Uranio impoverito, la scoria continua...
Sono più di 15 anni che uomini, giornalisti compresi, di buona volontà lavorano, difendendosi da attacchi più o meno pesanti, per non parlare di intimidazioni più o meno velate, per informare che l’uranio impoverito (D.U. -depleted uranium-, è la scoria, lo scarto, ottenuti dalla lavorazione dell’arricchimento dell’U235 per la produzione di energia nucleare) contenuto nei proiettili è cancerogeno e, si badi bene, non perché sia potenzialmente radioattivo (gli scettici in buona e mala fede e i detrattori della cancerogenesi da D.U. spesso ribaltano gli studi in tal senso, parlando esclusivamente di radioattività), ma perché è un metallo pesante contenuto nel penetratore che al potente impatto contro l’obiettivo si polverizza e la maggior parte dell'uranio esplode in frammenti incandescenti essendo il D.U altamente piroforico. Questo processo scatena tonnellate di nanopolveri, micidiale aerosol inalato e deglutito da civili e militari, che stanziano nel suo raggio d’azione (elevatissimo visto che l’aria le veicola velocemente), per non parlare dei proiettili inesplosi i cui “dardi”conficcati nel sottosuolo col tempo disperdono le sostanze venefiche che l’acqua trasporta in tutta la catena alimentare. Da anni il D.U. ha sostituito il piombo nelle munizioni e le guerre degli ultimi lustri hanno sparso ovunque migliaia di tonnellate di polveri maledette.
L’informazione globale ha pressoché eluso, accantonato, sminuito, sottaciuto il gravissimo fenomeno, uniformandosi al comportamento delle Forze Armate planetarie che a loro volta dettavano (dettano) input ai governi. Tra questi governanti fece scalpore Alice Mahon parlamentare inglese laburista, che diede le dimissioni perché incapace di sostenere un governo che utilizzava D.U. e fosforo bianco…Grazie, appunto, agli uomini di buona volontà lo stato italiano non poté astenersi dall’indire commissioni d’inchiesta, da quella chiamata Mandelli con risultati assolutamente discutibili, alla penultima (2006) presieduta dall’on. Franco che finalmente stabiliva, quanto meno, disposizioni per conguagliare indennità di servizio fino ad allora risibili. 170 milioni di euro disposti nella successiva finanziaria, ma ancora oggi a bagno maria, in attesa di quantificare metodi e criteri di suddivisione agli aventi diritto. E siamo all’attuale commissione, presieduta dall’on. Menapace, portata avanti con passione e particolare impegno anche dalla sen. Franca Rame che lamenta lentezza e si rammarica per non poter fare di più, sostenendo che si è fatto troppo poco. Il ministro della difesa Parisi ha riferito che gli italiani ammalati di tumore dopo aver prestato servizio all’estero negli ultimi dieci anni sono 255 di cui 37 deceduti, aggiungendo che quelli ammalati senza andare all’estero sono 1427, ma non è chiaro se questi abbiano operato in poligoni di tiro nazionali , del resto il ministro sostiene che l’Italia non ha mai fatto uso di armamenti all’uranio impoverito, né risulta che nei nostri poligoni altri possano averlo utilizzato, a meno di dichiarazioni mendaci degli utilizzatori stranieri che, prosegue il ministro, non si vuole neppure ipotizzare…Queste dichiarazioni hanno scatenato levate di scudi da parte di coloro, parlamentari compresi, che non concordano con questi dati e per i numeri e per i luoghi ove si è sparato D.U. La Sardegna annovera più poligoni utilizzati anche da privati ed è qui che si provavano le armi: si può sostenere che non sia mai stato usato il D.U., metallo a costo zero e più pesante del piombo? E perché mai? E tutti i civili ammalati residenti nei pressi di quei poligoni o quei civili che venivano utilizzati per bonificare i siti? Domenico Leggiero (già) consulente di questa inchiesta parlamentare dissente dai dati forniti dal ministro. Leggiero è responsabile dell’Osservatorio Militare e da anni assiste i familiari dei deceduti e i malati tornati dalle missioni. Già di suo ne ha contati ben più del ministro. Dai suoi studi e dai documenti ottenuti in qualità di consulente i numeri risulterebbero ben più alti, si parla di 2.536 ammalati e più di 158 morti e questi numeri li ha sottoposti alla presidente di commissione e, non pago delle spiegazioni ottenute, ha ufficializzato i suoi elaborati e la documentazione dichiarandoli pubblicamente alle reti televisive nazionali, anteponendo così la rappresentanza dell’Osservatorio alla riservatezza cui era tenuto quale consulente di commissione d’inchiesta (equiparabile a operato di magistratura) e dalla diffida si è passati ad allontanarlo. Non ci compete entrare nel merito del fatto. Il prendere atto delle parole del ministro si. E’ lecito domandarsi con quale criterio verranno distribuiti i 170milioni stanziati. La causa/effetto, dice il ministro, è ancora oggetto di verifica, ma allora siamo punto e a capo. Ci viene detto che ci sono (solo) 218 ammalati e 37 morti di cancro (la chiamiamo sindrome dei Balcani, giusto per capirci?) e 1427 ammalati non da balcanica sindrome perché sono stati qui, ma non si sa bene però dove: nei poligoni o no? Nei poligoni però non si è sparato uranio impoverito quindi rimane un punto interrogativo che noi, consentiteci, mettiamo dopo questa frase: a distanza di più di 15 anni siamo ancora a questo punto…Non è che per caso quei soldi finiranno a conguagliare tutte le cause di servizio elargite fino ad ora a tutti i militari aventi diritto (stress compresi)? Speriamo di no perché ne rimarrebbero proprio pochi a meno che vengano considerati solo (ancora “solo”) i 255 contagiati da sindrome estera, mentre per gli altri “non meglio identificati” si prolungheranno evidentemente le inchieste così magari, se si riuscirà a capire finalmente quanti sono (effettivamente), ci aggiungiamo anche quelli che risultano a Leggiero come le fonti ufficiali, in qualità di consulente, gli hanno trasmesso…
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