Servitù militari, lo zio Sam lascia la Maddalena. Stavolta è ufficiale
La data entro la quale la nave appoggio americana Emory Land dovrebbe lasciare l’arcipelago sardo della Maddalena è il primo ottobre 2007. Lo smantellamento totale di tutte le infrastrutture militari della Us Navy dovrebbe invece concludersi entro la primavera del 2008. Lo dice il ministro della Difesa Arturo Parisi, senza spendere però neanche una parola sulla bonifica, lo rilanciano le agenzie a partire dalle 16 di ieri. Ennesima puntata della telenovela sull’abbandono statunitense dell’isola di Santo Stefano? Gli americani confermano: «Alla luce dello scenario odierno della sicurezza e in base al riallineamento e alla trasformazione del Comando Europeo delle forze Usa, è stato stabilito che non sono più necessarie le capacità offerte dalla Naval Support Activity (Nsa) La Maddalena», si legge in un comunicato del Pentagono dove si specifica che l’operazione di chiusura coinvolgerà «più di 1.300 membri delle forze armate, 88 dipendenti civili americani, 90 impiegati a contratto e 178 impiegati della nazione ospite». Gli americani aggiungono che la Emory Land lascerà la Maddalena nell’ottobre 2007 e che i dettagli sulla sua destinazione verranno resi noti in futuro. Gli Usa, sottolinea il ministero della Difesa americano, «si sono coordinati con le autorità della nazione ospite prima di fare questo annuncio».
Contemporaneamente “la nazione ospitante” rappresentata da Parisi tira fuori un documento scritto e ufficiale. Una lettera firmata dal segretario alla Difesa d’oltreoceano Donald Rumsfeld e consegnata dall’ambasciatore di Washington in Italia in cui è ribadita l’intenzione di levare gli ormeggi targati United States Navy dalla Sardegna. «Rumsfeld mi conferma e mi dà spiegazioni del piano di rilascio della base navale della Maddalena da parte della Marina Usa», spiega Parisi, e continua: «Il piano prevede che la nave appoggio per i sommergibili Emory S. Land entro il primo ottobre 2007 lascerà la Maddalena e successivamente ci sarà il rilascio delle infrastrutture americane delle isole Moneta e Santo Stefano. Le operazioni si concluderanno entro la primavera del 2008». Rumsfeld, sempre secondo quanto riferito da Parisi, esprime la sua gratitudine all’Italia e alla Sardegna «che hanno consentito alla Marina americana di potere svolgere la sua attività per più di 30 anni sull’isola». Tutto ciò, conclude il ministro, «conferma l’affidabilità dei rapporti che ci legano agli Usa con la conclusione in amicizia della presenza alla Maddalena».
Le dichiarazioni di Parisi e degli americani in qualche modo chiariscono la vicenda sull’addio Usa alla Sardegna dopo la ridda di voci, conferme e smentite degli ultimi tempi. Non più tardi del 9 agosto scorso il presidente della Regione sarda Renato Soru faceva sapere per l’appunto che «i lavori di smantellamento della base Usa di Santo Stefano avranno inizio nella primavera del 2007 per concludersi entro i primi sei mesi dell’anno successivo». Il governatore riportava, né più e né meno, le informazioni che erano state comunicate a Roma dal ministero della Difesa alla Regione in occasione della riunione del gruppo di lavoro sulla presenza militare nell’isola. Informazioni che, a quanto era dato intendere, provenivano direttamente da Washington. Ma dopo 24 ore il portavoce della Sesta Flotta americana, tenente Christopher Servello, intervistato dal Giornale di Sardegna, smentiva: «Nessuna data ufficiale è stata decisa e nessun annuncio è stato fatto». Poco dopo anche il ministro Parisi ribadiva ciò che aveva già detto a fine luglio in Parlamento rispondendo a una lettera firmata dai senatori “dissidenti”. E cioè che «il carattere bilaterale della decisione» non consentiva di stabilire una data precisa. Parisi prometteva comunque una indicazione esatta sul giorno della partenza americana entro l’autunno. A questo punto non resta che verificare direttamente se tra un anno la Emory Land leverà l’ancora e se di seguito tutte le infrastrutture americane saranno riportate a casa.
Rimane invece ancora da chiarire chi dovrà pagare la bonifica delle acque dell’arcipelago maddalenino, parco marino nazionale, come e quando questa operazione dovrà essere realizzata. Su questo punto il ministro Parisi nicchia: «A noi non risultano dati specifici su un rischio immediato. Qualora nella fase di rilascio dovessimo individuarlo, anche questo diventerà oggetto di
incontro con il governo americano». » bene ricordare che una recente indagine epidemiologica finanziata dalla Regione sarda ha denunciato un notevole incremento di tumori nell’arcipelago maddalenino fino a +176%. Che diversi studi scientifici negli anni hanno portato alla luce concentrazioni di veleni di ogni tipo. In proposito le indagini autonome portate avanti dal laboratorio francese Criirad hanno certificato quantità straordinarie di torio radioattivo, 400 volte superiori alla norma; l’indagine di Fabrizio Aumento dell’Università della Tuscia ha scoperto il plutonio, elemento non presente in natura; quella della fine degli anni Ottanta di Giorgio Cortellessa de “La Sapienza” di Roma rilevò presenza di cobalto 60.
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