E a Vicenza nessun dorme...
Qualcosa si muove nei pressi dell'aeroporto Dal Molin. E non è qualcosa di piacevole. Ma le centinaia di persone che continuano ad affollare il presidio permanente sono vigili e hanno subito scoperto e denunciato i movimenti sospetti. I riflettori dei media nazionali potranno anche essersi spenti su Vicenza, ma certo non si è spenta l'attenzione dei cittadini che proseguono la loro battaglia. Qualche settimana fa, raccontano dal presidio, è successo che qualcuno ha posato dei cavidotti per fibre ottiche lungo la strada Sant'Antonino. «Guarda caso - sottolinea Francesco dell'assemblea permanente - quei cavi finivano proprio ai cancelli del Dal Molin». Una posa non autorizzata, secondo il presidio e infatti i rappresentanti dell'assemblea, assieme ad esponenti della rete Lilliput, hanno costretto i vigili urbani a verificare il cantiere e a bloccare la prosecuzione dei lavori. «Nessuno però ha chiarito - prosegue Francesco - a cosa servissero quei lavori, anche se è evidente, come abbiamo sempre denunciato, che sul Dal Molin si è sempre lavorato all'ombra di pesanti cortine fumogene». La cosa che però hanno denunciato con forza i rappresentanti del presidio è il fatto che si sia potuto «aprire un cantiere su una strada pubblica senza che, ufficialmente, nessuno sapesse nulla». I cavidotti comunque hanno insospettito i vicentini. Anche perché arrivano in un'area dove dovrebbe sorgere, nei piani degli americani, un dormitorio. «Ci chiediamo - ironizza Francesco - se delle fibre ottiche di quella portata serviranno a far giocare i soldati Usa con i videogiochi via internet». La realtà, sostengono al presidio, è che sul Dal Molin si sta giocando una partita assai diversa da quella che tutti, governo Prodi compreso, vorrebbero far credere. Non è un caso che nei giorni scorsi si sia tornati a parlare insistentemente di un ampliamento della pista di atterraggio. Ma gli americani non avevano sempre sostenuto che a loro della pista non interessava nulla? Immediate, anche se assai blande, sono arrivate le smentite. Più da parte del sindaco di Vicenza, Enrico Hullweck, che degli americani. Ma sono smentite che non hanno convinto nessuno: i i vicentini hanno sempre denunciato che in realtà dietro il progetto della nuova base si nasconde la necessità degli americani di avere una pista. Il cantiere bloccato dai vigili in questi giorni rivela che i piani sono altri.
«Il movimento vicentino è stato molto chiaro - dice Francesco - il futuro è nelle nostre mani. E soprattutto tutti devono ricordare, a cominciare dal governo, che resisteremo un minuto più, l'abbiamo detto e lo ripetiamo». Per questo sabato il movimento «No Dal Molin» tornerà a scendere in piazza. Alle 16.30 dal presidio partirà un corteo, come di consueto rumoroso e determinato. Per «scoperchiare la verità», come recita lo slogan scelto per questo nuovo corteo. Una manifestazione che segue le decine di iniziative che continuano a svolgersi a Vicenza e in tutto il Veneto, nonostante i media nazionali abbiano praticamente smesso di seguire la resistenza del presidio. Alle riunioni dell'assemblea permanente continuano a partecipare diverse centinaia di persone. E mille sono le iniziative che fioriscono ogni giorno, soprattutto in giro per la regione. Ma non solo. Rimane infatti solido e molto vivace il sodalizio con il movimento No Tav della Val Susa. E con gli altri movimenti di cittadini sparsi per il paese. E a proposito di val Susa, il 31 marzo, i No Dal Molin parteciperanno alla manifestazione organizzata dai No Tav, da Trani ad Avigliana. Ancora una volta le parole d'ordine sono il sì al trasporto ferroviario sicuro ed efficiente e il no all'inutile nuova linea ferroviaria Torino-Lyon. A livello locale è invece da segnalare questa sera il consiglio comunale di Quinto Vicentino. Anche in questo caso ci sarà una delegazione del presidio permanente. A Quinto infatti si vorrebbe realizzare un nuovo villaggio per i soldati americani. Ma la popolazione non è d'accordo. E il comune, non avendo ancora deciso il da farsi, sta lavorando sull'ipotesi di un referendum. Proseguono poi le azioni di boicottaggio. E' in corso per esempio la raccolta di nomi per la dismissione collettiva dei conti correnti alla Banca Popolare di Vicenza. L'obiettivo, spiegano al presidio, è quello di presentare le dismissioni con una lettera comune che motivi l'azione come protesta per la decisa presa di posizione politica del presidente della banca a favore della nuova base militare al Dal Molin.
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