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Frank Helminck: «Non ci sono alternative. Ma niente voli: trasporteremo i soldati ad Aviano»

28 ottobre 2006
Toni Fontana
Fonte: L'Unità (http://www.unita.it)

Anche il maggiore Dillon, come quasi tutti gli altri soldati della base, è stato in Iraq e, prima di accompagnarci dal comandante, propone di passare davanti al monumento appena inaugurato. Un Leone di San Marco di cemento regge un libro con la scritta in latino "Pax" che sovrasta una stele con i nomi dei caduti della brigata in Afghanistan e Iraq. Anche l´ufficio del generale Frank Helmick, comandante della Setaf (forza tattica Usa per il sud Europa) è arredato con bandiere irachene sulle quali sono state incise le scritte delle missioni. «Non vi sono alternative dice alla realizzazione della base all´aeroporto Dal Molin, quella è l´unica area demaniale vicina alla caserma Ederle dove non vi è più posto per i nostri soldati».

Perche volete costruire la nuova base?

«Per una semplice ragione, vogliamo aumentare la nostra presenza qui nell´ambito di una riorganizzazione delle nostre forze armate. Rimodulare la 173° brigata attualmente schierata in Italia e in Germania e che sarà riunita in un´unica località, Vicenza. L´aeroporto Dal Molin è stato realizzato in un area demaniale ed è vicino alla Ederle dove non c´è abbastanza posto per i nostri soldati».

Non vi sono dunque alternative a quel progetto?

«Quella è l´unica area demaniale».

La gente teme che i vostri aerei sfrecceranno a bassa quota sopra le case...

«In quella zona non vi sarà traffico aereo, non cambierà nulla, ve lo assicuro. Non effettueremo sorvoli».

E se dovete partire per l´Iraq o l´Afghanistan?

«Trasporteremo i soldati ad Aviano, quello è il nostro aeroporto di riferimento. Per i rifornimenti e gli equipaggiamenti utilizzeremo invece il porto di Livorno. Non creeremo neppure intralci alla circolazione. I nostri convogli si muovono sempre con la scorta dei Carabinieri, noi siamo rapidi nei movimenti e non occupiamo a lungo le strade e, se le condizioni metereologiche sono favorevoli, effettuiamo gli spostamenti nel corso della notte e dopo aver informato in anticipo le autorità locali. La 173° si trasforma, questa è l´unica novità: una brigata di fanteria diventa un reparto aviotrasportato di paracadutisti».

A Vicenza si dice che se il governo italiano non autorizzerà la realizzazione della base dal Molin abbandonerete anche la Ederle dove lavorano centinaia di civili...

«Prima di tutto vorrei dire che il rapporto con la città ed i cittadini di Vicenza è buono, ottimo ed anzi abbiamo intenzione di sviluppare le pubbliche relazioni d´intesa con le istituzioni locali. E posso assicurare che della chiusura della base Ederle non si è mai parlato, questa ipotesi non è mai stata presa in considerazione».

La popolazione teme il rischio di attentati...

«Quella terroristica è una minaccia reale, noi americani abbiamo avuto l´11 settembre, voi in Europa gli attentati di Madrid e Londra. Qui in Italia noi abbiamo piena fiducia nelle vostre forze dell´ordine, nella loro capacità di prevenire e sventare minacce, sappiamo di poter contare su di loro».

Giovedì sera migliaia di vicentini hanno manifestato contro la realizzazione della base...

«Noi siamo ospiti di un paese democratico, Italia e Stati Uniti sono due grandi paesi liberi nei quali tutti possono esprimere il loro dissenso. Noi non abbiamo nulla da nascondere e anche al Dal Molin non custodiremo segreti, continueremo a fare la nostra attività come qui alla Ederle: non vi saranno lanci di paracadutisti, la gente non vedrà sfilare carri armati perché noi non li abbiamo, non ci saranno aerei-spia nei cieli di Vicenza, e neppure bombe nucleari. Alla fine arriveremo ad un soddisfacente compromesso, siamo ospiti dell´Italia da 51 anni ed abbiamo sempre trovato una soluzione ai problemi».

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