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Aeroporto Dal Molin

Base militare Usa di Vicenza, il sì del comune E adesso la palla passa al governo Prodi

Il giorno dopo il parere positivo del consiglio comunale, i comitati popolari e i partiti politici locali preparano la manifestazione nazionale del 2 dicembre
28 ottobre 2006
Orsola Casagrande
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Il giorno dopo il sì del consiglio comunale (ma favorevoli sono stati solo i consiglieri di maggioranza) alla nuova base militare nel sito dell'aeroporto Dal Molin, Vicenza è in fermento. I comitati popolari, che assieme a decine di associazioni, a Rifondazione, Verdi, Comunisti italiani, Ds e Cgil, ieri hanno portato in piazza oltre duemila persone, stanno già organizzando i prossimi appuntamenti. Su tutti prevale la grande manifestazione nazionale prevista per il 2 dicembre. Intanto in città si incrociano i pareri, i giudizi, le opinioni di esponenti politici nazionali e locali. Perché è chiaro che adesso, dopo il sì del consiglio comunale (parere non vincolante) la palla passa al governo Prodi. Lo ha ribadito ieri mattina il sindaco di Vicenza, Enrico Hullweck, nella conferenza stampa in cui ha precisato che «il Dal Molin non è del comune né sotto il profilo della proprietà né per ciò che riguarda la potestà urbanistica. Nel nostro piano regolatore - ha aggiunto - quell'area è un buco nero». Quanto all'ordine del giorno approvato giovedì sera il sindaco ha ricordato che «è stato il ministro della difesa Parisi il 16 ottobre scorso a ribadire che l'unica forma di espressione che l'amministrazione poteva far pervenire al governo era un ordine del giorno. Quello votato giovedì - ha aggiunto - contiene precise condizione che riguardano le garanzie già contenute in una lettera sottoscritta dal capo di gabinetto del ministero della difesa sull'assenza di voli militari americani al Dal Molin, la non interferenza con l'attività dell'aeroporto civile, la copertura da parte Usa dei costi che dovessero sorgere per la viabilità, oltre alle garanzie che non ci siano rischi di natura ambientale o di sicurezza per la popolazione». Insomma per il sindaco, tutto liscio come l'olio: non manca che il sì definitivo del governo. Ma non sarà una decisione facile. Diversi esponenti del governo ieri hanno sottolineato che la realizzazione della base americana al Dal Molin va a cozzare con lo spirito e l'impegno per la pace esposto nel programma della coalizione. Il più duro è il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero che dice senza mezzi termini che «aumentano sul nostro territorio spazi di mancata sovranità». Per Ferrero la decisione finale spetta alla popolazione di Vicenza. Ma su questo punto la strada è tutta in salita visto che giovedì sera è stato bocciato l'ordine del giorno che chiedeva al comune di indire un referendum sulla nuova base. Ferrero aggiunge che la vicenda Dal Molin va inserita in un contesto più generale, che comprende le intercettazioni telefoniche, quelle fiscali e il rapimento di Abu Omar. Un contesto «inquietante» per il ministro che dice che gli sembra «di vivere in un doppio stato». In attesa di una dichiarazione ufficiale del ministro della difesa Arturo Parisi, la vice presidente della commissione difesa alla Camera, Elettra Deiana, dice di temere «che si continui a fare il gioco delle tre carte. Ma è chiaro - aggiunge - che un ordine del giorno passato con i soli voti del centro destra non può essere venduto come il consenso di una città che invece è nettamente e a maggioranza contraria a questa nuova caserma». Il problema per Deiana è che gli Stati uniti hanno lavorato al progetto Dal Molin con il sostanziale sì del precedente governo, e questo complica ulteriormente le cose. «Il gioco al rimpallo - conclude Deiana - non fa bene a nessuno. Noi ci aspettiamo dal governo un atteggiamento di contrarietà al progetto americano in coerenza con la vocazione pacifista del programma».
I comitati riuniti nell'assemblea per il no al Dal Molin si ritroveranno giovedì prossimo per discutere le prossime iniziative. La manifestazione davanti al comune ha visto la partecipazione di quasi duemila persone, famiglie, anziani e cittadini dei comuni limitrofi. Da qui al 2 dicembre, quando ci sarà la manifestazione nazionale a Vicenza, l'assemblea permanente è decisa ad organizzare diversi appuntamenti. Già circola la voce di una possibile discesa su Roma per ribadire ancora una volta al governo che non può non tenere conto della volontà di una città.

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