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Nuoce gravemente alla Pace

Vicenza: nuovo teatrino dei partiti (e dei sindacati) sulle spalle dei cittadini e del territorio

La gravissima decisione del governo Prodi di dare il proprio assenso all'ampliamento della base militare statunitense di Vicenza scatenano i peggiori conati demagogici e populisti di destra e sinistra.
18 gennaio 2007

Due giorni fa, passando sopra alla presa di posizione di migliaia di cittadini e alle loro preoccupazioni ambientali, Prodi si è assunto personalmente l'onere di dare l'assenso italiano all'ampliamento della base militare statunitense di Vicenza. Decisione resa ancor più grave dall'aver derubricato la vicenda a una mera questione edilizia, come se si trattasse di un condominio o di una strada statale. Un colpo di spugna per tutte le implicazioni ambientali, politiche e pacifiste sollevate dai cittadini vicentini e dal movimento per la Pace. Questo colpo militarista da parte del governo Prodi ha scatenato l'ennesima rissa teatrale tra i partiti del nostro(?) parlamento. Ben poco spazio merita il becero populismo destrorso che si è scatenato contro un governo definito ostaggio di noglobal, comunisti, antiamericani, fanatici, facinorosi, violenti, estremisti e chi più ne ha più ne metta. Un giorno ci spiegheranno, forse, come sia possibile che i cittadini che dissentono dalla politica ufficiale in democrazia vengano additati come pericolosi terroristi. Nel frattempo dall'altro lato dell'arco politico si è messo in scena un teatrino già visto altre volte ma che ancora una volta non ha stancato i suoi protagonisti. Questa volta grande star è stato Pecorario Scanio, ministro e leader dei Verdi. Il demagogo segretario si è scagliato contro la decisione di Prodi e ha minacciato che, se non ci saranno politiche di Pace, il suo partito non voterà il rifinanziamento della missione in Afghanistan e potrebbe mettere in pericolo l'esistenza stessa del governo Prodi. Sono ormai anni che alcuni partiti politici, cercando di "fare l'occhiolino" al movimento per la Pace e di catturarne i consensi, continuano con questo teatro dell'assurdo. Ormai è lampante che nulla di tutto questo accadrà. Già l'estate scorsa alcuni senatori, subito etichettati come ribelli, avevano messo in discussione il rifinanziamento della missione in Afghanistan. Dopo settimane di tira e molla il loro si non è stato negato. Nulla fa presagire che questa volta Pecoraro Scanio farà diversamente. Davanti alla minaccia, sempre sbandierata (ma andremo avanti così per 5 anni ad accettare i militarismi ulivisti?), di un "ritorno di Berlusconi", tutto rientrerà. Sarebbe comunque curioso sapere dov'era Pecoraro Scanio in questi mesi, sapere dove si trovava mentre veniva sollevata la gravissima situazione della base militare, sapere dov'era l'estate scorsa mentre si votava la missione in Afghanistan (si è accorto ora della situazione nel paese asiatico o ora serve al suo partito fare la voce grossa?). E dov'era mentre nei mesi scorsi veniva votato in Parlamento il riconoscimento "della vocazione di Pace" di tutte le missione militari all'estero (quindi anche Iraq e Afghanistan). E' troppo facile fare il pacifista ad intermittenza, urlando Pace Pace e non muovendosi quando realmente il militarismo avanza tra i loro scranni.
In ogni caso, ancora una volta, i nostri(?) governanti hanno preso una decisione gravissima sulle spalle dei cittadini e delle loro vite. Mentre la (presunta) ala estrema continua a giocare col consenso. Ma è un gioco che a quanto pare riesce bene a molti: mentre a Vicenza si cercava di contrastare l'ampliamento della base Usa a Roma una sparuta pattuglia manifestava a favore dell'ampliamento. Interessante notare come, tra le bandiere americane (che ricordano tanto quelle che si diffusero dopo l'inizio dell'aggressione statunitense dell'Iraq al grido di "Vai America e colpisci" lanciato da un noto quotidiano italiano) spiccassero quelle di un sindacato che da sempre si definisce pacifista e partecipa alle marce Perugia-Assisi. A quanto pare le ambiguità demagogiche non coinvolgono solo i partiti e i loro tesserati: anche sul fronte sindacale non si scherza. Sarebbe interessante sapere dalla Cisl come si può un giorno manifestare con la bandiera arcobaleno per il disarmo e contro la guerra e il giorno dopo sostenere il militarismo delle industrie delle armi e di eserciti stranieri che usano il suolo italiano per le loro guerre. Il 7 ottobre prossimo si svolgerà la Marcia Perugia-Assisi, il loro slogan sarà forse "Pace tra le basi"?

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