di informazione e di elaborazione finalizzata al supporto della catena di comunicazione, comando e controllo, unitamente al più volte dichiarato obiettivo di creare domanda per le aziende di information technology su base continentale e integrata, per far fronte al gap con il complesso militare industriale statunitense, che aveva sempre beneficiato di un 70% di ricerca finanziata dallo Stato.
Testualmente da pag. 12 del documento citato in nota:
"To serve that vision, GMES will focus on the provision of information contributing to the sustainable management and the security of the European territory as well as globally. It will lead to the development of operational systems and networks dealing with the acquisition, exchange, processing, access and use of data and knowledge from a variety of sources. The aim is to achieve a significant leap forward in the quality of information and service delivered."
Forse non riceveremo la cartolina di arruolamento, ma potremmo trovarci a dover richiedere un Nulla Osta di Sicurezza per poter acquisire un data set di copertura forestale o l'andamento delle concentrazioni di O3 troposferico sulle principali aree urbane Europee, a quel punto sarà forse un po' tardi per una battaglia per il diritto all'uso indipendente dell'informazione scientifica di base o per l'accesso ai risultati della ricerca realizzata con finanziamento pubblico.
Saluti a tutti
Riccardo Liburdi
ANPA
Executive" DRAFT - Brussels, 1.V.2001, vers.1.2. http://gmes.jrc.it/download/working%20doc%20v1.1.pdf
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