Piccoli «giochi di guerra» nel Golfo di Napoli
NAPOLI - Anche il movimento pacifista di base a Taranto «Peacelink» ha accolto la portaerei nucleare «Truman» nel Golfo di Napoli. Sul sito telematico del movimento, Vittorio Moccia ha documentato lo «sfilamento» di un gommone diretto verso l’unità militare statunitense, che ha sventolato la bandiera arcobaleno della «Pace».
Sul lungomare partenopeo, negli Anni Settanta ed Ottanta, la Guerra fredda srotolava il suo lento film quotidiano in torme di marinai in blusa bianca con «bavetta» sulle spalle e cappello a formaggetta che sbarcavano dalle lance della portaerei di turno (la «Forrestal», la «Ranger», l’«America» e altre), «guardiana» della Sesta Flotta, parte integrante del paesaggio con Castel dell’Ovo, Mergellina, il petrolchimico fumante come inferno di Bagnoli o il Vesuvio stesso.
Negli anni post-muro, le «guerre del Golfo» e quanto è seguito hanno spazzato via quelle vecchie unità ed i loro «Phantom», «Intruder» e quant’altro ha tenuto sotto controllo, per anni, le tensioni soprattuto con Libia e Libano.
I vertici della Marina statunitense hanno nuovamente scelto in questi giorni il Golfo - oggi governato da Rosa Russo Iervolino (Partito Democratico) - come tappa intermedia della portaerei nucleare «Truman (Cvn 75, varata nel 1996)» fra la partenza da Norfolk (Virginia, la più grande base navale militare dell’Atlantico) e la destinazione finale: sempre un Golfo, ma quello Persico.
Entrando da Gibilterra, la «task force» ha salvato quattro naufraghi alla deriva, al largo della costa spagnola.
Darà il cambio semestrale al gruppo da battaglia della portaerei «Enterprise»; obiettivo intermedio, lanciare messaggi di «amicizia» e «partenariato» con il popolo italiano.
Vicende come la strage della funivia del Cermis (cavi troncati da un «Prowler» in volo nel ‘98: 20 vittime), la lotta paesaggistica ed ambientalista che ha portato alla chiusura della base sommergibili de La Maddalena in Sardegna, la vicenda Calipari-Sgrena a Baghdad, ed infine in questi giorni la diatriba per l’ampliamento della base aerea di Vicenza per i «parà» del Pentagono sono punti di attrito nei rapporti diplomatico-militari fra Italia e Stati Uniti.
L’ammiraglio William Gortney ed il capitano Herm Shelansky spendono molte parole e sorrisi, sul ponte di volo ingombro degli aviogetti in manutenzione, per parlare di un’Italia sempre bella e di quanto amano la pizza, nonostante questo fine settimana con il «Giorno del ringraziamento» abbia loro imposto il tacchino ripieno.
Ed è un 35enne italoamericano di New York - stufo di sfornare pizze per 24 anni nel capoluogo campano, forse senza grandi prospettive - a raccontarci di come ha cambiato vita arruolandosi nella Navy. Trentacinque anni, con moglie ed una figlia lasciate negli States per i prossimi sei mesi, Stefano Pellegrino Scafuri si dice «orgoglioso» dell’opportunità offertagli dal Pentagono.
Fra i 5500 marinai e piloti a bordo della portaerei (per avere un’idea, prendete tutti i cittadini di Irsina o Monteiasi e caricateli su un’unità lunga quanto è alto l’Empire State Building di New York) fa il magazziniere e la Marina gli paga anche gli studi non completati. Ferma obbligatoria 5 anni, con possibilità di proroghe e concorsi interni.
Per lui le «margherite» sono un ricordo lontano.
Ma in questi mesi un’altra «margherita» nel Golfo continua ad essere sfogliata: «attaccheranno» o «non attaccheranno»? Soggetto, il Pentagono; scenario, l’Iran «reo» di aver ripreso il proprio programma di produzione nucleare. Timore della Casa Bianca e del governo di Tel Aviv, lo sviluppo di armi nucleari in un Paese dominato dall’antisionismo e dall’oltranzismo di matrice islamica. E le Presidenziali 2008 negli Stati Uniti sono ormai imminenti.
Al momento la «guerra» - solo diplomatica - la stanno combattendo le cancellerie di Stati Uniti, Unione Europea e Russia.
La «Truman» salperà domani, e varcherà il canale di Suez con 2 incrociatori lanciamissili, un sommergibile nucleare, tre cacciatorpediniere, una nave appoggio, nonché un altro caccia britannico ed una fregata canadese.
Nella «task force», squadroni aerei «veterani» delle Guerre del Golfo Persico e delle operazioni in Iraq. Per 6 mesi saranno integrati nelle operazioni sullo stesso Iraq e sull’Afghanistan, a disposizione del «Centcom» (il comando centrale).
Video su operazioni di volo della portaerei nucleare Truman
http://www.youtube.com/watch?v=AjaX_VbRKsQ
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