No Dal Molin: «Verremo a chiedere impegni»
Da oltre un anno e mezzo migliaia di donne e uomini di Vicenza dedicano la propria quotidianità a contrastare la realizzazione di una nuova base Usa a Vicenza; fanno riunioni, assemblee, manifestazioni,azioni; rischiano, in alcuni casi, denunce, o, come è accaduto durante i blocchi, di farsi male.
Sono stati mesi entusiasmanti, ma anche carichi di delusioni. Le bugie del Governo, innanzitutto, che dopo aver più volte ribadito di voler ascoltare la comunità locale ha voltato le spalle a Vicenza e si è sottomesso alle richieste statunitensi. L'arroganza di Ministri e sottosegretari, il silenzio della stampa nazionale, la fuga delle grandi organizzazioni. E, da ultimo, il comportamento di quei Parlamentari che, dopo il si del Governo, avevano dichiarato di non volersi arrendere e di restare al fianco della comunità vicentina: ci avevano promesso di voler costringere il governo ad attuare la moratoria sui lavori di costruzione della nuova base, in attesa dello svolgimento della Seconda Conferenza sulle servitù militari.
Adesso il tempo delle promesse è finito. O i parlamentari dei partiti della sinistra radicale e i loro membri del governo pongono la discriminante a Prodi sul No al dal Molin e sulla moratoria, e lo fanno entro la grande manifestazione del 15 dicembre, oppure significa chiaramente che, per stare aggrappati al potere, sono disposti a cedere anche su questo.
L'8 e il 9 dicembre a Roma si terranno gli stati generali della «Cosa Rossa», ovvero dell'aggregazione dei partiti della sinistra di Governo; quei partiti che, in questi mesi, hanno continuato a dirsi contrari al Dal Molin. Noi saremo a Roma, il 9 dicembre, per pretendere che le promesse vengano mantenute. Che il loro impegno contro la guerra e per la pace diventi azione concreta.
In questi mesi, una moltitudine di donne e uomini - tra cui gli stessi militanti dei partiti di governo - ha più volte riempito le piazze d'Italia chiedendo rispetto degli impegni presi determinazione nel difendere i propri diritti.
Noi saremo a Roma il 9 dicembre con le nostre bandiere e la nostra determinazione. Non vogliamo rappresentare nient'altro che noi stessi, guardiamo alle cose concrete e non alle diatribe ideologiche. Ma siamo convinti che se tutti iniziamo a riprendere in mano il nostro destino, questo mondo andrà meglio. Vogliamo impedire la militarizzazione della nostra città per mettere un granello di sabbia nei meccanismi della guerra; e pretendiamo altrettanto che chi ha detto di voler stare al nostro fianco.
La moratoria deve essere attuata subito!
Se non vi sarà una presa di posizione chiara in questo senso, invitiamo ministri e sottosegretari della «sinistra radicale», a non partecipare alla manifestazione a Vicenza.
Presidio permanente No-Dal Molin,
Articoli correlati
- Appello contro la “banalizzazione del nucleare”
75esimo Summit della NATO a Washington: non solo il ritorno degli euromissili
L’esercizio di queste capacità avanzate deve servire a dimostrare l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della NATO e il suo contributo alla deterrenza integrata europea25 luglio 2024 - Rossana De Simone Wars on demand, guerre nel terzo millennio e lotte per la libertà
Un libro a cura di Vicenza libera dalle servitù militari, che spiega in maniera dettagliata secondo quali dinamiche stiano cambiando gli equilibri geopolitici e narra le storie di chi quelle dinamiche le subisce e cerca di resistere.9 giugno 2014 - Antonio CasoIl piano di riorganizzazione dell’U.S. Army in Europa: trasferimenti e chiusure in Italia e Germania
La maggior parte dei paesi europei ora sono produttori di sicurezza, piuttosto che consumatori7 marzo 2013 - Rossana De Simone- Italia a stelle e strisce
Un battaglione logistico per US Army Africa Vicenza
Il Pentagono potenzia il dispositivo militare USA in Italia. Attivato a Vicenza un nuovo reparto per le operazioni nel continente africano. E presto una task force speciale dei marines potrebbe essere installata a Napoli o Sigonella7 settembre 2011 - Antonio Mazzeo
Sociale.network