E a Vicenza si montano le tendeper fermare la nuova base Usa
Le polemiche, montate ad arte dalla stampa locale, non hanno fermato gli attivisti del presidio permanente No Dal Molin che ieri mattina, appuntamento alle 9.30, erano già nell'area verde di Via Madre Teresa di Calcutta, a Caldogno. L'arrivo dei primi camion di materiale da scaricare ha segnato l'avvio della fase operativa del Festival-campeggio, la settimana di mobiltazione lanciata dall'affollata assemblea nazionale di metà luglio sotto il tendone della Lobbia, da nove mesi epicentro della moblitazione contro la nuova base Usa, la cosiddetta Ederle 2, voracissima di acqua pubblica e soldi dell'erario.
Tutto si svolgerà tra il 6 e il 16 settembre in un campo di fieno di 20mila metri quadri a Rettorgole, frazione di Caldogno, nemmeno un chilometro a nord della Lobbia che, per soli dieci metri, è parte della Quinta circoscrizione del comune di Vicenza. Entro sette giorni ci sarà da montare gli impianti idrico ed elettrico funzionali a bagni, cucine e palchi del campeggio, funzionante dall'8, che sarà finanziato interamente da sottoscrizioni e vendita dei gadget (c'è un conto, per chi voglia contribuire, presso Banca Popolare Etica di Vicenza: Ccb 000000120140, Abi 05018, Cab 11800, causale: Campeggio No Dal Molin).
Nelle prossime ore, un vertice in Prefettura del tavolo sull'ordine pubblico dirà l'ultima parola ufficiale dopo il documento della maggioranza del comune di Caldogno, i cui abitanti, a detta di chi li governa, sarebbero «spaventati» dall'afflusso di no global per tutti quei giorni. In realtà i tecnici comunali non avrebbero trovato nulla da ridire nel sopralluogo nell'area di cui hanno resocontato alla Questura. Il sindaco di questo comune di 10mila abitanti che confina con l'aeroporto che fa gola allo Zio Sam, Marcello Vezzaro, è appena rientrato dalle ferie e non ha voluto sbilanciarsi in una polemica che, da un lato è interna alla sua Giunta, una lista civica bipartisan (che però aveva detto No a Ederle 2), dall'altra è frutto dello schieramento della stampa locale, di proprietà della Confindustria locale, sponsor del nuovo insediamento Usa spacciato per ampliamento. In realtà, l'evento No Base si va a incastonare in un momento topico della vita vicentina, la festa religiosa e civile dell'8 settembre con il momento clou della cena "dei oto" che potrebbe trasformarsi in teatro per una azione dei movimenti contrari all'apertura dei cantieri a meno di due chilometri dai tesori palladiani che fanno della città un tassello del patrimonio dell'umanità sancito dall'Unesco.
I promotori del festival non sembrano preoccupati dal polverone, come non sono stati turbati da altri avvenimenti estivi (il recapito di un proiettile a una delle persone simbolo del movimento, lo sgombero della sede vicentina della Cub, attivissimo nel fronte del No, la nomina e l'insediamento del commissario governativo, l'ex ministro ai Lavori pubblici e sindaco di Vicenza, Costa) e, assieme all'allestimento, stanno mettendo a punto i dettagli del programma che vede tra i punti salienti i concerti degli Assalti Frontali e del gruppo East Rodeo, un calendario fitto di
conferenze e dibattiti a partire dall'assemblea nazionale, il 9 settembre, dei soci del Patto di Mutuo soccorso, cartello operativo fra territori che si battono contro grandi opere devastanti e basi di guerra (e Vicenza rappresenta entrambi i corni del problema). All'ordine del giorno la costruzione di iniziative nazionali da gestire in comune e la condivisione di un percorso già avviato da un anno. Una prima proposta in circolazione, per una manifestazione a novembre, è firmata dai comitati di abitanti e lavoratori di Vicenza Est.
Nella settimana di mobilitazione si discuterà anche di militarizzazione dell'Europa, del contributo delle donne al movimento, di beni comuni, di crisi della rappresentanza. I temi ci sono, si aspettano le conferme dei relatori. Ci saranno momenti teatrali e proiezioni di documentari - il programma sarà digitato sul sito www.nodalmolin.it - ma soprattutto azioni con protagonisti i tantissimi vicentini contrari alla militarizzazione del loro territorio - il richiamo è ai 200mila del 17 febbraio - e determinati a bloccare a oltranza i cantieri di un'opera funzionale alla guerra. «Vogliamo costruire una settimana che sappia unire qualità ed efficacia - scrive il Presidio permanente ai concittadini e alle associazioni con cui condivide il No - qualità della discussione (il Patto di mutuo soccorso è senza dubbio la novità più interessante dell'ultimo anno di vita dei movimenti, ndr) ed efficacia delle azioni.
Intanto, mentre inizia ad affiorare l'inquietudine per una cosiddetta opera risarcitoria, una tangenziale nord che potrebbe nuocere alla più importante falda acquifera del Veneto, dal vicino comune di Quinto giunge un altro No, nettissimo, a un'opera complementare al raddoppio di Ederle, il villaggio per soldati dello Zio Sam, 215 alloggi su 220mila metri quadri in puro stile nordamericano. Anche i Ds, al governo della cittadina, hanno appena messo nero su bianco una contrarietà al progetto più volte rinviata nei mesi passati, rinunciando a più di 6 milioni di euro e altri 3 di oneri di urbanizzazione per salvaguardare il poprio territorio da una urbanizzazione invasiva.
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