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Missioni all'estero, decreto fotocopia lungo un anno

Fortissimo impegno militare in Libano, Afghanistan e nei Balcani. Iraq: non c'è più Nassiriya ma restiamo a Baghdad
27 gennaio 2007
Matteo Bartocci
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Nove articoli per stanziare più di un miliardo di euro. E' il testo del decreto legge con cui il governo rifinanzia tutte le missioni militari italiane all'estero e le accompagna con gli interventi per la ricostruzione. A differenza dal passato gli stanziamenti previsti stavolta sono annuali e non semestrali. Se entro sessanta giorni il decreto sarà convertito in legge dunque se ne riparlerà a dicembre del 2007.
E' un provvedimento di natura «tecnica e finanziaria», aveva anticipato giovedì notte Romano Prodi. In effetti le missioni degli anni scorsi restano intatte nel numero e un po' modificate nella sostanza. In Iraq sparita «Antica Babilonia» a Nassiriya resta un impegno italiano a Baghdad, dove sono previsti 10.389.747 euro per «la proroga della partecipazione del personale militare impiegato nell'ambito della riorganizzazione dei ministeri della Difesa e dell'Interno e nelle attività di formazione e addestramento delle forze armate e di polizia iracheni».
Si dimezzano i fondi per la cooperazione sul Tigri: nel 2006 tra Berlusconi e Prodi erano più di 56 milioni, nel 2007 saranno solo 30. Un po' curiosamente vista l'impiccagione di Saddam Hussein, continua la formazione dei magistrati iracheni curata dal ministero della Giustizia (236.335 euro).
Esce dal decreto la missione inviata per le elezioni presidenziali in Congo dell'anno scorso ma entra un finanziamento di 10 milioni di euro all'Organizzazione Africana per l'invio di una «forza internazionale di pace» in Somalia.
Dal punto di vista militare il nostro paese resta impegnato su tre grandi aree: Libano, Afghanistan e Balcani. La parte del leone la fa la missione Unifil in Libano (386 milioni di euro di spese militari e 30 per la cooperazione).
Di poco minore, come costo, è la presenza Nato (Isaf) in Afghanistan, che lievita oltre i 313 milioni di euro complessivi. In questo quadro aumento importante dei fondi per la Guardia di finanza che controlla le frontiere afghane: dai 472mila euro del 2006 si sfiorano i 3 milioni nel 2007. Aumentano a 30 milioni di euro anche i fondi per la cooperazione civile a Kabul ed Herat (grazie al minor stanziamento in Iraq). Per la «conferenza sulla giustizia» già prevista ad aprile a Roma dalla Farnesina sono stanziati 127.800 euro. Sparisce ogni riferimento a Enduring Freedom ma restano 8.174.817 per la missione aero-navale Nato Active Endeavour nel Mediterraneo. Una missione nata a ottobre del 2001 in base all'applicazione dell'articolo 5 del patto Atlantico.
Diminuiscono i fondi umanitari per il Darfur: da 7,5 milioni di euro a 5,5 milioni mentre resta notevole il contributo agli interventi di ricostruzione «quick-impact» gestiti autonomamente dai comandi militari impegnati nei vari paesi: la Difesa ha a disposizione nel 2007 più di 9 milioni di euro.
Ultimo ma non ultimo il coinvolgimento italiano nei Balcani: oltre 174 milioni di euro per tante missioni (Msu e Unmik in Kosovo, Joint Enterprise, «Albania 2», Althea e Eupm in Bosnia). Restano infine gli osservatori a Hebron e in Sudan, Congo e Cipro, oltre al controllo italiano del valico di Rafah tra Gaza e l'Egitto. Se non è un «decreto fotocopia» rispetto al 2006 poco ci manca.

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