Pochi minuti per colpire, e l'Italia acconsente
Funzionari dell'amministrazione Bush, recatisi a Praga e Varsavia, stanno mettendo a punto gli accordi sulle prime installazioni dello «scudo» antimissili in Europa: una stazione radar nella Repubblica ceca e 10 missili intercettori in Polonia. Così tutto sarà pronto quando arriverà il presidente Bush, che il 5 e l'8 giugno visiterà i due paesi. «C'è un comune desiderio - ha assicurato il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer - che qualsiasi sistema statunitense dovrebbe essere complementare a qualsiasi sistema Nato di difesa missilistica». Una formula diplomatica per nascondere il fatto che Washington, sapendo che la Francia si oppone (almeno finora) e altri governi sono dubbiosi, non ha chiesto all'Alleanza di realizzare lo «scudo», ma l'ha scavalcata assicurandosi il consenso di singoli governi (Gran Bretagna, Polonia, Repubblica ceca, Italia).
«Questo è un sistema statunitense: il suo comando e controllo rimarrà quindi nelle mani degli Stati uniti», ha detto a chiare lettere il sottosegretario Usa alla difesa Eric Edelman. Ha quindi spiegato: «Per la difesa missilistica, i tempi sono oggi molto più brevi di quanto fossero durante la guerra fredda. Allora avevamo 30 minuti per decidere la risposta. Oggi, a seconda delle circostanze, abbiamo una finestra tra 2 e forse 12 minuti». Quindi, «i protocolli di esecuzione sono preprogrammati nel sistema». In altre parole, una volta schierati in Europa (non solo in Polonia ma, com'è nei piani del Pentagono, anche in altri paesi Italia compresa), i missili intercettori potranno essere lanciati senza il consenso dei paesi in cui sono installati. Gli stessi governi europei non saranno neppure preavvisati, in quanto la «finestra» di 2-12 minuti non lascia tempo. Una volta coperti dallo «scudo», i paesi europei saranno quindi in balia dei «protocolli di esecuzione preprogrammati» dal Pentagono. E la «risposta», di cui parla Edelman, prevede non solo l'uso dello «scudo» ma anche l'attacco nucleare, compreso quello «preventivo».
La segretaria di stato Condoleezza Rice si recherà a Mosca, il 14-15 maggio, a spiegare che lo «scudo» in Europa serve a fronteggiare i missili iraniani e nord-coreani e non ad acquisire un vantaggio strategico sulla Russia. Sarà però difficile che le credano. Il radar nella Repubblica ceca sarà la prima installazione di una rete di intelligence, attraverso cui il Pentagono potrà monitorare più efficacemente il territorio russo. I missili intercettori in Polonia, e gli altri che dovrebbero essere installati ancora più a est, sono costituiti dai primi due stadi del missile balistico intercontinentale Minuteman II e potrebbero essere potenziati sostituendoli con quelli del Minuteman III. La Russia avrà quindi a ridosso del suo territorio missili balistici intercontinentali statunitensi riadattati, ma sempre riarmabili con testate nucleari. Alla camera dei rappresentanti a maggioranza democratica, il sottocomitato delle forze strategiche ha criticato l'amministrazione perché l'estensione dello «scudo» all'Europa provoca reazioni sempre più forti a Mosca, e ha votato per ridurne il finanziamento. Quindi ora c'è da aspettarsi che Bush chiederà ai governi europei una maggiore compartecipazione al finanziamento del progetto.
In questa faccenda sempre più complessa e pericolosa il governo Prodi ha trascinato l'Italia, firmando in segreto al Pentagono l'accordo-quadro, che il generale Obering ha definito «pietra miliare di maggiore importanza» nelle relazioni Usa-Italia. Nessuno ne dubita. Solo che è la pietra miliare della strada che porta alla guerra.
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