I no Dal Molin «sconcertati» «Ma non ci arrendiamo»
Sconcerto ma anche ulteriore determinazione. Le parole del presidente della repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Washington, suscitano sentimenti forti a Vicenza. Alla vigilia della manifestazione europea di sabato sapere che «la posizione del governo è molto chiara» rende ancora più denso e pregnante l'appuntamento. «Per quello che ci riguarda - dice Cinzia Bottene del presidio permanente - la scelta che hanno di fronte ministri e parlamentari è la stessa di domenica scorsa, quando siamo andati a dire le nostre ragioni alla convention della sinistra arcobaleno. Si tratta di scegliere - aggiunge Bottene - tra passività e azione». Il che non significa far cadere il governo, «come qualcuno continua a sostenere. Quello che abbiamo chiesto - insiste Bottene - è che una parte politica trovi coraggio di perseguire i propri ideali. Chiediamo di rialzare la testa». A Napolitano, che alla lettera con la quale i ministri Ferrero, Mussi, Bianchi e Pecoraro Scanio chiedevano a Prodi di ripensare alla questione Dal Molin, risponde semplicemente che «il diritto di scrivere lettere è riconosciuto dalla Costituzione», Cinzia Bottene manda a dire che «sarebbe bello che la Costituzione fosse rispettata in tutti i suoi punti».
Oscar Mancini, segretario della Cgil di Vicenza (che sabato alla manifestazione non ci sarà), si dice «sconcertato. E' sconcertante che si possano fare certe dichiarazioni rispetto a una scelta che non è mai passata in parlamento. Non sono abituato - aggiunge - a polemizzare con un presidente della repubblica e quindi mi limito a polemizzare con il governo perché so che la decisione assunta dal presidente del consiglio Prodi difficilmente può definirsi una decisione presa collegialmente. Mi riferisco al fatto - insiste Mancini - che quattro ministri si sono detti contrari alla realizzazione della nuova base al Dal Molin». La Cgil ribadisce che «decisioni così importanti dovrebbero passare in parlamento. Non siamo ancora una repubblica presidenziale - dice Mancini - e il parlamento rimane sovrano». Il segretario della camera del lavoro vicentina lancia un appello alle «altre camere del lavoro perché organizzino banchetti in tutta Italia per la raccolta di firme in calce alla petizione che chiede la moratoria sulla base». Quanto alla manifestazione di sabato, Mancini dice di augurarsi che sia «grande e pacifica». La Cgil non ci sarà dunque, mentre il coordinamento dei comitati di cittadini, firmatario con la camera del lavoro della petizione popolare per la moratoria, parteciperà.
Luana Zanella, deputata dei verdi, ribadisce che «forse non ci si rende conto che la lettera congiunta dei ministri e soprattutto l'impegno pubblico contratto nel corso degli stati generali della sinistra arcobaleno segnano un'altra fase tutta dentro la verifica di governo». Zanella insiste anche sul fatto che «quella che viene richiesta è la moratoria e l'attuazione della conferenza sulle servitù militari come da programma sottoscritto da tutta l'Unione, di cui evidentemente si vuole fare carta straccia. Basti guardare - conclude la deputata - l'aumento delle spese militari e gli impegni onerosi anche per il futuro contratti dalla difesa».
Il presidio permanente intanto ha riproposto il problema dei trasporti, visto l'atteggiamento di Trenitalia, a tutti i partiti perché venga garantito il diritto di tutti a partecipare alla manifestazione europea di sabato.
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